“Negli anni ho avuto tre donne contro, senza che provassero nemmeno a capire cos’era Miss Italia e chi raccontava. Quando è morto mio padre c’è chi ha sperato che mi levassi di torno”: lo sfogo di Patrizia Mirigliani
“Non volevo che edulcorassero le cose o che ne facessero una celebrazione, però è vero, sono stati impietosi. Quando l’ho visto non ci ho dormito la notte“. Chi parla è Patrizia Mirigliani, e il riferimento è a “Miss Italia non deve morire“, il docufilm in arrivo il 26 febbraio su Netflix. Il concorso di bellezza da diversi anni vive un periodo difficile, e pensare che in passato era uno degli eventi più seguiti in tv.
Intervistata dal Corriere la figlia del patron Enzo Mirigliani commenta anche le scene che vedono protagonista suo figlio Nicola. “Se il documentario è stato ingeneroso anche nei suoi confronti? Quelle scene sono state girate tre anni fa e Nicola è molto maturato: oggi ha 36 anni, è un uomo. Resta il fatto che esce da venti anni di tossicodipendenza, sono cose che lasciano il segno. Che effetto mi ha fatto sentirmi dire da lui: ‘Sei una fallita‘? Da quando è morto mio padre, nel 2011, questa sensazione di fallimento aleggia sopra di me. Ma nelle parole di mio figlio ho letto solo la sua rabbia verso se stesso. In quei momenti, ormai lontani, voleva punirmi nel punto in cui era sicuro di farmi più male. Ma lo abbiamo superato. Anzi, quando gliel’ho chiesto di nuovo, mi ha detto: ‘Mamma, tu non sei fallita per niente, tu mi hai salvato'”.
Tornando invece al concorso di bellezza, secondo Patrizia Mirigliani per la rinascita servirebbe un ritorno in tv: “Per salvarla ci vuole una rete che la faccia tornare al grande pubblico”. In tempi recenti si era parlato di un ritorno in Rai, poi le cose non sono andate come sperato. Mirigliani dice di non sapere cosa sia successo: “Però so che, negli anni, ho avuto tre donne contro: Anna Maria Tarantola, Laura Boldrini e Marinella Soldi. Senza che provassero nemmeno a capire cosa era Miss Italia e chi raccontava”. A dare il colpo di grazia al concorso sarebbe stato anche un cambiamento culturale: “Penso che la bellezza sia stata demonizzata da un certo tipo di femminismo, ed è stato complicato studiare la formula giusta” osserva Mirigliani. “Noi ci siamo quasi dovuti giustificare per aver continuato a credere in un concorso dedicato alla bellezza. Eppure non è mai stata fine a se stessa, ma all’avvio di carriere meravigliose per molte di loro”.
Di Miss Italia si è parlato negli ultimi anni anche per la chiusura nei confronti di candidate transgender. Una decisione che, a sentire la figlia del patron, non ha nulla a che vedere con la speranza di un rientro a Viale Mazzini: “Il regolamento dice donne dalla nascita. E comunque, se non accetto candidate rifatte, il criterio si deve applicare anche su chi è intervenuto per cambiare la sua estetica“.
Infine un’amara confessione: “Io so per certo che quando è morto mio padre c’è chi ha sperato che mi levassi di torno. Mi hanno vissuta come una rompiscatole. Il marchio Miss Italia ha fatto gola ad alcuni, che però non sono riusciti a impossessarsene. Forse pensavano che fossi una più fragile. Beh, sbagliavano”.
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