Severin Luthi: “Vedo alcune cose in comune tra Bernet e Federer. Ma non diventerà mai un altro Roger”

Ricordate Henry Bernet, il giovane talento svizzero che solo qualche settimana vinceva il titolo a livello juniores all’Australian Open 2025? Dopo essersi fatto conoscere al grande pubblico, con quella cavalcata trionfale con tanto di paragoni illustri, il classe 2007 avrebbe dovuto prendere parte al Challenger di Lugano, anche se ha dovuto alla fine rinunciare per un infortunio non meglio precisato, come riferito dal ‘Corriere del Ticino’. Al giovane elvetico era stata data una wild card, ma purtroppo ha eclissato l’invito. Il suo allenatore Severin Luthi, intanto, ha rilasciato un’interessante intervista ai microfoni di ‘Watson’, quotidiano online svizzero, partendo dal parallelismo con Roger Federer, il campionissimo che per molto tempo ha seguito sui campi di tutto il mondo.

“So che alla gente piacciono questi parallelismi. Ci sono alcune evidenti somiglianze tra i due, ma la verità è che Henry non diventerà mai lo stesso giocatore che era Roger. Ha solo 18 anni, deve ancora trovare la sua identità come giocatore e come persona. Al momento non sa nemmeno che tipo di giocatore è o che tennista potrà diventare”.

Poi ha spiegato cos’ha in mente per il giovane Henry Bernet: “Quando lavoro con Henry mi passano per la testa tante sfide. Innanzitutto voglio che mostri la stessa motivazione, disciplina e passione ogni giorno, indipendentemente dal fatto che giochi tornei più piccoli dove le condizioni non sono così buone, il campo è pessimo e la luce non è ottimale. Voglio vedere se è ancora lo stesso in posti dove ci sono pochi spettatori, perché molto probabilmente deve ancora sviluppare una certa maturità. In secondo luogo voglio vedere i suoi obiettivi a lungo termine. È normale che un giovane diventi impaziente se vede che le cose non vanno avanti. Al momento sembra molto professionale. C’è il rischio che i giocatori si brucino e si lascino andare e c’è anche il rischio di pensare che avere la squadra migliore intorno a te ti renda un tennista migliore“.

Infine la chiosa sulle qualità del ragazzo: “Quando lavori con un diciottenne devi avere un’opinione forte, perché ci sono molte cose che le persone intorno a te possono considerare, ma lui può e deve decidere da solo, deve avere le idee chiare. Finora ho buone sensazioni, Henry è un ragazzo che ascolta e vuole andare avanti, il che è un ottimo segno. Credo in lui e nel suo potenziale, ora deve trovare la sua strada, quindi lo aiuteremo in questo”.