Jannik Sinner sta scontando gli ultimi giorni della squalifica di tre mesi, figlia dell’accordo raggiunto con la WADA in seguito alla positività riscontrata lo scorso anno al Masters 1000 di Indian Wells. Il numero 1 del mondo era stato assolto dal tribunale indipendente dell’ITIA, ma l’Agenzia Mondiale Antidoping ha deciso di presentare ricorso al TAS e si è così giunti a questo patteggiamento prima di affrontare il processo a Losanna.
Il fuoriclasse altoatesino ha dovuto saltare i due Masters 1000 sul cemento statunitense e i tornei di Montecarlo e Madrid, perdendo punti importanti nel ranking ATP ma conservando comunque la vetta della classifica internazionale. L’azzurro tornerà in campo in occasione degli Internazionali d’Italia che scatteranno il prossimo 7 maggio sulla terra rossa del Foro Italico di Roma, desideroso di ottenere un risultato di lusso di fronte al proprio pubblico dopo aver conquistato gli Australian Open a fine gennaio.
Negli ultimi mesi non sono mancati gli attacchi rivolti a Jannik Sinner, criticato in ambito tennistico anche da Serena Williams pochi giorni fa. Sull’argomento è ritornato anche Rafael Nadal in un’intervista concessa al Telegraph, supportando il nostro portacolori: “È uscito dalla sentenza come innocente. Non è stato un qualcosa di positivo per il tennis, ma queste cose a volte succedono, gli incidenti capitano, e io lo considero tale, perché credo in Jannik. Sono convinto, da quel che so di lui, che non abbia mai cercato di imbrogliare o di ottenere un vantaggio sugli altri. Sono sicuro che Jannik sia una persona innocente e con dei valori”.
Il fuoriclasse spagnolo ex numero 1 del mondo ha poi proseguito: “Non voglio mettere in dubbio la sentenza. Esistono dei protocolli che tutti noi abbiamo seguito durante la carriera. In questo caso, le autorità hanno tutte le informazioni, mentre quelle che possono essere limitate e molte volte soggettive. Credo nella sentenza. Sinner e la WADA hanno raggiunto un accordo e ora il caso è chiuso”.
Rafael Nadal ha risposto anche a chi negli ultimi mesi ha puntato il dito contro i protocolli poco chiari: “Se non ci piace come funzionano i protocolli, evidentemente le persone coinvolte devono lavorare per migliorarli. Ma io non amo parlare male del nostro sport. Alla fine, quei protocolli sono quelli che tutti noi abbiamo accettato e sottoscritto“.
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