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I film in sala dall’horror con Hugh Grant al ritorno di Maurizio Nichetti

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È dura a inventare un buon horror dall’inizio alla fine. In un pomeriggio piovoso della provincia americana due giovani missionarie mormoni, Chloe East e Sophie Thatcher, fanno proseliti porta a porta imbattendosi in un signore occhialuto e abbastanza inquietante che le imprigionerà con l’inganno nelle segrete della sua magione. Con ruoli già diversificati negli ultimi anni, stavolta Hugh Grant, viscido come mai l’avremmo potuto immaginare, cambia completamente registro per mano di due registi. Giunto al suo quinto film con questo Heretic, il duo registico Scott Beck e Bryan Woods articola pure abbastanza bene il pastiche per essere un horror per giovani & popcorn. Molta tensione di parola su claustrofobie da prigionia, sì, ma sfrondando i dialoghi tra le due brave protagoniste e un uomo deviatamente erudito dai quali emergono mercificazione della spiritualità e bigottismo come deterrente al desiderio carnale (il concetto di fede viene sfiorato giusto nominandola di sfuggita), l’apice di questa giostrina resta l’attore inglese. Inquietante molto più di una scrittura abbastanza leggera che è artefice di un finale debolissimo e scontato, destinato a parcheggiare il film nel dimenticatoio.

Andiamo in Francia. Più precisamente in una scuola media dove un ligio insegnante viene accusato ingiustamente per un complimento innocente a un’alunna, soltanto esemplificativo durante una lezione. Dal brusio della classe parte un dramma a macchia d’olio che pur diventando quasi surreale conserva una verosimiglianza molto forte con l’ingarbugliato mondo delle relazioni umane in ambito scolastico. Teddy Lussi-Modeste, regista al suo terzo film e contemporaneamente insegnante nella periferia di Parigi, mette a punto un teen-drama ispirato alla sua stessa esperienza che lievita quasi fosse un noir dove si espanderanno sospetto, incomunicabilità, bullismo, pettegolezzo, pregiudizio e malizia su un evidente crollo dei valori. Un François Civil inappuntabile ed empatico incarna il protagonista sempre più incredulo che la sua parte giusta e la sua buona fede assurgano a carta straccia, così il tutto si rivela come una tesa battaglia di nervi e resistenza in un amarissimo ritratto su una civiltà in smottamento. Ottima la riuscita di questo film, ma altrettanta l’angoscia per lo spettatore. Tempi cupi.

Ci sono autori che grazie alla loro visione del mondo riescono sempre a schiarirne il cielo. Ecco allora il ritorno di Maurizio Nichetti, uno che pur fermo da una ventina d’anni non ha perso la buona abitudine al sorriso e al cinema gentile. Amichemai potrebbe definirsi come una specie di Thelma e Louise all’italiana perché due donne agli antipodi intraprendono un viaggio in macchina, ma per portare in Turchia un vecchio letto ereditato. Loro sono Angela Finocchiaro e Serra Yilmaz. La prima figlia fa dell’anziano defunto, la seconda badante dello stesso. Nichetti fa diventare il viaggio un film nel film, con la lavorazione commentata da due influencer un po’ svampite. Trovata da leggersi come divertita risposta a un’epoca di logorroici egocentrismi social. Le due squisite protagoniste vanno a comporre una coppia di allegre bisbetiche entrambe indomabili che troveranno qualche punto in comune per far pace. Dialoghi e battute sempre gradevoli, ma si sfiorano anche temi come ambiente, immigrazione, pregiudizio e sostegno sociale. Nichetti è un folletto buono ma non buonista del nostro cinema, e il suo ritorno va accolto come una buona notizia.

Concludiamo con un film evento di Nexo Digital che ora è passato in piattaforma, Paprika – Sognando un sogno è l’ultimo film di Satoshi Kon, regista giapponese di culto che non finì mai il suo film successivo a questo. Le sue animazioni in lungometraggio sono quattro, e qui siamo in una distopia dove l’invenzione tecnologica che permette di entrare nei sogni delle persone viene rubata. La caccia al ladro si tradurrà anche in un vorticoso viaggio freudiano a cavallo tra sogno e mondo reale. Con un impatto visivo incontenibile, Kon ci affida l’ingresso nei sogni di un altro essere umano come un traguardo sensazionale, inizialmente per un utilizzo psichiatrico, ma i rischi si debordare si moltiplicheranno senza controllo. A modo suo persegue il refrain della tecnologia talmente avanzata che diventa pericolosa. Moderno retaggio dovuto ai riverberi culturali delle bombe atomiche del 1945, dai quali sono scaturiti i Godzilla, Conan – Il ragazzo del futuro e tanto altro. Uscito nel 2006, post-cyberpunk e a fine Matrix, Paprika ha un impianto quasi poliziesco ma di folklore nipponico e sovrapposizioni di piani di realtà tali da potersi porre come anello di congiunzione tra la celebre Trilogia delle Wachowski, l’Airone di Miyazaki e Inception di Nolan. E il suo messaggio, ieri come oggi e al netto delle complesse manovre narrative, è sempre quello di pace. Per fortuna. #PEACE

L'articolo I film in sala dall’horror con Hugh Grant al ritorno di Maurizio Nichetti proviene da Il Fatto Quotidiano.




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