Trovato un corpo nell’Adda: si sospetta che sia la babysitter Jhoanna Nataly Quintanilla, uccisa dal compagno. Esami per confermarlo
Manca solo l’ufficialità ma apparterrebbe alla babysitter Jhoanna Nataly Quintanilla il corpo ritrovato nel pomeriggio nelle acque dell’Adda, nel comune di Zelo Buon Persico. Si tratta della babysitter di 40 anni uccisa a fine gennaio a Milano e di cui il compagno ha confessato il femminicidio. Sarà necessaria l’autopsia all’Istituto legale di Pavia e, forse, l’esame del Dna per avere la certezza assoluta ma ci sono pochi dubbi che si tratti di lei. Nonostante la permanenza in acqua per oltre un mese abbia reso il viso irriconoscibile, la corporatura è del tutto simile a quella della vittima e qualche segno particolare potrebbe aiutare i conoscenti a identificarla.
Il borsone nero che avviluppava il cadavere sembra identico a quello che Pablo Gonzalez Rivas, la notte del 24 e il 25 gennaio, aveva caricato in macchina, ripreso dalla telecamere di sorveglianza nell’inchiesta dei carabinieri di Milano. Anche di questo dovrà rendere conto il suo compagno e connazionale fermato il 7 febbraio. Lui aveva denunciato la scomparsa della donna solo una settimana dopo, quando di denunce ce n’era già una: quella della sua datrice di lavoro che non l’aveva più vista arrivare. E aveva tentato di far passare la sparizione per un allontanamento volontario.
Sono stati alcuni passanti a dare l’allarme per fare intervenire i sommozzatori dei vigili del fuoco che hanno recuperato il cadavere e il borsone. I militari avevano analizzato le chat di Gonzales e raccolto testimonianze da cui era emerso che l’uomo aveva una relazione parallela con una donna che vive in El Salvador per la quale aveva già organizzato il viaggio fino a Milano con l’intenzione di farla vivere insieme a lui. Jhoanna per il compagno doveva andarsene, e per questo, probabilmente, era nata una lite sfociata nel femminicidio commesso a mani nude o con un coltello, come ricostruito dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano che non avevano mai creduto alla versione dell’uomo dopo il fermo.
Gonzales Rivas aveva parlato di un gioco erotico finito male raccontando di aver gettato il corpo nel tardo pomeriggio del 25 gennaio in un fossato vicino a Cassano d’Adda senza però aver mai voluto indicare con precisione il luogo. È possibile che l’uomo abbia portato la salma da un’altra parte intorno alle 9 della mattina del giorno dopo il delitto, cercando poi di sviare le ricerche. Ricerche che si erano concentrate per giorni nella zona del fiume Adda e di alcuni canali. La corrente avrebbe trascinato il corpo fino a Zelo Buon Persico dove, oltre ai sommozzatori e i carabinieri, sono intervenuti anche i pm di Lodi e Milano.
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