L’Iran ha usato bombe a grappolo negli attacchi contro Israele
Dopo aver illustrato qui la ricerca di Amnesty International sull’attacco israeliano contro il carcere iraniano di Evin, ora le parti s’invertono. L’organizzazione per i diritti umani ha rivelato l’uso, da parte delle forze militari iraniane durante la cosiddetta “guerra dei 12 giorni” di bombe a grappolo per attaccare Israele, in palese violazione del diritto internazionale umanitario.
Nel mese scorso le forze iraniane hanno lanciato missili balistici con testate contenenti sub-munizioni (o “bombette”) contro aree residenziali densamente popolate in Israele, mettendo in pericolo la vita della popolazione civile. Amnesty International ha analizzato foto e video che mostrano bombe a grappolo che, secondo quanto riferito dai mezzi di informazione, hanno colpito l’area metropolitana di Gush Dan, nei pressi di Tel Aviv, il 19 giugno.
Anche le città di Beersheba, nel sud di Israele (20 giugno), e Rishon LeZion, a sud di Tel Aviv (22 giugno), sono state colpite da ordigni che hanno lasciato numerosi crateri d’impatto compatibili con le sub-munizioni osservate nell’area di Gush Dan. Queste hanno colpito una scuola e un campo da basket a Beersheba, ma non sono state segnalate vittime o persone ferite.
Le bombe a grappolo sono ordigni convenzionali progettati per sganciare piccole sub-munizioni esplosive. In genere vengono lanciate e diffuse tramite razzi, artiglieria o contenitori sganciati dall’aria, disperdendo ordigni su ampie superfici, talvolta grandi quanto un campo da calcio. Spesso restano inesplose e restano un pericolo, anche per decenni, soprattutto per le bambine e i bambini.
Il diritto internazionale umanitario vieta l’uso di armi intrinsecamente indiscriminate. Inoltre, lanciare attacchi indiscriminati che provocano la morte o il ferimento di persone civili costituisce un crimine di guerra. La Convenzione sulle bombe a grappolo, entrata in vigore il 1° agosto 2010, vieta l’uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento di tali ordigni.
Il 19 giugno, secondo quanto riferito dai mezzi di informazione, le forze armate israeliane hanno annunciato che le forze iraniane avevano lanciato “un missile contenente sub-munizioni a grappolo contro un’area civile densamente popolata” nel centro di Israele, e che circa 20 sub-munizioni erano cadute su un’area con un raggio stimato di otto chilometri. Gli esperti in armamenti di Amnesty International sono riusciti a identificare una sub-munizione inesplosa apparentemente rinvenuta il 19 giugno nell’area metropolitana di Gush Dan. Amnesty International non ha potuto accertare in modo indipendente il punto esatto in cui tale sub-munizione sia atterrata.
Secondo il quotidiano Haaretz, un’altra bomba a grappolo ha colpito il piano superiore di un’abitazione ad Azor, poco dopo le 7 del mattino. Un uomo e suo figlio sono stati svegliati dalle sirene di allarme e sono riusciti a rifugiarsi in una stanza sicura al piano inferiore poco prima dell’impatto.
Gli esperti di Amnesty International hanno identificato le sub-munizioni a partire da immagini diffuse dagli organi di stampa che hanno citato il Comando del fronte interno delle forze armate israeliane.
The IDF Home Front Command confirms that Iran launched at least one ballistic missile carrying a cluster bomb warhead at central Israel today.
The missile’s warhead split while descending, at around 7 kilometers altitude, spreading around 20 smaller munitions in a radius of… https://t.co/PF5RCpLfvH pic.twitter.com/2wyrH2JJM3
— Emanuel (Mannie) Fabian (@manniefabian) June 19, 2025
Inoltre, notizie di stampa relative ad attacchi avvenuti in contemporanea a Beersheba il 20 giugno indicano verosimilmente che anche in quell’area siano state utilizzate bombe a grappolo. Tra i diversi luoghi colpiti, Amnesty International ha potuto verificare che una sub-munizione ha centrato il campo da basket della scuola Gevim. Non sono stati segnalati decessi o feriti. Tuttavia, a causa dell’elevato tasso di mancata esplosione, sussiste la possibilità che sub-munizioni non ancora individuate possano causare in futuro morti o ferimenti.
Secondo quanto riportato dalla stampa israeliana, il 22 giugno un attacco con bombe a grappolo ha colpito anche Rishon LeZion. Amnesty International ha analizzato le fotografie di un cratere in una strada residenziale, compatibile con quelli provocati dalle sub-munizioni usate nell’attacco all’area di Gush Dan.
I missili balistici utilizzati dalle forze iraniane si sono rivelati altamente imprecisi, risultando quindi del tutto inappropriati per essere impiegati in prossimità di zone residenziali civili o al loro interno. Per esempio, un’analisi degli attacchi con missili balistici condotti dalle forze iraniane contro Israele nell’ottobre 2024 ha mostrato che i missili avevano mancato il bersaglio previsto di oltre mezzo chilometro.
Sebbene non sia stato possibile determinare con precisione quale tipo di missile balistico sia stato utilizzato nei tre attacchi, le sub-munizioni mostrano una notevole somiglianza con delle sub-munizioni stabilizzate che sembrano essere cadute nella città di Gorgan, nella provincia iraniana del Golestan, il 18 settembre 2023, a seguito di un test missilistico fallito. Secondo quanto riferito, due persone sono rimaste ferite.
Una foto della sub-munizione è stata pubblicata da Mashregh News, un organo di stampa iraniano, in concomitanza con numerose segnalazioni di esplosioni e ordigni caduti dentro e nei dintorni della città. Le autorità iraniane non hanno ammesso di aver effettuato test con munizioni a grappolo, ma lo stesso giorno il ministero della Difesa ha dichiarato che “durante un test di ricerca su sistemi offensivi e droni condotto in un’area desertica, uno dei sistemi in fase di sperimentazione ha subito un malfunzionamento tecnico, ha deviato dalla traiettoria prevista ed è andato in frantumi; alcuni suoi componenti sono caduti in diverse zone della città di Gorgan”.
Le bombe a grappolo utilizzate dalle forze iraniane presentano anche una somiglianza esterna con quelle esposte durante alcune mostre sulla difesa tenutesi a Teheran nel 2016.
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