Spunta un retroscena sullo stalker di Emma Raducanu
Quattro giorni fa qualcosa che non si sarebbe voluto vedere: Emma Raducanu scoppiare in lacrime durante il secondo turno del WTA 1000 di Dubai. Nel terzo set della sfida contro Karolina Muchova, la britannica si è avvicinata alla giudice di sedia e molto turbata ha manifestato il proprio disagio.
Cosa è accaduto? Raducanu è stata comprensibilmente scossa dalla presenza di un uomo in prima fila che le aveva già dato fastidio il giorno precedente. A spiegare meglio quanto accaduto è stata una nota ufficiale diffusa dalla WTA: “Lunedì 17 febbraio, Emma Raducanu è stata avvicinata in un luogo pubblico da un uomo che ha mostrato un comportamento ossessivo. Lo stesso individuo è stato identificato nelle prime file durante la partita di Emma martedì al Dubai Duty Free Tennis Championships e successivamente espulso“.
“Sarà bandito da tutti gli eventi WTA in attesa di una valutazione della minaccia. La sicurezza delle giocatrici è la nostra massima priorità e i tornei sono indirizzati sulle migliori pratiche di sicurezza per gli eventi sportivi internazionali. La WTA sta lavorando attivamente con Emma e il suo team per garantire il suo benessere e fornire tutto il supporto necessario. Restiamo impegnati a collaborare con i tornei e i loro team in tutto il mondo per mantenere un ambiente sicuro per tutti i giocatori”, è stato ulteriormente sottolineato nella nota.
A distanza di alcuni giorni è stato svelato un retroscena dal coach della britannica, Roman Kelecic: “Quest’uomo l’ha seguita a Singapore, ad Abu Dhabi e di nuovo a Doha. Ora è a Dubai di nuovo e l’abbiamo notato. All’inizio pensavamo che fosse un fan, un ammiratore. Emma è una grande star del tennis con tanti tifosi a seguirla. Fino a quando non si è avvicinato fisicamente a lei, iniziando ad avere contatti sotto forma di selfie o abbracci. Quell’uomo stava valutando la situazione e stava cercando il momento migliore per avvicinarsi a lei. Aveva una strategia terrificante, aveva calcolato tutto. E la sua strategia ha funzionato, è riuscito ad avvicinarsi nell’unico momento in cui io, il preparatore atletico e la nostra sicurezza non eravamo con lei“, la spiegazione di Kelecic.