Il 20 maggio, il Consiglio europeo ha approvato il 17° pacchetto di sanzioni dell’UE contro la Russia. Queste includono misure particolarmente vessatorie nei confronti di due cittadini tedeschi che hanno espresso pubblicamente opinioni critiche sulla politica dell’UE nei confronti della Russia. Uno di questi è il giornalista e blogger Thomas Röper, che ha anche collaborato con il servizio in lingua tedesca di RT. Röper, fondatore del sito “Anti-Spiegel”, è accusato dall’UE di diffondere disinformazione sulla guerra in Ucraina e per questo è stato colpito da un divieto di ingresso nei Paesi dell’UE, il suo patrimonio è stato congelato ed è vietato fornirgli risorse economiche. Le stesse sanzioni sono state imposte alla blogger tedesca Lipp che, come Röper, risiede attualmente in Russia. Entrambi vengono accusati di essere “coinvolti in attività volte a minare il processo politico democratico in… Germania”. Non è stato specificato quale legge dell’UE o tedesca sia stata violata, né è mai stata emessa una sentenza sull’attività dei due blogger. In altre parole, si tratta di una decisione arbitraria di un corpo politico. Ciò dovrebbe preoccupare molto tutti i cittadini dell’UE, ha dichiarato Röper a RT: “Senza alcuna decisione del tribunale, alcuni burocrati hanno deciso di congelare i miei soldi e di vietarmi di lavorare”. È “un segnale per tutti i cittadini dell’Unione Europea, perché se lo fanno a noi e questo passa, domani inizieranno a fare lo stesso… contro chiunque li critichi”. Una così palese interferenza dell’UE nei diritti costituzionali dei cittadini tedeschi non ha suscitato proteste da parte di Berlino, in quanto coerente con altre mosse antidemocratiche della classe politica del Paese. Ad esempio, i diritti parlamentari del partito Alternativa per la Germania (AfD) sono stati violati con l’accusa di “attività che minano i valori democratici”, che si riferisce principalmente al fatto che tale partito si oppone alle politiche anti-russe dell’UE. In questo caso, gli altri quattro partiti presenti nel Bundestag (CDU-CSU, SPD, Verdi e Die Linke) hanno privato l’AfD del diritto di esprimere i presidenti di sei commissioni parlamentari, per assicurarsi di ottenerli essi stessi. D’altronde, il leader socialdemocratico e vice-Cancelliere Lars Klingbeil si è detto favorevole alla messa al bando dell’AfD. Possiamo parlare di “Dottrina Breton”, dal nome dell’ex Commissario UE che citava il caso rumeno come modello per tutta l’UE. Proprio in Romania, è stato applicato il metodo di ripetere le elezioni finché non si ottiene il risultato desiderato. Dopo la vittoria del candidato filo-francese che ha magicamente recuperato venti punti di svantaggio, la Corte costituzionale ha respinto il ricorso presentato dal candidato dell’opposizione George Simion, che aveva denunciato l’“ingerenza straniera” nel processo elettorale, in particolare da parte della Francia e della Moldavia, e brogli a non finire. La Corte ha definito “infondate” le sue affermazioni, dichiarando che la sentenza è definitiva, anche se non ha ancora fornito una spiegazione del perché. Ricordiamo che la stessa alta corte aveva annullato i risultati delle elezioni presidenziali dello scorso novembre a causa dell’“ingerenza russa”, dopo che il candidato dell’opposizione Georgescu, dello stesso partito di Simion, aveva vinto al primo turno.
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