Le agitazioni da parte di driver, lavoratrici e lavoratori della logistica in appalto per Esselunga, non si fermano. In prefettura a Milano è previsto un faccia a faccia istituzionale, richiesto dal sindacato Filt Cgil. Sul tavolo delle trattative con le aziende appaltatrici e con il colosso della grande distribuzione ci sono “tutele, sicurezza e dignità” dei lavoratori che effettuano consegne: un incontro “di persona” necessario dato che – riporta il sindacato in una nota – “le uniche risposte da parte di Esselunga sono arrivate attraverso dichiarazioni stampa, volte più a delegittimare la protesta e a diffamare la Filt Cgil – con accuse false – che a ricercare soluzioni condivise”.
“È inaccettabile – aggiungono i sindacalisti – che, invece di assumersi la responsabilità del proprio ruolo di committente, Esselunga provi a scaricare le conseguenze della mobilitazione su lavoratrici, lavoratori e clienti, arrivando perfino a minacciare il ricorso alla cassa integrazione per oltre 700 dipendenti dei centri coinvolti”. Sullo spauracchio della cassa integrazione si è esposto anche il segretario generale della Cgil Milano: “Le minacce di cassa integrazione arrivate da Esselunga, comprando intere pagine di giornale, sono il peggiore esempio di un’azienda che si crede completamente deresponsabilizzata rispetto alle condizioni di lavoro di chi lavora esclusivamente per il suo servizio”, ha detto Luca Stanzione.
“Quando il lavoro in appalto è così indispensabile per il servizio viene da chiedersi quali siano le ragioni delle esternalizzazioni. La mobilitazione dei lavoratori di Esselunga parla a tutto il mondo del lavoro, alle lunghe filiere degli appalti e dei subappalti in cui troppo spesso si registrano infortuni e morti sul lavoro, le vicende del recente passato di Esselunga dovrebbero maggiormente responsabilizzare il committente”, ha aggiunto il leader sindacale milanese sottolineando che dall’incontro in prefettura si aspetta soluzioni.
“Non basta una carta Fidaty – conclude Stanzione – perché clienti e lavoratori abbiano fiducia nei confronti di un marchio ma comportamenti socialmente responsabili”. Lo sciopero, proseguono fermi i manifestanti, proseguirà “a oltranza” fino a quando non si “otterranno risposte concrete”. Davanti alla Prefettura milanese sono previsti in presidio i driver, “che resteranno in attesa dell’esito del tavolo per ribadire la forza e la determinazione di questa mobilitazione collettiva”.
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