Christian Mantegazza: “Dovevo fare le Universiadi, poi la chiamata per il Mondiale. Sarebbe da stupidi sottovalutare Martinenghi nei 200 rana”
Tra le new entry dell’Italia in vista dei Mondiali di nuoto in piscina a Singapore c’è anche Christian Mantegazza, lombardo classe 2005 che spazia dai misti al delfino avendo raggiunto però attualmente lo standard più elevato a livello nazionale sui 200 rana. Ed è proprio il 2:09.39 realizzato al Settecolli in questa specialità che gli ha permesso di ottenere la convocazione per la sua prima rassegna iridata assoluta con la Nazionale maggiore.
“Sicuramente il cuore batte forte, anche per la matricola perché comunque mi toccherà (sorride, ndr). Comunque prendo quello che di bello c’è, l’ingresso nel gruppo della Nazionale maggiore per la prima volta e la matricola fa parte di questo, quindi sicuramente ci passerò come ci sono passati tutti prima di me“, dichiara Mantegazza pochi giorni prima della partenza per Singapore.
“Io vengo da Trezzo sull’Adda, un paesino in provincia di Milano che in realtà è più vicino a Bergamo. Ho iniziato a nuotare da piccolissimo, un po’ come tutti. I miei genitori mi hanno portato in piscina per imparare a nuotare, poi da lì non ho mai smesso. Mi sono appassionato, ho cominciato ad entrare nell’agonismo e intorno ai 6 anni ho iniziato ad allenarmi un po’ più seriamente. Ho cominciato a gareggiare a 8 anni sempre nei misti, che faccio tutt’ora, poi piano piano la rana mi è riuscita sempre meglio e adesso mi ritrovo a fare principalmente la rana più dei misti“, racconta il nuotatore azzurro.
Sul bilancio degli Assoluti primaverili di Riccione: “È stato un Campionato Italiano Assoluto importante, perché comunque io arrivavo lì già con cinque medaglie d’argento, sempre secondo e spesso proprio dietro ad Alberto (Razzetti, ndr). Ho ottenuto il mio primo titolo italiano assoluto sia a livello individuale che in staffetta, perché ho partecipato anche alla 4×200 il secondo giorno. È stato un Campionato abbastanza pesante, nel senso che ho fatto divere gare: 100 rana, la staffetta, il 200 misto, il 200 rana. Sicuramente puntavo molto di più sul 200 rana, che poi alla fine non è andato come volevo, infatti ho chiuso gli Assoluti con un po’ di amarezza perché ho vinto ma puntavo ad un tempo inferiore in quella gara. Se guardo però il risultato nel complesso sono soddisfatto”
Sulla scelta di concentrarsi maggiormente sul 200 rana: “Non c’è stato un vero e proprio momento, ma la rana è sempre stato il mio punto forte. Ho iniziato ad allenarla di più negli ultimi anni perché prima avevo un piccolo problema al ginocchio. Poi è chiaro che quando guardi i Campionati Italiani ti rendi conto che ci sono delle discipline un po’ più aperte e altre in cui incontri magari Alberto Razzetti, che ha fatto tre finali olimpiche. Adesso continuerò a lavorare maggiormente sul 200 rana, ma non per questo smetterò di fare i misti perché mi piace gareggiare in diverse discipline, infatti ogni tanto faccio anche qualcosa a delfino. Mi piace gareggiare un po’ ovunque, tranne a pancia in su se si può evitare, però sicuramente l’obiettivo a lungo termine è il 200 rana“.
“Ad essere sincero non mi aspettavo la chiamata in Nazionale, perché l’idea – mia, del mio allenatore e dello stesso Cesare Butini – era quella di fare le Universiadi anche perché lì avrei portato molte più gare. Visto il momento della mia carriera e della mia preparazione era sicuramente un evento più alla mia portata, magari per la finale o un’ipotetica medaglia. Poi dopo il 200 rana del Settecolli invece mi ha chiamato Cesare per convocarmi al Mondiale“, svela il ventenne lombardo.
Sulla strategia che utilizza per il 200 rana: “In realtà cerco di farla sempre allo stesso modo, anche perché sono uno abbastanza preciso e sia in allenamento che in gara tendo sempre a contare le bracciate. Punto a gareggiare sempre allo stesso modo, perlomeno quando sono in forma. Chiaramente se manca la forma perché sono in carico o per un qualsiasi motivo, la gara si adatta un po’ alle esigenze del mio fisico perché altrimenti rischio di non reggere. Di solito faccio un 50 abbastanza spinto per quelle che sono le mie caratteristiche, visto che non sono veloce, infatti ho un personale sul 50 di 28 basso e passo 29 basso nel 200 rana. Nel secondo 50 cerco di impostare la nuotata che provo a mantenere per il resto del 100, mentre il secondo 100 provo a farlo in progressione“.
Sulla probabile presenza ai Mondiali di Nicolò Martinenghi anche nei 200: “L’aveva già annunciato al Settecolli, in cui comunque nonostante tutto aveva fatto il suo personale. Devo dire che sottovalutare Nicolò in un 200 rana sarebbe da stupidi perché, tralasciando il personale sul 100 che è di oltre un secondo e mezzo più basso del mio, lui nasce proprio sul 200. È chiaro che adesso pesa molto di più e portarsi dietro tutto quel peso per un 200 dev’essere faticoso, però rimane un gran ranista quindi staremo attenti“.
Sull’obiettivo della vigilia in vista del debutto iridato: “Penso che sarò contento a prescindere, perché comunque è la mia prima esperienza in Nazionale e avrò in ogni caso guadagnato qualcosa rispetto a quando sono partito. Fissarsi degli obiettivi al primo Mondiale penso che sia difficile. Ovviamente non vado là a farmi una vacanza, ma con la voglia di gareggiare al massimo. L’obiettivo sarebbe quello di passare almeno il primo turno“.