Medvedev: “Sinner e Alcaraz sono forti ma si possono battere. Finals? Dipende da me”
Daniil Medvedev non si è mai nascosto dietro un dito. In un momento storico in cui il tennis maschile sembra diviso tra due dominatori assoluti, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, il russo resta uno dei tre giocatori (insieme a Zverev e Djokovic) a vantare vittorie su entrambi nei tornei del Grande Slam. E, soprattutto, sa bene che in un gioco così competitivo il “terzo incomodo” può sempre fare la differenza. “Jannik e Carlos stanno giocando a un livello incredibile, sono i due migliori al momento e lo dimostrano ogni settimana” ha raccontato Medvedev al sito ufficiale ATP. “Quando Carlos è arrivato a 17 anni, tutti erano impressionati dalla sua potenza. Molti dicevano: ‘Non potrei mai colpire così, neanche allenandomi dieci ore al giorno’. E quando ha una giornata perfetta, è praticamente imbattibile. Lo stesso vale per Jannik, che è un giocatore solido e molto difficile da affrontare”, ha spiegato.
Il buon Daniil, del resto, conosce bene cosa significhi attraversare un’epoca costellata di grandi campioni. Dopo anni passati a lottare nell’ombra di Federer, Nadal e Djokovic, è stato proprio lui a spezzare la corsa storica del serbo allo US Open edizione 2021, impedendogli di realizzare quella che sarebbe stata un’impresa titanica: il Grande Slam. Poco dopo, nel febbraio 2022, ha raggiunto la vetta del ranking ATP, rompendo un tabù che durava da quasi vent’anni per chi non facesse parte dei cosiddetti “Fab Four”.
Studioso e tattico, Medvedev ha sempre cercato di leggere il gioco e di adattarsi a ogni sfida, cosa che gli ha permesso di competere ai massimi livelli in una delle epoche più dure della storia del tennis maschile. “Mi ricordo Rafa a 20-21 anni, con già qualche Roland Garros vinto. Sembrava che lui e Roger si sarebbero divisi i Major per un po’. Poi arrivò Djokovic, che cambiò ancora tutto, vincendo di più” ha ricordato.
Il 2025, però, non è stato semplice: tra eliminazioni precoci nei Major e un ranking che attualmente lo vede al 19° posto nella Race to Turin, fuori dalla zona qualificazione per le ATP Finals, un appuntamento che ha frequentato con continuità negli ultimi anni. “Molti mi chiedono dei miei match con Jannik e Carlos, ma quest’anno non li ho ancora incontrati negli Slam. Il problema sono io, devo alzare il livello” ha ammesso con estrema sincerità.
Medvedev riconosce che la nuova generazione porta una sfida diversa, fatta di potenza, atletismo e ritmo incessante. Il suo gioco di contropiede e colpi piatti funziona, ma deve fare i conti con un livello atletico mai visto prima. “Sono forti, ma non invincibili. Jannik ha perso contro Bublik a Halle, che poi ha vinto il torneo. Carlos è stato battuto da Van de Zandschulp meno di un anno fa. In campo devi sempre puntare a vincere”, ha sottolineato.
Guardando avanti, Daniil punta la stagione su cemento, la sua superficie preferita, per provare a rilanciarsi. “Nel tennis può succedere di tutto, e spesso non è semplice capire il motivo di un momento no. Sto lavorando con il mio team per capire cosa migliorare. Questa è la parte più interessante della stagione, ci sono tanti tornei su cemento. Voglio sfruttare questa chance per dare il massimo e divertirmi.” Infine, per ciò che concerne le Finals di Torino, il classe ’96 mantiene un atteggiamento sereno ma determinato. “Torino è ancora lontana per quasi tutti, tranne che per Carlos e Jannik, che ci saranno sicuramente, e forse Sascha Zverev. Per gli altri, basta un buon risultato in uno o due tornei per fare la differenza. Un quarto di finale in un Masters 1000 può cambiare tutto, quindi devo solo giocare bene.”