Gene Hackman – La conversazione di Francis Ford Coppola torna in sala dal 10 al 16 marzo 2025
Di fronte a un film come La conversazione di Francis Ford Coppola, e a un attore come Gene Hackman (morto a 95 anni), bisognerebbe riscrivere le coordinate genetiche del cinema. L’ossessione paranoica che prova il protagonista Harry Caul (Hackman), maestro delle intercettazioni telefoniche, mentre quello che ascolta, e ci fa ascoltare, sembra non essere come appare, gli sfugge di mano, gli si ritorce contro fino a farlo come impazzire, sembra l’interrogativo basico che uno spettatore si pone inconsciamente dalla notte dei tempi: quello che vedo/sento è vero?
La conversazione è una trappola visiva e sonora febbrile e perfetta. Una “realtà irreale” che cela continuamente qualcosa di sinistro, di misterioso, di inafferrabile. Caul è un tizio ordinario, precisissimo nelle tecniche di sorveglianza, schivo e antisociale. Il film si apre con una plastica dissonanza tra l’ascolto dei suoni registrati in una piazza affollata e con un oggettiva dall’alto sull’attraversamento della piazza da parte di Caul in anonimo impermeabile grigio. Poco distante il protagonista si rifugerà dentro un camioncino, sorta di regia audio video di un pedinamento su commissione di una coppia clandestina. Caul è attento e scrupoloso, rifiuta distrazioni futili e avances femminili, pur di portare a termine la mansione che gli è stata assegnata. E nonostante la reiterazione metodica delle sue tecniche applicate nel suo hangar iperprotetto con catenacci e reti (siamo nei primi anni settanta ndr) ogni certezza si incrina. Harry non decodifica bene una frase. E potrebbe esserci di mezzo un omicidio.
La conversazione non è soltanto un classico film narrativo dove si va alla ricerca dello svelamento della verità ma è fin da subito un delirante incubo percettivo sulla verità stessa. I pilastri del film sono ovviamente la titanica recitazione di Hackman, di inappellabile durezza emotiva e caparbia disperata compostezza; e nella sintesi tecnico/creativa del montaggio sonoro e visivo di Walter Murch, sodale di Coppola, una sinfonia ossessiva di bisbigli, cicalecci, mezze parole, echi metallici che trova ambiguo respiro nel pianoforte della colonna sonora di David Shire. Come spiega il professor Paolo Noto, Hackman poteva diventare divo solo in quella fase di “caos, mestiere e invenzione che è stata la New Hollywood”. E La Conversazione, che fa comunque il paio con un altro capolavoro dell’epoca come Il braccio violento della legge, è la quintessenza sfacciata e monumentale della New Hollywood. Inutilmente torniamo a ripetere, dopo anni, che nessuno è mai riuscito a girare qualcosa che possa eguagliare gli ultimi cinque minuti di questo film. Nemmeno Coppola stesso con tutti i suoi Padrini e le Apocalissi filippine. La conversazione torna in sala dal 10 al 16 marzo 2025 grazie a Lucky Red.
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