Inchiesta urbanistica Milano, “corruzione anche sul cantiere Urban Jungle” autorizzato dal Tar
Secondo la Procura di Milano, c’è stata corruzione anche sul cantiere “Urban Jungle” di via Razza 5 a cui il Tar Lombardia aveva dato il via libera il 22 luglio. È quanto emerge – come riporta Lapresse – dalle indagini degli investigatori del Nucleo Pef della guardia di finanza, incrociando carte e atti di vari procedimenti. Sul progetto per realizzare un edificio di 9 piani senza un piano attuativo, il Tar si era pronunciato favorevolmente, dando ragione al Comune di Milano e ai costruttori di Salaino srl sulla correttezza delle modalità di presentazione del permesso a costruire e delle Scia in variante, utilizzate a determinate condizioni per ristrutturazioni edilizie. Secondo i pm, però, l’Urban Jungle sarebbe uno dei cantieri per cui è stato corrotto Giovanni Oggioni, l’ex direttore dello Sportello unico edilizia e vice presidente della commissione paesaggio arrestato a marzo, con 178.844 euro di contratto consulenza in 3 anni pagati da Assimpredil-Ance, l’associazione di categoria dei costruttori.
“Hai news per via Razza. Grazie mille scusa ma mi tampinano” aveva scritto a Oggioni il 27 gennaio 2023 l’avvocato Andrea Lavorato, responsabile dell’area Urbanistica di Assimpredil. Lavorato è indagato, insieme alle direttrice dell’associazione Gloria Domenighini, per aver conferito la consulenza a Oggioni, che avrebbe garantito la validazione dei progetti edilizi in commissione paesaggio. “Ho assicurato a Massimo Tognon che avremmo seguito passo passo questo passaggio”, aggiunge Lavorato, riferendosi al rappresentante legale della società costruttrice di Urban Jungle, partecipata al 51% da un’azienda gestita dallo stesso Tognon, la San Carlo Sviluppo Immobiliare srl, iscritta ad Assimpredil-Ance.
L’11 gennaio 2024 Oggioni ha trattato l’intervento sul cantiere in questione di fronte alla commissione paesaggio e ha inviato, “in tempo reale”, a Lavorato l’esito “favorevole” della valutazione. Il parere favorevole sarà poi riconfermato il 2 maggio 2024, durante una seduta a cui Oggioni non partecipa, e a quella per l’approvazione plenaria del 9 maggio 2024, a cui invece l’ex direttore del Sue partecipa. Secondo gli investigatori, Urban Jungle è una delle undici pratiche proposte da aziende iscritte all’associazione dei costruttori per cui Oggioni sarebbe stato “illecitamente remunerato per le funzioni svolte di pubblico ufficiale” e in “violazione dei doveri di ufficio“, omettendo di dichiarare il “conflitto di interessi” e “di astenersi dai lavori”. Queste accuse si sommano al secondo capo d’imputazione per corruzione che lo riguarda: la società immobiliare quotata Abitare In spa avrebbe assunto la figlia di Oggioni con 124.140 euro in 4 anni per orientarne “l’attività amministrativa” a favore di almeno 5 progetti immobiliari. Si tratta dei cantieri Lambrate Twin Palace, Porta Naviglio Grande, Milano City Village, Palazzo Naviglio e Vaiano Valle.
Intanto, sempre nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica di Milano, è stata fissata per il 14 agosto l’udienza davanti al Tribunale del Riesame per discutere il ricorso con cui l’ex manager di J+S Federico Pella ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari disposti nell’ambito dell’indagine sull’urbanistica a Milano. Venerdì, invece, si discuterà l’impugnazione presentata dai legali di Alessandro Scandurra, membro della commissione paesaggio del Comune poi sciolta, e di Andrea Bezzicheri, il patron di Bluestone e il solo tra i 6 arrestati a finire in carcere. Il 12 agosto sarà il turno dell’ex presidente della commissione Giuseppe Marinoni e dell’ex assessore Gianfranco Tancredi. Inoltre, è atteso entro lunedì 11 agosto l’appello della Procura per chiedere il ripristino delle accuse di induzione indebita legate alla vicenda del Pirellino.
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