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Barbero mercoledì a Mortara e tra una settimana a Pavia con gli studenti del Volta

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MORTARA. «Alessandro Barbero è da molti anni un amico di Mortara e anche questa volta ha risposto al nostro invito». La libraia Laura Fedigatti, cotitolare della libreria “Le mille e una pagina” di corso Garibaldi con Alberta Lia Maffi, introduce così il 66enne medievalista torinese, professore ordinario all’Università del Piemonte orientale di Vercelli, che mercoledì 12 marzo, alle 17, presenterà “Romanzo russo. Fiutando i futuri supplizi” all’auditorium "Città di Mortara" di viale Dante. Non è previsto alcun tipo di prenotazione, nemmeno con biglietti gratuiti, per l’incontro promosso dall'assessorato alla Cultura e dalla biblioteca civica “Pezza” in collaborazione la libreria “Le mille e una pagina”. Il 19 marzo sarà invece ospita dell’listituto Volta di Pavia.

La prima visita

«Era venuto in libreria la prima volta una dozzina d’anni fa – prosegue Fedigatti – Poi, a cadenza periodica, ha sempre scelto Mortara per presentare i suoi libri: ricordo i suoi incontri in libreria, ma anche alla sala polifunzionale San Cassiano, dove nel luglio di due anni fa accettò un firmacopie del romanzo “Brick for stone” che durò un’ora e un quarto, e al liceo “Angelo Omodeo”. Siamo molto onorati di questa amicizia perché la stessa casa editrice Sellerio di Palermo, solamente pochi giorni fa, mi ha confermato che Barbero accetta pochissimi inviti. All’auditorium avremo un banco vendita con “Romanzo russo” e altri suoi volumi».

La ristampa

Il titolo uscito nel 1998 e oggi ristampato è un intricato enigma che unisce la trepidazione del racconto poliziesco e d’azione con le atmosfere del romanzo russo e le tinte ironiche e argute di un narratore in grado di tirare le fila di un’avventura gustosissima. Chi si ricorda, oggi, che cos’era la Russia di Gorbaciov? Quando la glasnost, la trasparenza, dava improvvisamente voce al dissenso, quando si aprivano gli archivi e affiorava la memoria sepolta delle tragedie del passato, quando esisteva ancora l’Unione Sovietica e nell’immenso paese convivevano, senza sforzo apparente, russi e ucraini, azeri e armeni, e sotto la facciata del comunismo ortodosso ribolliva di tutto, dall’affarismo mafioso all’integralismo islamico.

In quella Russia in bilico fra ingenue speranze e oscuri presentimenti si muovono la giovane storica Tanja, impegnata in una tesi su un argomento fino a poco tempo prima proibito, il giudice Nazar, che cerca di non perdere la sua umanità mentre indaga su crimini efferati, e l’attore Mark, ossessionato dal romanzo che sta scrivendo sullo sterminio degli ebrei di Odessa. Tre trame in apparenza separate che finiranno per riunirsi, come in un intrigo di Le Carré, svelando verità nascoste e lasciando intuire i torbidi che avanzano. Barbero racconta questa storia con un ritmo e un modo di rivolgersi al lettore che ricorda volutamente i grandi russi, come Gogol e Bulgakov.

Così “Romanzo russo” racconta l’ultimo ambiguo decennio dell’Unione Sovietica, dove, alla conclusione delle storie di Tanja, del giudice Nazar Kallistratovic e di Mark Kaufman, sarà inevitabile fiutare “i futuri supplizi”, come ammonisce un verso del poeta Mandelstam, vittima di Stalin. —

Umberto De Agostino




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