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Март
2025

Fisco, 173 milioni di cartelle e quasi 22 milioni di debitori: tutti i numeri dell’arretrato

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Quasi 1.300 miliardi di crediti fiscali non riscossi. Di cui poco meno della metà considerati ormai persi perché inesigibili. E’ la situazione in cui versa il magazzino della Riscossione, che dà la misura della difficoltà del fisco di incassare un arretrato più che ventennale. Ad alimentare la tendenza dei contribuenti a non pagare sono anche le ripetute misure di rottamazione – l’ultima nel disegno di legge della Lega all’esame del Senato – che alimentano l’attesa di nuovi condoni e, lungi dal portare risorse aggiuntive, pesano negativamente sui conti pubblici.

Fonte: Commissione analisi magazzino AdeR

Il ciclo di audizioni in commissione Finanze del Senato sulla gestione del magazzino e sulla nuova rateizzazione è stato l’occasione per fare il punto. Al 31 gennaio, ha spiegato il presidente della commissione di analisi sul magazzino Roberto Benedetti, il valore residuo dei carichi affidati dal 2000 al 2024 all’Agenzia delle entrate-Riscossione ammonta a circa 1.272,9 miliardi: quel rimane sottraendo dai 1.874,62 miliardi di carichi affidati i 421,39 miliardi di sgravi e carichi annullati e i 180,32 miliardi di crediti riscossi. Si tratta di oltre 290 milioni di singoli crediti ancora da riscuotere, contenuti in circa 173 milioni di cartelle, avvisi di addebito e avvisi di accertamento esecutivo, che interessano circa 21,8 milioni di contribuenti.

Una mole abnorme di crediti non sempre facilmente riscuotibili. Molti di modesto valore – uno su 4 è di importo inferiore a 100 euro – la cui riscossione non è economicamente conveniente. Ci sono poi i crediti di fatto inesigibili, perché si tratta di soggetti interessati da procedure concorsuali, persone decedute o imprese cessate, nullatenenti o contribuenti già sottoposti ad azione cautelare: sono 537,75 miliardi i crediti con “profilo di non riscuotibilità”, praticamente carta straccia. La mole aggredibile, invece, è costituita dai 567,85 miliardi di crediti riscuotibili, cui si potrebbero aggiungere altri 167,31 miliardi di crediti incerti, “con profilo di riscuotibilità non determinabile”. Ma l’Agenzia delle entrate Riscossione “stima il magazzino residuo lordo (ovvero le cartelle con un più elevato grado di esigibilità) in soli 100,8 miliardi, il 55,4% del carico totale affidato e l’8% di quello residuo contabile”, osserva l’Ufficio parlamentare dei bilancio, facendo notare che l’Italia è in fondo alle classifiche Ocse per lo stock dei debiti non riscossi sul totale delle entrate (181%) e ultima per i debiti non riscossi esigibili sul totale di quelli non riscossi (circa il 5%).

Fonte: DG Finanze

L’Upb ha ricordato che “ad eccezione di quelle da rottamazione quater, le riscossioni da definizione agevolata, seppure in ripresa dal 2021, sono significativamente inferiori alle attese ufficiali“. Perché c’è “un’elevata incidenza di contribuenti che dopo l’accesso alla definizione agevolata (e quindi dopo il pagamento delle prime rate) omettono di completare il pagamento dell’intero importo dovuto. In generale, vi è il rischio che l’introduzione di forme di definizione agevolata, che in alcuni casi costituiscono vere e proprie forme di condono, possa comportare in prospettiva anche una riduzione della riscossione ordinaria. Da una parte, infatti, viene progressivamente a ridursi l’ammontare dei crediti riscuotibili in riscossione ordinaria e, dall’altra, il contribuente fa affidamento sull’introduzione di nuove o reiterate misure di agevolazione sul dovuto non pagato in forma ordinaria”.

La percentuale di omesso versamento è stata particolarmente elevata per le prime edizioni della rottamazione: nel caso della rottamazione bis raggiunge quasi il 68 per cento. Meglio sta andando la rottamazione quater, plausibilmente per le “maggiori agevolazioni concesse”. La percentuale di omesso versamento nel primo anno di adesione “scende al 10,2 per cento, anche se l’ammontare assoluto delle rate scadute nel 2023 e non versate rimane elevato, attestandosi a 5,4 miliardi. Per una valutazione piena occorrerà attendere l’evoluzione dei versamenti negli anni successivi”.

L'articolo Fisco, 173 milioni di cartelle e quasi 22 milioni di debitori: tutti i numeri dell’arretrato proviene da Il Fatto Quotidiano.




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