Pierluigi Basile: “Faccio tennis grazie ai Gormiti. Sinner mi ha dato tanti suggerimenti a Wimbledon”
Oltre a Federico Cinà e Jacopo Vasamì, la promettente generazione tennistica azzurra dei 2007 può contare anche su un altro giocatore interessante che risponde al nome di Pierluigi Basile. Il diciottenne pugliese, protagonista sin qui di una buona stagione tra Future e anche qualche Challenger che lo ha proiettato tra i migliori 600 al mondo, sta affrontando la complicata transizione tra circuito juniores e quello maggiore nel tentativo di mettere le basi per una possibile carriera di successo nel tennis che conta. L’allievo di Alessio Torresi, trasferitosi in Umbria a 14 anni, si è raccontato a OA Sport ripercorrendo il suo percorso e guardando verso il futuro.
Come è nata la tua passione per il tennis?
“Un po’ per caso. Ho iniziato a giocare perché mio padre mi portava in edicola a comprare un giochino, c’erano le racchettine dei Gormiti e ho preso questa racchetta perché li guardavo. E un po’ perché comunque i miei genitori già da prima che nascessi giocavano e frequentavano il circolo. Poi da lì giocando tutti i giorni è diventata una passione”.
Ci racconti i tuoi allenamenti?
“Iniziano la mattina alle 8:30 e finiscono all’una. Pranzo e alle 14:30 poi sono di nuovo in campo o in palestra e finisco per le 18. A tennis gioco sulle quattro ore o leggermente di più. Il resto seguo la preparazione atletica o comunque la parte in palestra”.
Hai un giocatore al quale ti ispiri in particolare?
“Roger Federer. E non si potrà mai cambiare. Per il rovescio a una mano e comunque mi piace giocare in maniera aggressiva e anche leggermente estrosa”.
La tua superficie preferita?
“Ancora non lo so. Perché sul cemento gioco poco, però quando ci gioco mi piace. Fino all’anno scorso non pensavo di trovarmici così bene. Quindi da lì non lo so più. Altrimenti fino a un anno fa avrei detto terra”.
Il tuo colpo dove dovresti migliorare?
“Non ce n’è uno in particolare. Mi piacerebbe avere un diritto più versatile, nel senso che magari sia ugualmente aggressivo anche quando sono posizionato lontano dal campo”.
A volte in campo ti abbiamo visto con un forte temperamento. Ci stai lavorando su come affrontare le partite? D’altronde sei uno dei maggiori prospetti italiani.
“Sì, ci sto lavorando. Questa è una cosa a cui tengo. Non mi piace sbagliare e certi errori li definisco un po’ troppo banali. Magari nella situazione di un errore che si poteva tranquillamente evitare perché dipendeva da me e non sono stato attento, lì un po’ mi arrabbio. Però ci sto lavorando”.
A Wimbledon ti sei allenato con Sinner. Ci racconti come è andata?
“È stato molto bello. Lui è stato molto disponibile e mi ha dato tanti consigli. In quell’ora e un quarto, ogni volta che abbiamo parlato ha cercato di darmi qualche suggerimento. Alle domande che gli ho fatto è stato molto disponibile. Non è che gliene abbia fatte tante perché ci stavamo allenando, però in quelle poche che gli ho fatto ho ricevuto sempre una bella risposta”.
A fine stagione sarai soddisfatto se…
“Non si può dire perché sennò poi non succede (sorride, ndr). Quindi lo scopriremo nel caso”.