Ivrea, crepe nella scala dipinta nel 2020 da Galliano Gallo in zona Unesco

IVREA. È una delle opere di street art realizzate durante il Festival dell’architettura del 2020 per riqualificare la Buffer zone Unesco, con interventi anche a San Grato invia della Liberazione. Eppure la scalinata di piazza Primo Maggio versa in condizioni preoccupanti, tanto da far sorgere dubbi sulla sua stessa stabilità. Le crepe, infatti, corrono evidenti lungo le geometrie del manifesto pubblicitario con cui nel 1956, Giovanni Pintori, presentava al mondo ls Olivetti Elettrosumma 22: un gioco di colori d’effetto realizzato da Galliano Gallo con l’aiuto di Andrea Motto Ros. L’assessore alle Manutenzioni Massimo Fresc assicura che manderà qualcuno della squadra comunale a controllare, anche fino ad oggi la questione non era ancora emersa.

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Tuttavia bisognerà valutare anche la profondità delle crepe per comprendere se, eventualmente, possano esserci problemi strutturali che inficino anche la stabilità delle scale. Le opere di street art “sanno” di essere consegnate alle intemperie a vantaggio però di una relazione vitale con la città qui e ora, con uno scambio continuo che in fondo è la loro stessa essenza. In questo caso sembra chiaro che prima o poi, un intervento strutturale, su quella scalinata, dovrà esser fatto.

D’altronde basta vedere le immagini del 2020, c’è un video in cui La Sentinella intervista Galliano Gallo pienamente immerso nella realizzazione dell’opera, per capire che già nel 2020 si era resa necessaria una ristrutturazione della scala: «Qua il Comune - aveva detto Gallo - ci ha dato un grosso supporto, perché prima di tutto ha risistemato i muri e la pavimentazione che erano in uno stato di abbandono».

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Oggi, quello stato di abbandono e degrado sempre essere tornato ad avvolgere la scalinata. La pittura, d’altronde, è anche scrostata in alcuni punti. Difficile vedere qualcuno che ci si sieda sopra. A prescindere dalle condizioni, la scalinata sembra aver perso proprio il suo rapporto vitale con il quartiere.

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L’opera, dunque, sembra quasi esser giunta alla fine del suo ciclo. Come se avesse assolto a un compito, però. In maniera del tutto diversa a quella “I love Ivrea”, sempre di Gallo e Motto Ros, che era stata cancellata dai condomini dell’unico edificio non olivettiano di via Jervis, per una riqualificazione delle facciate. Una passata di vernice e addio a una delle pitture murali realizzate da Galliano Gallo a settembre 2020, nei giorni del primo Festival dell’architettura che era stato celebrato in città a riconoscimento della filosofia dello spazio urbano sviluppata da Adriano Olivetti. Il murale che non c’è più si trovava all’altezza del civico 64; rappresentava un omaggio a Milton Glaser, tra i maggiori grafici contemporanei famoso per l’iconico logo I love New York. Per Olivetti, Glaser realizzò una serie di poster per la Valentine disegnata da Ettore Sottsass.

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Invisible Ivrea nasce dall’idea del 48enne Alessandro Chiarotto, informatico Sky a Milano, che un po’ per gioco e un po’ no, riprodusse in digitale dei modelli e li mise su Facebook. Era dicembre 2018 e tanti, lì per lì, pensarono alla mano di un qualche street artist illuminato intervenuto nottetempo con bombolette spray e ponteggi. Da quei post nacque la pagina Facebook “Invisible Ivrea”. Nel giro di pochi giorni i like e gli incitamenti a fare di quegli esercizi di fantasia qualcosa di più non si contarono. Chiarotto incontrò l’assessore Michele Cafarelli con l’intenzione di proporgli un contest di portata nazionale. Il resto è storia sui muri di Ivrea.

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