Naufragio migranti a Lampedusa, l’Unhcr lancia l’allarme: “Da inizio anno 675 morti nella rotta mediterranea”
“Si tratta dell’ennesimo naufragio al largo di Lampedusa, un’altra tragedia del Mediterraneo”. Così Filippo Ungaro, portavoce dell’Unhcr, in collegamento, commenta l’incidente avvenuto ieri mattina a sud dell’isola. Secondo le prime ricostruzioni, a bordo dell’imbarcazione ribaltata si trovavano tra le 92 e le 97 persone, partite presumibilmente dalla Libia nella notte del 12 agosto. “Attualmente sono 60 i superstiti, di cui 58 sbarcati a Lampedusa e 2 trasferiti in elicottero in ospedale ad Agrigento”. 23 i cadaveri finora recuperati, “ma il numero dei dispersi potrebbe essere più alto”, avverte.
L’Unhcr, insieme alla Croce Rossa e ad altre organizzazioni presenti a Lampedusa, “sta fornendo supporto psicologico” e “assistenza umanitaria immediata”.
Sulle dinamiche, le informazioni restano frammentarie. Ungaro riporta la versione raccolta finora: una prima imbarcazione avrebbe iniziato a imbarcare acqua subito dopo la partenza; tutti i passeggeri sarebbero stati trasbordati su una seconda barca in vetroresina, già sovraccarica, e poi anche quella è andata in difficoltà.
La situazione sbarchi è “più o meno come quella dell’anno scorso”. “Quello che colpisce è che fino a oggi dal 1 gennaio sono stati 675 i morti e i dispersi nella rotta centrale del mediterraneo”, allarma.
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