Trump viene tenuto all’oscuro?

L’attacco delle forze ucraine ai bombardieri strategici russi ha sollevato interrogativi di cruciale importanza: il presidente Trump è stato informato degli attacchi compiuti in profondità in territorio russo questo fine settimana, presumibilmente da forze ucraine, prima che fossero lanciati? Se sì, li ha approvati? Se no, qual era l’intento degli attacchi, dato che sono avvenuti immediatamente prima del secondo round di negoziati di pace tra Russia e Ucraina a Istanbul? Le forze militari, i servizi segreti e i tecnici statunitensi sono stati coinvolti nella pianificazione e nella logistica a supporto di queste operazioni? L’MI6 britannico ha avuto un ruolo nell’organizzazione degli attacchi?
Questi interrogativi sono stati sollevati dalla presidente dello Schiller Institute, Helga Zepp-LaRouche (foto), che ha trovato sbalorditivo che un’operazione potenzialmente tanto pericolosa potesse essere condotta senza l’approvazione di Trump. Se Trump non fosse stato coinvolto o informato, ciò potrebbe essere visto come parte di un colpo di stato contro di lui, volto a minarne la dichiarata intenzione di porre fine ai combattimenti con la diplomazia e la normalizzazione dei rapporti con la Russia. Già il giorno successivo, lo Schiller Institute ha diffuso un volantino intitolato “Fermiamoci sull’orlo della Terza Guerra Mondiale!!”, che invitava il popolo americano a intervenire, a “rialzarsi in piedi” e a spezzare il potere dei guerrafondai annidati nello “Stato Profondo” e tra i loro collaboratori al Congresso. Il volantino sottolineava come due dei più sfrenati neocon del Congresso, i senatori Lindsey Graham e Richard Blumenthal, si fossero recati a Kiev per fomentare un più attivo coinvolgimento della NATO nella guerra contro la Russia.
Zepp-LaRouche non è sola nel porsi tali domande. Il generale in pensione Mike Flynn, che ha servito brevemente come consigliere per la sicurezza nazionale di Trump durante il primo mandato di questi, prima di essere estromesso nell’ambito del Russiagate, si è chiesto in un post su X se il Presidente USA fosse stato consultato o informato prima del lancio dell’operazione. Se la risposta è no, ha scritto, “non si tratta semplicemente di una violazione del protocollo. È un insulto geopolitico e un segnale d’allarme.” Se l’Ucraina è libera di agire, ha continuato, “senza informare la Casa Bianca, non siamo più alleati con problemi di coordinamento: siamo co-belligeranti che volano alla cieca.”
Ciò che è implicito sia nella reazione di Zepp-LaRouche che in quella di Flynn è che una linea d’azione che potrebbe farci precipitare in una guerra nucleare è guidata al di fuori dei canali costituzionali e legali ufficiali. E non è la prima volta che sorgono simili interrogativi. Una settimana prima, Trump aveva espresso frustrazione e rabbia nei confronti del presidente Putin per gli attacchi russi contro l’Ucraina. “Sono molto infastidito” da questi attacchi, ha sbottato il Presidente, aggiungendo che ritiene Putin “completamente impazzito! Sta uccidendo inutilmente molte persone.” Quando un giornalista gli ha chiesto delle notizie secondo cui l’elicottero di Putin sarebbe stato attaccato da droni, Trump sembrava sorpreso e ha detto di non esserne a conoscenza, aggiungendo però che ciò potrebbe spiegare gli attacchi russi come ritorsione!
Trump ha scelto Tulsi Gabbard come Direttrice dell’Intelligence Nazionale per aiutarlo a ripulire l’esecutivo dalle reti dello “Stato Profondo” annidate nelle sue pieghe, reti responsabili di aver prodotto ripetutamente false valutazioni e condotto operazioni che hanno impegnato gli Stati Uniti in guerre infinite. Queste reti hanno cercato di bloccarne la conferma al Senato e ora stanno cercando di ostacolarne il ruolo di garante dell’unità d’intenti e d’azione per proteggere la sicurezza nazionale. Secondo alcune fonti, per raggiungere tale scopo Gabbard starebbe riorganizzando gli enti d’intelligence sotto la sua direzione. Gli eventi recenti sottolineano quanto sia fondamentale il sostegno del popolo americano affinché ella possa portare a termine la missione affidatale dal Presidente.