“Pensavo fosse il solito brufolo sul naso, lo schiacciavo e ricompariva. Poi mi sono ritrovata con un grosso buco nero”: la storia di Kery-Ann Buckell. Cos’è il carcinoma basocellulare
Kerry-Ann Buckell pensava di avere un brufolo sul naso, ma ogni volta che lo schiacciava ricompariva. La donna, originaria della cittadina inglese di East Grinstead, si è quindi rivolta al medico che l’ha indirizzata da uno specialista. La diagnosi di carcinoma basocellulare l’ha lasciata di sasso: “Avevo letto di persone che amavano stare al sole e che avevano avuto un tumore alla pelle, ma non era il mio caso” ha raccontato al Daily Mail, aggiungendo come fosse solita proteggersi con la crema solare. A tre anni dalla rimozione del tumore è comparsa un’altra macchia dall’altro lato del naso, questa volta grande il doppio, che una volta tolta le ha lasciato “un grosso buco nero che mi ha messo davvero a disagio”. Ilfattoquotidiano.it ha parlato di questo tumore della pelle con il dottor Umberto Cortinovis, Responsabile chirurgia plastica alla Fondazione IRCSS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Che cos’è il carcinoma basocellulare?
È un tumore maligno della cute che parte dallo strato basale dei tessuti di rivestimento. È considerato maligno perché se non viene tolto in modo radicale, inesorabilmente si riforma.
Tende a metastatizzare?
Ha una malignità locale, quindi una volta rimosso in linea di massima il paziente è guarito se l’esame istologico valuta che tutti i margini, sia quelli laterali che quelli profondi, siano liberi dalla malattia. In letteratura internazionale sono stati descritti alcuni casi in cui il carcinoma basocellulare può dare metastasi, ma è un’evenienza veramente molto rara.
Le recidive sono frequenti?
La percentuale è molto bassa, meno del 5% in 5 anni, però la recidiva è sempre locale, ovvero dov’era il tumore prima. Alcune forme cosiddette “multifocali” possono far comparire altre lesioni vicino alla sede primaria, ma non si tratta di recidive, bensì di altre lesioni neoplastiche che si sono formate.
La rimozione è sempre di tipo chirurgico?
Il trattamento migliore è quello chirurgico perché dà la sicurezza di avere i margini liberi dalla malattia. Esistono poi altri trattamenti farmacologici di solito riservati a pazienti che non possono sottoporsi a chirurgia oppure ai casi in cui l’estensione della malattia è tale che un intervento chirurgico può essere altamente demolitivo e creare problematiche ricostruttive o di qualità di vita. In questi casi è anche di estremo aiuto la radioterapia. Alcune aziende, invece, stanno studiando prodotti intralesionali e sviluppando quelli attuali come una ulteriore possibile linea terapeutica.
Di che cosa si tratta?
Di iniezioni all’interno della zona del tumore con farmaci oncologici citostatici, in grado di eliminare le cellule maligne in modo selettivo. Il momento in cui questa terapia sarà convalidata potrà rappresentare una importante evoluzione di trattamento.
Quante persone ogni anno in Italia sono interessate dal carcinoma basocellulare?
È una patologia abbastanza diffusa. L’incidenza è di circa 150 casi ogni 100mila persone all’anno.
La protagonista della storia riportata dal Daily Mail ha spiegato di non essere amante del sole e che si proteggeva: ma è un tipo di tumore dovuto solo all’esposizione al sole?
In parte, ma non il sole che si prende adesso: magari quello preso quando si era più giovani con delle abbronzature senza creme con filtri solari o scottature. Una volta non c’era una grande cultura della protezione dal sole. Può esserci anche una componente genetica, e molto dipende pure dal tipo di pelle: chi ha occhi o pelle chiara è più predisposto a questo tipo di lesioni.
Anche i lettini abbronzanti possono essere nocivi?
Si tratta sempre di raggi ultravioletti, che siano del sole o dei lettini. È giusto proteggersi ma senza fare dell’allarmismo.
Come proteggersi al meglio?
Seguendo i consigli standard: non esporsi nelle ore centrali della giornata, abbronzarsi per gradi utilizzando inizialmente creme a protezione più alta e poi più bassa.
Forse siamo più abituati a sentir parlare di melanoma: qual è la differenza con un carcinoma basocellulare?
Hanno un’eziopatogenesi completamente diversa. Arrivano da strati diversi della cute e hanno un’evoluzione differente: il melanoma può dare facilmente metastasi sia per via ematica sia per via linfatica, ed è una neoplasia molto più aggressiva. È fondamentale sottoporsi a controlli specialistici in caso di qualsiasi dubbio.
Kerry-Ann Buckell pensava che il suo fosse un brufolo e continuava a schiacciarlo ogni volta che si riformava: meglio evitare di “manipolare” corpi estranei quando compaiono sul nostro corpo?
Sì, perché può trattarsi di problemi ben diversi. Meglio rivolgersi a un medico che saprà riconoscerne la vera natura sia con una visita clinica sia con il dermatoscopio, che permette di individuare l’eventuale presenza di caratteristiche peculiari di queste lesioni e di eseguire una diagnosi clinica con conseguente terapia.
Quali sono le caratteristiche che devono metterci in guardia?
Tendono a essere arrossate, a espandersi, non guarire e a ulcerarsi nella parte centrale. Se notiamo, ad esempio, una crostina che si riforma ogni volta che la togliamo, questo può essere un campanello d’allarme per andare a fare una visita, soprattutto perché alcune lesioni, pur essendo sempre presenti, in alcuni momenti possono essere più o meno visibili. Esistono pure delle creme che tendono a non farle ingrandire, ma di certo non possono farle scomparire completamente. Si tratta comunque di una seconda scelta: la prima rimane sempre la chirurgia.
Dopo l’asportazione del carcinoma è frequente che restino dei segni visibili sul viso? Se sì, guariscono o in un secondo momento si può intervenire in altro modo?
Nessuno ha la possibilità di fare delle cicatrici invisibili. La cicatrice è un segno di guarigione, e può essere più o meno visibile in base a dove si trova e al tipo di pelle del paziente. Le tecniche di chirurgia plastica che abbiamo oggi a disposizione ci permettono sia di curare in modo corretto la malattia sia di ottenere degli ottimi risultati cosmetici. Nel tempo le cicatrici tendono a vedersi sempre meno, ad ogni modo nel caso in cui siano molto evidenti ci sono delle opzioni che aiutano a farle vedere il meno possibile, dalle infiltrazioni locali, alle creme a base di silicone, al trattamento con laser.
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