Commissione Orlandi-Gregori, Marco Accetti e la strana dedica in tv ad Antonella Fini: “C’è una persona che mi sta ascoltando. È una ragazza che abita a Roma, in via Goito”
Una cartella rubata, con dentro un diario mai restituito, delle strane telefonate a casa da parte di un tale Paolo e l’ombra di Marco Fassoni Accetti che ancora incombe sulla oscura vicenda di Mirella Gregori, la 15enne romana scomparsa da Roma nel maggio del 1983. Dopo 42 anni le nebbie sulla ragazza di via Nomentana iniziano pian piano a diradarsi, grazie al lavoro della Commissione di inchiesta che indaga sul caso.
Ieri, la bicamerale ha ascoltato Antonella Fini, allieva della scuola media “Laura Solera Mantegazza”, la stessa frequentata da Mirella. Nuovi e inquietanti episodi che la videro protagonista sono emersi dalla sua audizione. La donna ha chiarito di non aver mai interagito direttamente con Mirella, anche se, frequentando la stessa scuola, sapeva chi fosse e, vivendo nel quartiere, sapeva quale fosse il bar in via Volturno dei genitori oggi gestito dalla sorella di Mirella, Maria Antonietta.
Da quanto emerso, ieri 4 agosto, si delinea un forte sospetto: che sia lei che Mirella Gregori potessero essere state entrambe preda di attenzioni di un gruppo di criminali che potrebbero aver poi preso Mirella con l’inganno per condurla in una trappola da cui non è mai uscita.
Lo zaino rubato
Un primo episodio è quello della cartella rubata all’epoca ad Antonella che ricorda di aver subito ritrovato le chiavi lasciate nell’androne di casa insieme a “un foglietto un po’ ingiallito con scritto: questo perché non voglio che rimani fuori casa”. La borsa le fu ridata solo due giorni dopo ma mancavano l’astuccio e soprattutto il diario. Ricorda la Fini: “Un uomo ha chiamato dicendo che “aveva trovato la mia cartella sul cofano della macchina e mi è stata riconsegnata davanti alla caserma dei carabinieri di via Mentana. Ero felice di aver ritrovato la cartella. Dentro c’era un foglio con scritto: questo perché non voglio che vieni bocciata, ma mancavano il mio diario e l’astuccio”. Fini non ricorda nitidamente chi fu a riconsegnarle la borsa: “Ho l’immagine di una ragazza, ma non so dire se mi confondo o sono suggestionata”, come riferisce Leggo.
Quelle strane telefonate
“Da lì – ha aggiunto la Fini davanti ai parlamentari riuniti a Palazzo San Macuto – sono iniziate le telefonate di un certo Paolo che diceva di avere il mio diario e, non so perché, conosceva grosso modo la mia famiglia”. La Fini ha escluso che potesse essere lo stesso uomo che la ricontattò per ridarle la cartella: “No, questa era la voce di un ragazzo, sicuramente più grande di me, ma non lo stesso. Mi ha telefonato per uno-due anni con cadenza grosso modo mensile. Pensavo di potesse trattare di un fratello maggiore di qualche ragazzino che magari mi aveva fatto un dispetto e portato via la borsa; parlava del più e del meno, all’inizio ero contrariata, poi alla fine era diventato un amico perché chiamava sempre. Io non sapevo chi era, non l’ho mai visto, ma aveva conquistato la mia fiducia. Dopo 15-20 giorni dal furto della cartella mi è arrivato un telegramma e poi un mazzo di fiori grande: lì mi è venuto qualche dubbio che fosse un compagno di scuola perché era un mazzo di fiori grande, non alla portata nostra”, ha sottolineato.
Fini, come riporta sempre Leggo, ha ricordato anche di aver ricevuto anche da adulta delle strane chiamate, “Aspettavano che mio marito uscisse, verso le 6.15, e arrivavano telefonate molto volgari. Ma questa persona mi conosceva perché mi chiamava Antonella Fini. Si trattava di una voce camuffata, contraffatta. Comunque episodi strani ne ho avuti perché una volta trovai un foglio sul parabrezza della macchina con scritto: Sei una dea, firmato un ammiratore. Tuttavia non ho mai avuto paura”, ha dichiarato.
La telefonata in tv di Accetti
E adesso il tratto più importante dell’audizione che porta a una telefonata fatta in tv di Marco Fassoni Accetti ad un quiz televisivo. Sul controverso fotografo romano pesano molte ombre tra cui l’omicidio del piccolo Josè Garramon. Lui stesso si è spesso autoaccusato dei rapimenti di Mirella Gregori e Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa anche lei nel 1983, senza però portare mai a risvolti risolutivi nelle indagini.
Il programma tv a cui telefonò Accetti era” Tutti insieme compatibilmente”, condotto da Nanni Loy. Era il 27 aprile del 1980, e il fotografo in quella occasione citò la ragazza. “Ciao bello, chi sei?”, chiese Nanni Loy. “Marco!”, rispose Accetti che poi, invitato a salutare qualcuno nel programma, disse: “C’è una persona che mi sta ascoltando… È una ragazza che abita a Roma, in via Goito. Si chiama Antonella Fini…“, come riporta Fanpage.
Quella voce era la stessa della persona che le telefonava a casa? “Sono passati 40 anni, non posso ricordare se è la stessa voce o no”, ha risposto la Fini alla commissione che nel corso dell’audizione le ha fatto ascoltare la telefonata al quiz: “Sapevo di questa dedica, ma l’avevo rimossa, l’ho sentita per la prima volta qualche mese fa dopo che mi ha cercata un giornalista. Non ho mai incontrato Marco Accetti e non ho mai avuto contatti con lui: l’ho visto sempre in tv e basta”, ha dichiarato la Fini. “Io non ho mai avuto la sensazione di essere seguita o spiata”, ha aggiunto Antonella Fini che ha chiarito alla commissione di non aver mai interagito con Mirella Gregori. “Abitavo in via Goito ma non ho mai conosciuto Mirella Gregori, sapevo quale era il bar della sua famiglia perché ero della zona, andavo alla scuola media Laura Solera Mantegazza. Non conoscevo assolutamente la ragazza e non frequentavo il bar”.
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