Trinity test, le vittime sconosciute della bomba atomica
Lo spettacolo che accolse la tredicenne Barbara Kent quella mattina fu indimenticabile: candidi fiocchi cadevano dolcemente a terra. Lei e i suoi compagni del campeggio pensavano che fosse neve: «Afferravamo i fiocchi bianchi e ce li spalmavamo addosso, premendoli sul viso» ha raccontato Kent. «Ma la cosa strana è che invece di essere freddi, erano caldi. E pensammo tutti: “Beh, il motivo è perché siamo in estate”». Era il 16 luglio 1945. La ragazzina e i suoi amici adolescenti erano in vacanza a Ruidoso, nel New Mexico. A meno di 150 chilometri di distanza, nel deserto chiamato Jornada del Muerto (viaggio del morto), alle 5,29 del mattino gli scienziati e i militari del progetto Manhattan avevano fatto esplodere per la prima volta nella storia una bomba atomica, soprannominata “The Gadget”. Era il test Trinity, passo fondamentale per la messa a punto finale dei due ordigni che il 6 e il 9 agosto di 80 anni fa furono sganciati rispettivamente sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. L’esplosione di “The Gadget” creò una gigantesca colonna di fuoco e gas a forma di fungo che si innalzò fino a 12 chilometri: poi la nube si divise in tre parti, una alla deriva verso est, un’altra parte a ovest e nord-ovest e l’ultima terza a nord-est.
Anche se il sito del test era stato scelto per il suo presunto isolamento, in realtà quasi mezzo milione di persone vivevano entro un raggio di 240 chilometri dall’esplosione, alcune addirittura a soli 20 chilometri di distanza. Le autorità erano a conoscenza dei rischi che correva la popolazione civile e alcuni scienziati si appellarono a Robert Oppenheimer, direttore scientifico del Progetto Manhattan, e al generale Leslie Groves, responsabile militare, per avvertire e allontanare gli abitanti. Ma di fronte alla necessità di mantenere segretissimo l’esperimento la risposta fu negativa.
La detonazione fu vista a oltre 250 chilometri di distanza. Diverse persone vicine al sito, stordite dalla potentissima esplosione, pensarono di trovarsi di fronte alla fine del mondo. E in tanti assistettero alla caduta di cenere radioattiva, senza sapere di che cosa si trattava. Consapevole che un evento di tali dimensioni, visibile fin dalla Luna, non poteva essere tenuto segreto a lungo, Groves aveva preparato una storia di copertura da passare ai giornali: si era verificata l’esplosione di un deposito di munizioni, «…contenente una considerevole quantità di esplosivo ad alto potenziale e pirotecnico», riportava un articolo dell’Associated Press.
Quando poi arrivò la notizia del bombardamento delle due città giapponesi, la gente comprese che cosa era successo davvero. Ma nessuno sapeva quali sarebbero state le conseguenze di quel test atomico dal punto di vista sanitario. Non solo per il contatto con le ceneri, ma soprattutto attraverso l’ingestione di cibo, latte e acqua contaminati. Alcuni abitanti della zona riferirono in seguito che i loro animali domestici e da allevamento, come polli e cani, erano morti dopo il fallout radioattivo.
Negli anni successivi al Trinity test, le persone che vivevano nelle contee di Lincoln, Socorro, Otero e Sierra iniziarono a segnalare problemi di salute. Malattie come cardiopatie, leucemia e altri tumori si manifestarono in famiglie senza una storia pregressa. Le persone che segnalarono questi episodi divennero note come “downwinders” (abitanti sottovento) perché vivevano vicino o sottovento rispetto al sito dell’esperimento.
Barbara Kent, che aveva giocato con la cenere caduta dal cielo, vide ammalarsi i suoi compagni di campeggio di quell’estate. Quando raggiunse i 30 anni di età era l’unica sopravvissuta delle ragazze in quel campo e lei stessa ha avuto diversi tumori, tra cui il cancro della pelle.
Per i “downwinders” iniziò una lunga battaglia per ottenere giustizia. Battaglia che ha avuto il suo ultimo sviluppo proprio poche settimane fa. Nel 1990 il Congresso americano aveva approvato il Radiation Exposure Compensation Act (Reca) per fornire un parziale risarcimento a chi era stato danneggiato dal programma di armi nucleari degli Stati Uniti.
Sarebbero stati compensati i minatori di uranio, i partecipanti ai test in loco e i “downwinders” di un sito del Nevada, escludendo inspiegabilmente quelli del primo test nucleare del New Mexico. Solo nelle scorse settimane è stata approvata una versione ampliata del provvedimento, contenuta nel famoso “Big, beautiful bill” voluto dal presidente Donald Trump, che copre l’intero Stato del New Mexico e un periodo che va dal 24 settembre 1944 al 6 novembre 1962.
L’importo del risarcimento forfettario per i “downwinders” è stato aumentato da 50 mila a 100 mila dollari. Non solo. Oltre alla somma monetaria, gli ammalati avranno anche accesso all’assistenza sanitaria. Alla fine giustizia è fatta, ma ci sono voluti 80 anni. Troppi.