Roland Garros, Shelton: “Solo gli italiani ci battono, tanti tennisti americani al top. E sulla terra non abbiamo più paura di sporcarci”

Sbagliando si impara. Non è ancora detta l’ultima parola, ma i risultati dicono che Ben Shelton sta facendo passi in avanti sulla terra rossa, con l’ottavo di finale contro il campione in carica Carlos Alcaraz come prova del nove. Una pacificazione con il rosso passata anche per la prova solida che lo statunitense ha fornito contro Matteo Gigante, mettendo fine alla favola del romano in tre set. Il nativo di Atlanta sta facendo più di un pensierino a riscrivere la storia recente degli americani al Roland Garros, tema ricorrente in conferenza stampa dove Ben ha speso belle parole per l’evoluzione che sta avendo il movimento tennistico USA, reputandolo secondo solo a quello azzurro.

D. Congratulazioni Ben. Ci puoi parlare del match? Qual è stata la chiave ?
Ben Shelton: “Sì, è stato divertente. E’ stata la prima volta che ho giocato sul Simonne Mathieu, un match insidioso. Ogni volta che giochi con un mancino, non è semplice. Anche io sono mancino, ma Gigante è un giocatore difficile da affrontare che sta giocando con tanta fiducia, dopo aver battuto Stefanos nell’ultimo turno. Sì, è stato uno di quei match in cui molte cose hanno funzionato per me, penso di aver risposto molto bene e di aver tenuto i miei turni al servizio bene, nonostante non abbia servito in modo fantastico. Sono felice di aver risolto questo match complicato in tre set.”

D. Ci puoi parlare del colpo nel secondo set? E’ stato uno dei punti più memorabili che hai giocato da terra e a una mano?
Ben Shelton: “Se mi fossi tuffato per questo, ti avrei detto sì. Ma sono caduto con la faccia a terra per la mia mancanza di coordinazione sulla terra battuta, per questo ho colpito la palla da terra. No, non è uno dei più memorabili per questo, però sì per vincere il punto è stato sorprendente, penso (sorride)”

D. Tuo padre ha un auricolare durante il torneo. Può parlare con TNT durante la partita. Non è un problema per te che possa parlare del tuo gioco durante la partita?
Ben Shelton: “No, non potrebbe importamene di meno. Penso sia un bene per lo sport che ci sia qualche approfondimento sugli allenatori. Penso sia quello che i fan vogliono vedere. Penso sia una grande parte del tennis che non abbiamo avuto molto in passato, ma è qualcosa che mio padre ha sempre voluto fare. Per quanto mi riguarda, non lo noto nemmeno durante la partita, a parte il fatto di vedere l’auricolare. Sì, credo che sia stato molto bello, e spero che la gente si sia divertita.”

Q. Ci saranno tre o quattro americani nel quarto turno, a seconda di ciò che accadrà con Quinn domani. E’ da tempo che non si sono avuti tre o quattro uomini americani al quarto turno. Mi chiedo cosa pensi di questo: pensi anche che la mentalità degli americani su questa superficie sia cambiata? Anni fa c’era un atteggiamento disfattista mentre ora c’è più convinzione e una mentalità vincente, forse.
Ben Shelton: “Sì, è interessante. Penso che tutti gli americani siano entusiasti. E’ risaputo che è un torneo dove storicamente non abbiamo fatto bene, con una superficie sempre ostica. Significherebbe molto, in termini di rispetto guadagnato fare bene qui. Ne stavo parlando con Francis Tiafoe un paio di giorni fa, sentiamo che ora c’è una massiccia partecipazione americana in questo torneo. Riceviamo più messaggi, molta più gente ci guarda e si interessa. Non so esattamente quale sia il feedback qui in Europa perchè la maggior parte dei miei amici è a casa, ma lo stanno apprezzando. Penso che tutti noi stiamo cercando di capire cosa fare in questo torneo, siamo eccitati dall’opportunità. Probabilmente la superficie migliore per Tommy Paul è la terra battuta, lo dicono i suoi risultati nei Master 1000. E gli altri ragazzi, non hanno paura di sporcarsi un po’.”

D. Hai fatto un lavoro specifico quest’anno per migliorare il tuo gioco e i tuoi movimenti sulla terra battuta? Qual è il tuo rapporto con questa superficie?
Ben Shelton: “Da quello che avete visto oggi, sono caduto.
No, credo che per me si tratti solo di capire come poter continuare a fare il mio gioco e adattarmi un po’ alla terra battuta e agli spostamenti su di essa, pur continuando a giocare con uno stile aggressivo. Dove vado più volte a rete, colpisco volée e colpi di rovescio, mixando il servizio e la volée, cercando di essere dinamico con il mio dritto, mescolando il mio slice.
Penso che sto facendo un grande lavoro per non stare semplicemente 6 metri dietro la linea di fondo e giocare alto e pesante come lo stile di gioco tradizionale sui campi in terra battuta, ma posso ancora giocare con il mio stile di gioco ed essere efficace sulla terra battuta.”

D. E’ la prima volta che tre americani ci sono dal 1995. E’ un altro segnale che state colmando il gap con il resto del mondo?
Ben Shelton: “Sì, credo al 100%. Sai, i ragazzi stanno facendo strada, non è che il gruppo si sta sta diventando più piccolo, ma più grande. Sai, ci sono i ragazzi che sono stati dei punti fermi come Fritz, Tommy Paul e Tiafoe. Ora anche io faccio parte di questo gruppo. Ma ci sono tanti altri ragazzi che forse non vengono menzionati così tanto, ma che hanno enormi qualità, come Sebi Korda, come Alex Michelsen che si sta affermando, come Learner Tien, Nishesh Basavareddy oppure Ethan Quinn che dopo questo torneo diventeranno top 100. I nostri numeri diventano sempre più grandi. Penso che quando ci sono ragazzi che si fanno strada in questo modo, è difficile che non ce ne siano alcuni al vertice. Per me è davvero incoraggiante. Penso che siamo uno dei Paesi che lo stanno facendo in questo momento e che stanno davvero sfondando. Gli italiani ci battono, e non so quali altri Paesi. Ma io credo che stiamo consolidando nel mondo del tennis.”