Luca Guercilena: “Milan competitivo anche alla Roubaix. Ciccone alla Vuelta per l’unica maglia che gli manca”
Se c’è una figura capace di incarnare a pieno il significato di uomo di ciclismo, questa è senza dubbio Luca Guercilena. Poliedrico, appassionato, determinato: nella sua carriera ha attraversato il mondo delle due ruote in quasi tutte le sue sfaccettature, da tecnico a dirigente, fino a diventare uno dei riferimenti assoluti nel panorama internazionale. Oggi è il team manager della Lidl-Trek, protagonista sia al Giro d’Italia che al Tour de France. È anche l’unico team manager italiano attualmente nel World Tour, e guida una formazione che punta in alto, molto in alto: l’ambizione è arrivare al primo posto nel ranking mondiale. Non è un obiettivo facile, né a portata immediata, ma Guercilena sa che i mezzi ci sono e l’ambizione pure. Già quest’anno, il podio tra le migliori squadre al mondo non è un’utopia. Lo abbiamo intervistato al termine del Tour de France, per fare il punto sulla stagione e guardare oltre, verso la Vuelta e i Mondiali.
Che voto dai a questo vostro Tour de France?
“Direi un bel sette, sette e mezzo. Il nostro obiettivo iniziale era quello di portare a casa un paio di tappe e la maglia verde, e abbiamo centrato l’obiettivo. Certo, in un paio di occasioni abbiamo avuto la sensazione di poter fare qualcosa in più, soprattutto in termini di vittorie di tappa. Alcune giornate sono state davvero combattute, e piccoli dettagli ci hanno impedito di capitalizzare meglio. Ma, complessivamente, il rendimento è stato buono e il gruppo ha risposto con grande compattezza”.
Milan è già tra i migliori velocisti al mondo, ma sembra poter ancora migliorare. come limitare certi movimenti della testa in volata, sia col suo treno che è sempre più oliato: cosa ti aspetti da Jonathan nei prossimi anni?
“Jonathan è senza dubbio uno dei velocisti più forti del panorama internazionale, e il bello è che ha ancora margini di crescita importanti. Parliamo di un corridore giovane, completo, che ha già dimostrato di sapersi gestire su più terreni. In volata è devastante, ma può ancora affinare alcuni aspetti tecnici, come ad esempio la postura della testa negli sprint, che può influire sull’aerodinamica e sulla stabilità. Anche il treno che lo supporta sta crescendo e si sta affinando gara dopo gara. Oggi vincere in volata è sempre più complicato: c’è tantissima concorrenza e il margine d’errore è minimo, per questo un treno efficace può fare la differenza. Nei prossimi anni, mi aspetto che Jonathan diventi un riferimento anche nelle Classiche, oltre che negli sprint”.
In questo momento la Lidl-Trek è una squadra molto attrezzata per singole tappe o corse di un giorno, meno per le classifiche generali dei Grandi Giri. Vi state muovendo sul mercato in questo senso?
“È vero, al momento abbiamo un’impronta più marcata sulle corse di un giorno e sulle tappe, ma non è una scelta definitiva. Stiamo valutando con attenzione il mercato, anche se sappiamo bene che i grandi nomi per la classifica generale nei Grandi Giri sono già sotto contratto e non è semplice trovare spazio. Tuttavia, se dovesse emergere un’opportunità concreta, siamo pronti ad approfondirla. Intanto stiamo cercando di massimizzare il rendimento con gli uomini che già abbiamo, come Ciccone e Skjelmose, che riteniamo due punte di assoluto valore per le classifiche dei Grandi Giri. Non si tratta solo di potenziale, ma di costruire un percorso solido e di crescita intorno a loro”.
Quanto ha influito l’ennesimo episodio sfortunato al Giro d’Italia per Giulio Ciccone?
“Ha influito molto, sia dal punto di vista sportivo che morale. Avevamo investito tanto su Giulio, sia in termini di preparazione che di costruzione della squadra intorno a lui, e veder sfumare tutto per l’ennesimo imprevisto è stato davvero penalizzante. Al Giro e anche al Tour con Skjelmose non siamo riusciti a mostrare il vero potenziale della squadra proprio per questi contrattempi”.
In che condizioni si presenterà Ciccone alla Vuelta? Proverà a fare classifica o punterà alla maglia di miglior scalatore, l’unica che gli manca? Quali saranno le ambizioni?
“Alla Vuelta arriverà con una preparazione mirata e una buona condizione, ma non sarà un approccio orientato alla classifica generale. Il nostro obiettivo principale sarà vincere tappe e puntare alla maglia di miglior scalatore, che è una sfida concreta e motivante. È l’unico traguardo di questo tipo che ancora gli manca, e sappiamo quanto possa esaltarsi nelle tappe dure e sulle grandi salite. Sarà una corsa per cercare riscatto, e daremo a Giulio il massimo supporto per farlo”.
Bagioli prometteva molto bene da U23. Cosa gli è mancato sino ad ora?
“Bagioli ha sicuramente grande talento, lo abbiamo sempre visto. Tuttavia, in questi anni è mancata un po’ di costanza, sia nei risultati che nella gestione della stagione. A volte ha pagato infortuni o momenti complicati, ma ora lo vedo più maturo. In questa seconda parte del 2025 sta crescendo bene e sono convinto che nel 2026 potrà far vedere tutto il suo valore”.
Se Milan vi chiedesse di tornare a fare pista dov’è un vero fuoriclasse, verso Los Angeles 2028, lo assecondereste?
“Assolutamente sì. I rapporti con le Nazionali sono ottimi, e noi siamo sempre disponibili a collaborare se l’atleta manifesta interesse. Naturalmente, la nostra attività principale è su strada, ma apprezziamo e sosteniamo tutte le discipline. Se Jonathan dovesse decidere di prepararsi per Los Angeles 2028 su pista, lo supporteremo in tutto e per tutto”.
Il Mondiale sarà uno dei più duri degli ultimi anni. Pogacar partirà favorito, ma per il podio potrà esserci anche Ciccone?
“Sì, credo proprio che Giulio possa essere della partita. Nelle gare di un giorno, quando è in forma, ha sempre saputo dire la sua. Lo ha dimostrato alla Liegi-Bastogne-Liegi, al Lombardia, e in altre Classiche di grande prestigio. Certo, il percorso del Mondiale sarà esigente e la concorrenza fortissima, ma sono certo che il ct Villa saprà sfruttare al massimo le caratteristiche di Ciccone e degli altri azzurri. Un podio non è fuori portata”.
Milan può avere prospettive nelle Classiche del Nord, oppure il periodo attuale con i vari Pogacar e Van der Poel preclude ogni ambizione?
“Sicuramente Roubaix e Gand-Wevelgem sono due corse che si adattano molto bene a Jonathan; ha le caratteristiche giuste. Ovviamente il livello attuale, con fenomeni come Pogacar, Van der Poel e Van Aert, rende tutto più difficile, ma ci sono finestre di opportunità. Serve tempo, esperienza e una squadra costruita intorno a lui anche in quel tipo di gare. Ha già dimostrato di poter essere competitivo, e nei prossimi anni potrà togliersi belle soddisfazioni anche sulle pietre”.