Social e smartphone: prima li usi, peggio vai a scuola. La ricerca sugli studenti italiani: “Uno su cinque collegato anche di notte”
Usare precocemente i social network incide negativamente sulle competenze relative alla lingua italiana e alla matematica degli adolescenti. Gli studenti che aprono un profilo social in prima media ottengono punteggi mediamente più bassi nelle prove standardizzate di italiano e matematica rispetto a chi aspetta i 14 anni. Lo rivela la ricerca Eyes Up (EarlY Exposure to Screens and Unequal Performance), condotta dall’Università di Milano-Bicocca con l’Università di Brescia, l’associazione Sloworking e il Centro Studi Socialis, con il finanziamento della Fondazione Cariplo. Si tratta della prima analisi a livello italiano e internazionale di tipo longitudinale sugli effetti dell’età di accesso a dispositivi digitali e pratiche online (smartphone, social media, console di gioco, PC e tablet) in relazione alle performance scolastiche degli studenti. I risultati della ricerca sono stati diffusi in occasione di un convegno all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
L’indagine ha coinvolto 6.609 studenti del secondo e terzo anno delle superiori lombarde (Milano, Monza e Brianza, Brescia, Cremona e Mantova) e ha combinato i dati raccolti con un questionario con quelli scolastici ufficiali dei test Invalsi. L’impatto negativo dei social, pur essendo trasversale, è più forte per gli studenti maschi. L’indagine ha messo in evidenza anche la pervasività dell’uso dello smartphone: oltre il 50% dei ragazzi lo utilizza spesso o sempre appena sveglio, il 22% lo consulta con la stessa frequenza anche durante la notte, interrompendo il riposo. Inoltre, il 51% ammette di usarlo durante i pasti in famiglia. “Dobbiamo ora lavorare per capire come favorire un uso più consapevole delle tecnologie digitali, attraverso nuove norme sociali, strumenti educativi efficaci e policy mirate”, ha detto Marco Gui, professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università Milano-Bicocca, oltre che coordinatore della ricerca.
Uno degli aspetti più rilevanti emersi dalla ricerca riguarda il fenomeno della cosiddetta “disuguaglianza di iperconnessione“: i ragazzi con meno risorse socio-culturali tendono a essere più esposti a un uso intensivo e meno regolato degli strumenti digitali. I dati mostrano infatti che gli studenti con genitori meno istruiti ricevono il primo smartphone prima rispetto ai coetanei con background più privilegiati. “Gli studenti che iniziano prima ottengono risultati peggiori a fine ciclo rispetto a chi aspetta i 14 anni. Il fenomeno è più diffuso tra figli di migranti e di famiglie meno istruite, e questo suggerisce che stiamo osservando un meccanismo che amplifica le disuguaglianze educative” ha commentato Giovanni Abbiati, professore di Sociologia dei processi economici e del lavoro dell’Università degli Studi di Brescia.
Per quanto riguarda le attività digitali, la ricerca ha evidenziato che il 94% degli studenti utilizza Internet per cercare informazioni di interesse personale, mentre l’83% legge notizie. Praticamente tutti ascoltano musica online (99%) e guardano video brevi su piattaforme come TikTok, Instagram Reels e YouTube Shorts (98%). E, se le ragazze usano di più i social network, (come Instagram e TikTok) per condividere contenuti e interagire con i coetanei, i ragazzi invece usano di più lo smartphone per giocare ai videogiochi o guardare contenuti di lunga durata in streaming.
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