Il 18 luglio Tulsi Gabbard, direttrice dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti, ha reso note quelle che ha definito “prove schiaccianti” di “una cospirazione sediziosa volta a sovvertire la volontà del popolo americano”. Nel rendere pubbliche oltre 100 pagine di documenti precedentemente secretati, la Gabbard ha smascherato la bufala del “Russiagate” come “costrutto narrativo” e fabbricazione di “informazioni politicizzate” da parte di funzionari dell’intelligence. Nell’account X della National Intelligence, la Gabbard ha pubblicato una serie di infografiche devastanti insieme a una cronologia che mostra che il 31 agosto, il 9 settembre e il 7 dicembre 2016 la comunità dell’intelligence (IC) aveva stabilito che la Russia non aveva né la capacità né l’intenzione di hackerare l’infrastruttura elettorale del 2016 e aveva incluso questa valutazione nel rapporto quotidiano al presidente dell’8 dicembre di quell’anno. Il rapporto, tuttavia, fu nascosto al presidente Obama su ordine dell’ufficio di James Clapper, allora capo della DNI. Il giorno seguente, il 9 dicembre, fu convocata una riunione alla Casa Bianca alla quale parteciparono il direttore della CIA Brennan, il direttore dell’FBI James Comey, il capo del DNI James Clapper, l’allora consigliere per la sicurezza nazionale Susan Rice, il segretario di Stato John Kerry, il sottosegretario Victoria Nuland e altri, durante la quale, secondo la Gabbard, “Obama ordinò all’IC di redigere una nuova perizia che descrivesse in dettaglio l’ingerenza russa nelle elezioni, anche se ciò avrebbe contraddetto le numerose perizie pubblicate nei mesi precedenti”. La “nuova valutazione” fu pubblicata il 6 gennaio 2017 e aprì la strada alla tesi secondo cui la Russia avrebbe hackerato le procedure elettorali assicurando così la vittoria di Donald Trump su Hillary Clinton, una narrazione che ha dominato tutto il primo mandato di Trump (2017-2021). Tulsi Gabbard ha consegnato i documenti al Dipartimento di Giustizia e ha chiesto che i responsabili siano perseguiti penalmente. Ciò avrebbe conseguenze di vasta portata, poiché sono direttamente coinvolti molti personaggi figure chiave del minaccioso “deep state” e dei principali enti di intelligence, per non parlare dello stesso Barack Obama. Queste rivelazioni esplosive hanno ricevuto relativamente poca attenzione, il che non sorprende dato che i principali media sono stati pienamente complici nel diffondere la propaganda anti-russa. Oggi preferiscono parlare della presunta spaccatura nel movimento MAGA a causa del molto oscuro caso Epstein.