Learner Tien, il tennista che all’hype preferisce le vittorie
Nel tennis di oggi, dove l’hype è spesso più rapido della crescita, non tutti i giovani prospetti hanno lo stesso trattamento mediatico e di conseguenza l’attenzione che meriterebbero, non soltanto dagli addetti ai lavori, ma anche dagli appassionati, che poi sono quelli che muovono le logiche di interesse tennistico. Prendete Joao Fonseca, ad esempio: brasiliano, carismatico, seguito ovunque da una torcida festante che riesce a riempire gli spalti anche ai tornei minori, soprattutto nei tornei americani. Il suo tennis, effervescente e istintivo, ha già fatto innamorare molti. E la vittoria alle Next Gen Finals 2024 – in finale proprio con l’americano Learner Tien – ha alimentato la narrazione di un predestinato. La realtà, però, è un po’ più complessa. Fonseca è un talento purissimo, certo, ma i risultati ottenuti nel circuito maggiore raccontano ancora di un percorso in costruzione, con qualche alto ma anche tanti momenti di normale transizione.
Al contrario, Learner Tien – classe 2005, cresciuto in California – ha vissuto finora sotto traccia. Nessuna fanbase chiassosa, pochi riflettori, un carattere sobrio che non cerca la ribalta. L’hype intorno a lui è stato fin qui minore, quasi ingiustificatamente, considerando che nel solo 2025 ha già ottenuto quattro vittorie contro giocatori classificati nella top 10 mondiale: Daniil Medvedev agli Australian Open, Alexander Zverev ad Acapulco, Ben Shelton a Mallorca e Andrey Rublev a Washington. Solo Zverev è riuscito a prendergli la rivincita, al Roland Garros. Per il resto, ogni volta che l’asticella si è alzata, Tien ha risposto presente, con quella silenziosa determinazione, tipica di chi poi arriva alle vette più alte. In casa nostra abbiamo un esempio piuttosto lampante in tal senso.
Da Melbourne a Toronto: la crescita esponenziale
Non sarà un top 10 ma succede che nella notte italiana, al National Bank Open di Toronto, Tien abbia superato un altro test ad alta tensione: Denis Shapovalov, idolo di casa, battuto 7-6 7-5 in un match combattuto e giocato in un’atmosfera tutt’altro che neutra. “La folla era molto coinvolta, ma mi piacciono queste situazioni – ha spiegato l’americano in conferenza stampa –. Quando c’è energia intorno al match, tutto diventa più divertente, anche se non tifano per te”.
È la sua prima volta al terzo turno in un Masters 1000, ma soprattutto, è la prima vittoria in carriera in un evento di questa categoria sul cemento. Un altro tassello in una stagione che, pur tra qualche fisiologico up and down, lo ha visto progredire con continuità. “È stato un anno di tante prime volte – ha detto Tien –. Tanti tornei nuovi, tante esperienze, qualche settimana complicata, ma anche tante cose positive. Cerco di godermi quelle”.
Il ritratto: pacato fuori, solido dentro
Tien non è un tennista da copertina. Non ha il servizio bomba, non urla dopo ogni punto, non sfoggia esultanze teatrali, ma ha una qualità che spesso vale oro in un giovane: gioca sempre con la testa con quella che viene definita intelligenza tattica; la compostezza emotiva è solo una conseguenza di come si reagisce a determinate situazioni come ad esempio in quel match battaglia di Melbourne con Medvedev. Quello che stupisce in questo ragazzo è il fatto che match con un top player sembrino dargli una marcia in più. In campo non spreca energie, aspetta il momento giusto per colpire, accetta gli scambi lunghi. E quando l’avversario cala – come è successo a Shapovalov nel secondo set – Tien è lì, pronto a prendersi tutto.
A livello tecnico, il californiano è un giocatore ordinato, con un ottimo rovescio e una solidità da fondo campo che gli consente di gestire anche i match più intensi. Il servizio è forse l’unico fondamentale che ancora necessita di uno step ulteriore. “Non sono uno dei più grandi fisicamente – ha ammesso lui stesso –quindi la battuta è qualcosa su cui ho sempre lavorato molto, ma so di dover migliorare ancora”. Per il resto, l’impressione è quella di un ragazzo con le idee chiare, che sa dove vuole arrivare.
Vita da rookie: i pro e i contro
Il 2025 è anche il suo primo anno pieno nel circuito. E, come tutti, anche Tien sta affrontando l’impatto con i ritmi del tour. “La trasferta europea sulla terra è stata la più lunga che abbia mai fatto – ha raccontato –. Quasi due mesi lontano da casa. È stato tosto, ma sapevo che sarebbe stato così. Cerco di prendere tutto con positività. Certo, stare in California, vedere la mia famiglia e i miei amici mi manca, ma fa parte del gioco”.
Dalla vita da junior a quella da professionista, il salto non è mai banale. Ma Tien sembra averlo fatto con la giusta gradualità. “C’è tanta differenza, sì, ma ci si abitua. I tifosi qui in Canada sono stati fantastici, molto calorosi. Mi piace l’ambiente, l’energia che c’è nei tornei più grandi. Firmare autografi, parlare con la gente, sono tutte cose nuove ma belle. A dire il vero, anche il cibo in città è ottimo”, ha sorriso.
E poi c’è la questione superfici. “Tornare al cemento è sempre semplice per me. È quello su cui sono cresciuto. Più difficile invece passare da hard a terra o erba. Ma ogni volta che torno sul duro, mi sento subito a mio agio”.
Fonseca vs Tien: due strade, un traguardo
Tornando al paragone iniziale con Joao Fonseca, è interessante notare quanto diverse siano le narrative che accompagnano i due. Il brasiliano ha una presenza scenica naturale, un tennis frizzante, un seguito mediatico importante, ma al momento, sono i numeri di Tien a parlare più forte. Nonostante la sconfitta patita nella finale Next Gen, l’americano ha saputo imporsi con più continuità nei tornei veri, quelli che contano per davvero. Fonseca resta un prospetto notevole, ma forse qualche voce lo ha elogiato troppo in fretta, prima che il campo desse tutte le conferme del caso.
Tien, invece, è cresciuto nell’ombra. Nessuna campagna social, nessuna adorazione incondizionata, ma oggi, quando si guarda al rendimento contro i migliori, è difficile non pensare che sia lui – e non altri – l’under 20 più convincente della stagione.
Prospettive e un obiettivo realizzabile nel 2025: primi 30 al mondo
Siamo solo a fine luglio, ma Learner Tien ha già scritto un capitolo importante del suo 2025. Salire tra i primi 30 del mondo non è più un miraggio, e con l’autunno sul cemento americano e asiatico alle porte, le occasioni non mancheranno. Quello che colpisce di più, però, non è solo la classifica. È la maturità con cui affronta le partite, il modo in cui si muove nel circuito, la serenità con cui ammette di avere ancora tanto da imparare.
Senza clamore, ma con i colpi che cominciano a pesare sempre di più. Learner Tien non sarà ancora sulla bocca di tutti, ma chi lo osserva con attenzione sa già che questo ragazzo sta costruendo qualcosa di serio. E lo sta facendo con la calma di chi sa che, per arrivare in alto, non serve correre, serve solo non sbagliare i passi. E fin qui, non ne ha sbagliato uno.