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Podcaster di ultra destra diventa vice dell’Fbi: Trump nomina Dan Bongino, ex conduttore di Fox News

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La sua nomina è già ufficiale, perché non richiede la ratifica del Senato. Dan Bongino, ex conduttore di Fox News ora podcaster ultra conservatore, è stato voluto da Donald Trump vice capo dell’Fbi. Un incarico che solitamente viene dato ad agenti di carriera del bureau federale. La sua promozione sta suscitando preoccupazione nell’intelligence community per la sua totale mancanza di esperienza nel settore, stesse obiezioni e timori espressi, anche dall’ex attorney general della prima amministrazione Trump, Bill Barr, riguardo a Kash Patel, capo dell’Fbi. Patel peraltro, che venerdì ha prestato giuramento alla Casa Bianca per il nuovo incarico, ha manifestato la sua intenzione di riorganizzare l’ufficio, anche trasferendo centinaia di dipendenti dalla sede centrale di Washington.

Dan Bongino, un uomo con un amore ed una passione incredibile per il nostro Paese, è stato nominato prossimo vice direttore dell’Fbi dall’uomo che sarà il direttore migliore di sempre, Kash Patel”, ha scritto Trump suoi social, definendolo “un uomo con incredibile amore e passione per il nostro Paese”. Come Patel, Bongino è noto per le sue critiche all’agenzia ed in passato ha invocato licenziamenti di massa degli agenti federali. Ex agente del Secret Service e della polizia di New York, Bongino si è candidato diverse volte, senza successo al Congresso, prima di intraprendere una carriera di commentatore di estrema destra, con il lancio di un suo sito, con uno show radiofonico ed un podcast, nel 2019. Dal suo show, Bongino ha recentemente accusato l’Fbi di aver mentito quando ha annunciato di non aver identificato la persona che avrebbe piazzato ordigni esplosivi di fronte alle sedi del partito repubblicano e democratico poco prima dell’assalto del 6 gennaio. Negli anni scorsi ha poi denunciato “l’abominio del dipartimento di Giustizia e dell’Fbi” riguardo all’indagine sulle carte segrete di Trump che portò alla perquisizione di Mar a Lago nel 2022, invocando il licenziamento immediato “dai vertici agli agenti” di chi ha partecipato all’indagine.

Chi è Kash Patel – Fedelissimo di Donald Trump, ha preso il posto di Chris Wray, il capo dell’Fbi che Trump aveva nominato nel 2017 e che aveva promesso di licenziare non appena sarebbe tornato alla Casa Bianca. Wray si è dimesso a gennaio e Patel è stato scelto da Trump per colpire i “gangster governativi”, portando con sé le liste di proscrizione per colpire il ‘deep state’. “Kash ha fatto un lavoro incredibile durante il primo mandato”, ha scritto Trump alla fine di novembre in un post in cui affermava che Patel, che nella sua prima amministrazione aveva avuto incarichi al Pentagono e al consiglio di Sicurezza nazionale, avrebbe riportato “fedeltà, coraggio e integrità nell’Fbi”. La rapida ascesa del 44enne è dovuta alla sua totale lealtà a Trump e alla sua dichiarata volontà di vendicarsi contro gli avversari del tycoon all’interno della struttura federale. Avvocato figlio di genitori indiani fuggiti negli anni ’70 dall’Uganda, quando Idi Amin ordinò l’espulsione della minoranza indiana, e rifugiati prima in Canada e poi a New York, da oscuro collaboratore di Capitol Hill è arrivato ai vertici della sicurezza americana. Il suo programma, Patel lo ha dettagliato nel libro intitolato ‘Government Gangsters: The Deep State, the Truth, and the Battle for Our Democracy‘ (Gangster governativi: il deep state, la verità e la battaglia per la democrazia) in cui invoca “un ampio repulisti” all’interno del dipartimento di Giustizia, da cui dipende l’Fbi, che in questi anni avrebbe protetto i democratici colpendo invece i repubblicani.

Cruciale per l’ascesa politica di Patel è stato l’incarico assunto nel 2018 come collaboratore di Devin Nunes, il repubblicano allora capo della commissione intelligence della Camera che avviò un’inchiesta per screditare il Russiagate, l’indagine sulle collusioni tra la campagna di Trump e la Russia. Patel si fece notare come l’autore del memo in cui sosteneva che l’Fbi aveva abusato del Foreign Intelligence Surveilance Act per mettere sotto controllo i consiglieri dell’allora candidato repubblicano, concludendo quindi che l’intera indagine non era valida. Nel 2019 viene quindi chiamato a lavorare nell’amministrazione, diventando capo dello staff del Pentagono e poi direttore del anti-terrorismo al National Security Council e ancora vice capo del National Intelligence. Negli ultimi mesi della sua prima presidenza, Trump voleva farlo diventare vice direttore della Fbi, ma venne bloccato dal Segretario alla Giustizia che, è stato riferito, avrebbe detto al presidente che avrebbe “dovuto passare sul suo cadavere” per farlo.

Al momento dell’uscita, Trump lodò il libro come “il piano per riprendere la Casa Bianca e rimuovere questi gangster dal governo”. Il testo conteneva una vera a propria lista di funzionari da colpire, alcuni dei quali avrebbero già preso precauzioni e contattato legali. Tra questi probabilmente anche funzionari dell’Fbi il cui quartier generale dovrebbe essere secondo Patel smantellato a trasformato in un ‘museo del deep statè. Nel mirino di Patel rischiano di finire anche giornalisti, come lui stesso ha dichiarato in un’intervista a ‘War Room’, il podcast di Stephen Bannon, guru alt right fedelissimo di Trump. “Sarete perseguiti, che sia penalmente o civilmente, lo decideremo”, la sua minaccia rivolta direttamente ai media. Tra il 2021 e il 2023, Patel ha avuto anche un suo show, “Kash’s Corner“, su Epoch Times, sito di informazioni internazionali di estrema destra noto per le sue teorie complottiste, fondato nel 2000 da John Tang ed altri sino americani affiliati al movimento religioso Falun Gong, schierati dal 2020 con Trump. Ed è stato nominato direttore del board di Trump Media Technology Group, la società che controlla Truth Social, il social media creato da Trump.

L'articolo Podcaster di ultra destra diventa vice dell’Fbi: Trump nomina Dan Bongino, ex conduttore di Fox News proviene da Il Fatto Quotidiano.




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