Per il 28-29 luglio 2025 la Francia e l’Arabia Saudita organizzano presso la sede dell’ONU di New York una conferenza a favore di una soluzione a due Stati per Israele e Palestina.
La conferenza dovrà stabilire il contesto della pace tra palestinesi e israeliani, pervenendo a iniziative concrete, coerenti con i principii umanistici delle tradizioni abramitiche (giudaismo, cristianesimo e islam), con il diritto internazionale e con la Carta dell’ONU. L’umanità dell’intero globo assiste a uno spettacolo terribile trasmesso in diretta dai media mondiali: è lo spettacolo di un governo di Israele che commette crimini contro l’umanità ed altri atti di barbarie prossimi al genocidio, nel nome del proprio “diritto di difendersi dal terrorismo”; è lo spettacolo di un governo criminale mantenuto in vita artificialmente dalle capitali Londra e Washington a suon di miliardi di dollari e di armamenti sempre più letali.
In questo contesto emerge la necessità assoluta di riconoscere e di costituire lo Stato palestinese; di riconoscerne la sovranità e di assicurargli risorse idriche ed energetiche in funzione del suo sviluppo. Una tappa indispensabile nel passaggio dall’ideale alla pratica, alla realtà. In ciò consiste la nostra proposta del “Piano Oasi” per una benefica dinamica di mutuo sviluppo.
Si tratta di una prospettiva da adottare a beneficio di tutti i Paesi dell’Asia Sudoccidentale, i quali, partecipando alla conferenza, dovranno definire i modi e i mezzi della sua attuazione.
Il “Piano Oasi” fu proposto dallo statista ed economista americano Lyndon LaRouche, già nel 1975, per agire in considerazione delle caratteristiche geologiche che interessano i popoli d’Israele, della Palestina e della Giordania, quelle di una regione arida, cerniera tra tre continenti. Il progetto prevede infrastrutture idrauliche per rendere rigogliose le zone desertiche e per il trasporto di merci, oltreché per sviluppare le altre produzioni in una prospettiva di sviluppo economico necessaria all’attuazione di soluzioni politiche.
Questo piano è apertamente contrario alle pratiche della geopolitica britannica e dei poteri coloniali, definendo appunto una prospettiva che oltrepassi i fini della Banca Mondiale e delle proposte formulate sia dalla Francia sia della Lega Araba.
Esso si ispira semmai alla Commissione per le Riconciliazione istituita da Nelson Mandela per superare l’apartheid.
Lo Schiller Institute auspica: l’immediato cessate il fuoco; la liberazione di ostaggi e di prigionieri; il ripristino immediato degli aiuti umanitari e degli approvvigionamenti d’acqua e di elettricità; il riconoscimento immediato di uno Stato palestinese quale membro di diritto delle Nazioni Unite.
Il “Piano Oasi” è la pietra miliare per la creazione di un nuovo paradigma di “Distensione, Intesa e Cooperazione”.
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