“Io metto il cappuccio per difendermi da Milano: dalla (poca) sicurezza alle piadine dopo aver fatto serata”. Naska racconta la città in dieci punti
“Milano è così, ti mangia se vuole. Io metto il cappuccio per proteggermi”. È una dichiarazione d’amore e un po’ anche di odio quella di Naska con il suo Ep “Milanconia”. Un progetto che è uscito fuori, un po’ a sorpresa, proprio durante il suo tour teatrale unplugged sold out, stasera sarà al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Nella tracklist anche la cover di “Guarda che luna” di Fred Buscaglione.
Un racconto vero e proprio quello di Naska che racchiude momenti di intimità, di vissuto e di crescita quando dalla provincia (Civitanova Marche) si è spostato, con l’aiuto dei genitori, nella capitale meneghina per sbarcare il lunario. In dieci punti il cantate racconta a FqMagazine la “sua” Milano. Il percorso di Naska prosegue dopo l’onda lunga del terzo disco della carriera “The Freak Show”, che si è sviluppato al concerto-evento del 7 dicembre per la prima volta al Forum d’Assago. Il prossimo step c’è da scommettere sarà la partecipazione al Festival di Sanremo 2026.
Cosa ami di Milano?
Mi ha dato la possibilità di ricominciare da 0. Amo che quando sono su di morale posso uscire e c’è sempre qualcosa da fare, amo che se hai un’idea, un sogno, Milano ti permette di realizzarlo.
Cosa odi di Milano?
Odio di Milano che se, invece, sei giù di morale, il suo grigiore, le sue giornate di nebbia ti uccidono. Odio anche che in quei casi c’è sempre qualcosa da fare, ma io voglio rimanere a casa e mi pento di non essere uscito.
Qual è stata la tua “prima volta” a Milano?
La prima volta a Milano sono andato con il treno accompagnato dai miei. Era la prima volta che mi trasferivo a Milano. Mi ricordo che ero in Via Vigevano 1, in una mansarda con altri due inquilini marchigiani che sono diventati miei amici. Dormivo sul divano e appena sono andati via i miei genitori è iniziata la storia di Pinocchio nel paese dei balocchi per i primi mesi ‘ho fatto il disastro’. Tutto quello che non facevo a casa, lo facevo a Milano. Fino a che poi non ho finito tutti i soldi che avevo risparmiato e ho iniziato a portare in giro il curriculum.
Il luogo preferito di Milano?
Sono le Colonne di San Lorenzo perché abitavo in zona Navigli, ho passato tanto tempo alle Colone a bere birrette con gli amici, chiacchierare. Stavo lì, c’era sempre un passaggio di gente. Dove nel mio paese di 800 abitanti non passava nessuno. Quindi per me era incredibile tutto questo.
Il ristorante preferito?
Non ho un vero e proprio ristorante preferito, ma tutte le volte che tornavo dalle serate, che facevo after, andavo a ‘Le Striatelle’ alle 11 a prendermi una piadina. Ormai mi conoscono come se fossi di famiglia. La cosa fica è che ogni volta che usciva una canzone a cena andavo sempre li con gli amici perché per me era una sorta di portafortuna, sono un po’ scaramantico.
Il piatto preferito della cucina milanese?
La classica cotoletta alla milanese!
Come ti difendi da Milano?
“Io metto il cappuccio per difendermi da Milano”. In realtà ultimamente Milano è diventata un po’ più pericolosa. Cerco di evitare certe zone perché mi è successo di essere accerchiato ed è una scocciatura. Poi non vado in giro con i bodyguard, vado in giro o da solo o al massimo con un amico. Vado nelle mie zone, quelle che considero sicure e non ne esco. Poi ormai la conosco bene Milano quindi non ho bisogno di visitarla.
Trovi che Milano sia una città sicura?
Eh non proprio. Ci sono delle zone più tranquille altre meno, ma ormai succede di tutto anche in quelle tranquille dai video che vedo in giro,
La zona di Milano che frequenti più spesso?
I Navigli perché le poche volte che esco il sabato sera con gli amici vado ancora al Rocket com’è facevo quando mi sono trasferito qui anni fa.
L’ultima volta a Milano cosa hai fatto?
Penso che fossi a casa. Perché sono in tour e quando torno a Milano ne approfitto per rilassarmi un po’, portare fuori il cane e mi riposo per quello che posso.
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