Garlasco, Sempio scrisse: “Ho fatto cose inimmaginabili”. Non verbalizzato malore durante l’interrogatorio
Le complesse indagini della procura di Pavia sul delitto di Garlasco – che vede Andrea Sempio, unico indagato per concorso nell’omicidio di Chiara Poggi con Alberto Stasi o con ignoti, contano non solo su tracce di Dna – da sottoporre ad analisi – o dell’impronta attribuita a Sempio, ci sono anche elementi che emergono dalle indagini classiche come in un caso del genere.
I carabinieri del nucleo investigativo di Milano – come riporta il Corriere della Sera – hanno prelevato dalla spazzatura del 37enne o anche alcuni bigliettini scritti a penna e poi accartocciati e gettati via. Frasi che testimonierebbero, secondo l’ipotesi degli investigatori, una personalità disturbata dell’indagato, la cui analisi verrà affidata agli esperti del Reparto analisi criminologiche: “Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare”, “inimmagginabili”. Nessun il riferimento all’omicidio di Chiara Poggi, per cui è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, ma per gli inquirenti è l’ulteriore tassello di complesso mosaico in cui si vede Andrea Sempio all’interno della villetta di Garlasco la mattina del 13 agosto 2007.
Il malore mai verbalizzato – C’è poi un elemento che viene aggiunto: un malessere mai verbalizzato dagli investigatori dell’Arma di Sempio. Che il giovane avesse avuto un malore – un calo di pressione probabilmente – lo ha raccontato, captata, proprio la mamma dell’indagato che riferì il 4 ottobre 2008, giorno in cui il figlio esibì ai carabinieri il famoso scontrino del parcheggio di Vigevano datato 13 agosto 2007 (ore 10.18), “Andrea si sentiva male”. Una situazione che però non risultava dal verbale aperto alle 10.30 e chiuso alle 14.40 dai carabinieri che avevano raccolto la sua testimonianza sugli spostamenti dei quel mattino. Quel giorno è stato accertato dalla procura che un’ambulanza intervenne per soccorrere per 40 minuti Andrea Sempio,
Intanto Marco Poggi, sentito a Venezia, ha risposto a nuove domande suoi luoghi di casa frequentati anche da Andrea Sempio e dove giocassero lui e i suoi amici. Secondo Poggi poteva succedere che i ragazzi scendessero nel seminterrato della villetta dove c’era la lavanderia e dove erano anche custoditi gli attrezzi. Da dove era sparito un martello, che però una perizia aveva escluso come possibile arma del delitto.
Al testimone è stato poi chiesto ancora delle tre telefonate a casa Poggi che, per la procura di Pavia, sono inspiegabili visto che il suo amico era partito da molti giorni per le vacanze in Trentino con i genitori. Due telefonate a casa Poggi avvenute alle 17.40 e alle 17.42 del 7 agosto 2007, e una alle 16.45 dell’8 agosto. Cinque e sei giorni prima l’omicidio di Chiara. Sempio ha spiegato che si trattava di tentativi di rintracciare Marco. Che aveva dichiarare di non ricordare di aver ricevuto alcuna chiamata. Nelle precedenti indagini Sempio ha sempre ribadito di essere “sicuro” che Marco non gli avesse indicato la “data precisa della sua partenza” e che quando chiamò casa Poggi per quelle tre volte lo aveva fatto per “chiedere” se ci fosse Marco. I due ragazzi erano stati insieme fino al 4 agosto 2007 ed è strano, per gli inquirenti, che Sempio non sapesse o non avesse capito del viaggio vacanza.
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