Washington e Mosca verso un’intesa: Trump e Putin a un passo dall’incontro
Disgelo in vista tra Washington e Mosca? Poche ore fa, il Cremlino ha reso noto che Donald Trump e Vladimir Putin dovrebbero incontrarsi “nei prossimi giorni”: probabilmente la prossima settimana. Se il faccia a faccia dovesse tenersi, sarebbe il primo tra il presidente russo e un inquilino della Casa Bianca dal giugno 2021: quando, cioè, Joe Biden ebbe un meeting con lo stesso Putin a Ginevra. Secondo la Cnn, l’eventuale vertice potrebbe essere ospitato dagli Emirati arabi uniti, il cui presidente, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, si trova attualmente in visita nella capitale russa. Lo zar ha inoltre precisato che non ci sarebbero attualmente le “condizioni” affinché all’incontro possa partecipare anche Volodymyr Zelensky. L’altro ieri, Trump ha parlato di “ottime prospettive” in riferimento a un possibile faccia a faccia con lo zar. “Abbiamo avuto degli ottimi colloqui con il presidente Putin oggi, e ci sono ottime probabilità che potremmo arrivare alla fine: alla fine, alla fine di quella strada, alla fine di quella strada”, ha detto, per poi aggiungere: “Quella strada è stata lunga e continua a esserlo, ma ci sono buone probabilità che ci sarà un incontro molto presto”.
Mercoledì, l’inviato americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha avuto un incontro con Putin a Mosca, per discutere principalmente di crisi ucraina e di cooperazione strategica tra Stati Uniti e Russia: un incontro che Trump ha definito “altamente produttivo”. Il Cremlino, dal canto suo, ha parlato di dialogo “molto utile e costruttivo”. Eppure, nonostante questo clima distensivo, mercoledì stesso la Casa Bianca ha confermato che, con ogni probabilità, l’8 agosto entreranno in vigore i dazi per i Paesi che, come India e Cina, acquistano prodotti energetici da Mosca. In quelle stesse ore, Washington alzava inoltre le tariffe del 25% a Nuova Delhi, tornando ad accusarla di comprare petrolio russo. Ricordiamo che, la scorsa settimana, Trump aveva fissato all’8 agosto la deadline entro cui il Cremlino dovrebbe accettare un accordo diplomatico sulla crisi ucraina: in caso contrario, scatterebbero dazi secondari sui suoi prodotti energetici. Tutto questo ci fa capire come, pur tentando di avviare una nuova fase di distensione, la Casa Bianca abbia comunque intenzione di mantenere alta la pressione su Mosca. Lo stesso Zelensky, dopo aver sentito telefonicamente Trump e altri leader europei nella serata di mercoledì, ha dichiarato: “La Russia ora sembra più propensa a un cessate il fuoco: la pressione sta funzionando”.
Ma attenzione: in gioco non c’è infatti soltanto la crisi ucraina. Un altro aspetto da non sottovalutare è il quadrante mediorientale. Non a caso, lo abbiamo visto, potrebbero essere proprio gli Emirati arabi a ospitare l’eventuale vertice tra Trump e Putin. Inoltre, il presidente russo ha avuto un colloquio telefonico lunedì con quel Benjamin Netanyahu che, secondo alcune indiscrezioni riportate dal Jerusalem Post, starebbe da giorni cercando di mediare un disgelo tra la Casa Bianca e il Cremlino. Lo stesso Witkoff, oltre a tenere i rapporti con lo zar, ricopre il ruolo di inviato americano per il Medio Oriente e si interfaccia costantemente con il premier israeliano sulla questione di Gaza. Tra l’altro, mercoledì, prima di vedere Putin, Witkoff ha avuto un colloquio anche con il Ceo del fondo sovrano russo, Kirill Dmitriev. Non si può affatto escludere che i due abbiano affrontato (anche) il dossier della ricostruzione della Striscia: un tema che, soprattutto sul piano economico, interessa non solo ai sauditi e ai loro alleati arabi, ma anche a israeliani, americani e russi. La ricostruzione di Gaza si collega d’altronde al tentativo di rilancio, promosso dall’attuale Casa Bianca, degli Accordi di Abramo: accordi a cui, nel 2020, avevano aderito gli Emirati arabi uniti.