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Germania: vince Merz. L'AfD raddoppia i voti. Mentre la Spd crolla

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Le elezioni in Germania hanno registrato il record di affluenza: 84 per cento. La più alta dal 1990, anno della riunificazione. Sondaggi della vigilia rispettati. Vincono i cristiano-democratici di Friedrich Merz, attestandosi intorno al 29%. Tracollo totale dei socialdemocratici e dei verdi. La Spd, il più antico partito del Paese, sembra destinato al tramonto. Mai aveva raggiunto un risultato così basso: 16 per cento. Il cancelliere uscente Olaf Scholz ne prende subito atto: “Risultato amaro”, ha commentato in modo laconico. Ma la notizia della serata è un’altra. Il successo dell’ultradestra. L’AfD è riuscita a raddoppiare i voti, attestandosi al 20,8 per cento. La formazione di Alice Weidel ha trionfato in tutti gli ex cinque Stati della Germania dell’Est. La leader parla di “momento storico” e si è detta pronta a “tendere la mano per offrire cooperazione alla Cdu”. La possibilità di un coinvolgimento nel nuovo governo sembra un’ipotesi remota. Nella serata di ieri, dopo i primi exit poll, ha parlato anche Merz. “Grazie per la fiducia alla Cdu e a me personalmente. Ora spetta a noi”. E ha promesso di mettersi subito a lavoro perché “il mondo là fuori non aspetta”.

Per il numero uno dei cristiano-democratici si tratta di una vera e propria rinascita. Aveva lasciato la politica nei primi anni duemila, messo all’angolo dalla Merkel. Si era trasformato in avvocato d’affari e in breve tempo ha scalato i vertici del fondo Blackrock, diventandone presidente. Adesso è destinato a diventare il cancelliere del Paese simbolo dell’Unione Europea. Ma tante cose sono cambiate. Lo scenario internazionale è mutato profondamente. E ne ha preso subito coscienza al termine delle elezioni. “Per me la priorità assoluta sarà raggiungere l’indipendenza dagli Stati Uniti”, ha dichiarato. Il messaggio è chiaro. Come realizzarlo? Persistono i dubbi su quale tipo di coalizione guiderà la Repubblica. Per ora, una sola certezza. Il “brandmauer” non crollerà. Il cordone sanitario per arginare l’AfD non verrà meno. Lo scenario più probabile è un’alleanza tra la Cdu/Csu e i socialdemocratici di Scholz. Pochi minuti fa, infatti, è arrivata l’ufficialità: il partito di Sahra Wagenknecht si è fermato al 4,97% e quindi non avrà alcun seggio all’interno del Bundestag. Populisti ma di sinistra, si erano staccati da “Die Linke” appena un anno fa. Nonostante i sondaggi li davano in forte crescita, non sono riusciti a raggiungere l’agognata soglia del 5%. Come riporta lo Spiegel, la leader sta valutando azioni legali. In questo modo, però, Merz può fare a meno dei verdi per governare. L’obiettivo della Cdu ora è quello di accelerare le trattative. Sono iniziati i primi contatti. Un’ottima sponda sarà Lars Klingbeil, capo della Spd e figura molto rispettata dai vertici socialdemocratici. È lui l’uomo che potrebbe appianare la divergenza fondamentale tra i due partiti: la politica migratoria. L’idea più volte ribadita da Merz è quella di espellere tutti i migranti illegali, ovvero quelli privi di documenti in regola. Questo dopo la lunga scia di sangue che ha accompagnato le elezioni tedesche. Ma non solo. È un modo per arginare l’ultradestra, che su questi argomenti ha basato il suo successo.

Pochi minuti fa i leader di AfD, Tino Chrupalla e Alice Weidel, hanno tenuto una conferenza stampa congiunta. L’entusiasmo è alle stelle mentre nella notte hanno ricevuto le congratulazioni personali di Elon Musk. È chiaro che il prossimo cancelliere avrà davanti a sé sfide esistenziali per la Germania e per la stessa Europa. E il rapporto con l’amministrazione Trump sarà cruciale. Sul social X, Merz è stato perentorio: “Ora più che mai, dobbiamo mettere l’Ucraina in una posizione di forza. Per una pace giusta, il Paese attaccato deve essere parte dei negoziati di pace”. Le cancellerie del Vecchio continente si sono complimentate con la Cdu, anche se la parola d’ordine rimane: fare presto. Questa settimana sia il presidente francese Macron che il britannico Starmer voleranno a Washington. Sul tavolo il destino di Kiev e il futuro dei rapporti euroatlantici. L’Ue si è accorta che la fine della Storia non è avvenuta. Anzi, sta accelerando sempre di più. Ora sono in bilico le alleanze che perdurano fin dal termine del Seconda Guerra Mondiale. Staremo a vedere cosa succede.




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