“In Lussemburgo riesci a mettere via risparmi anche da stagista. E vieni trattato come un dipendente”
Il desiderio di migliorare l’inglese. I sogni. La voglia di mettere in pratica l’istruzione di alto livello ricevuta in Italia. Lo sguardo verso il futuro. La storia di Luca Pisoni, 25 anni, da Bari, si è mossa sempre in direzione Nord. Prima a Milano, al Politecnico. Poi in Svizzera, a Londra, in Danimarca. Oggi in Lussemburgo dove lavora come Project Management Intern, cioè stagista, per una grande multinazionale. “Ma al momento non prendo in considerazione l’idea di tornare”.
Luca ha lasciato l’Italia il 18 agosto 2023 con un biglietto di sola andata per Copenaghen: aveva appena completato la laurea triennale in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano e si trovava di fronte a una scelta importante: rimanere e proseguire con la magistrale, oppure avventurarsi in Danimarca per frequentare un master biennale in Ingegneria Industriale presso la Technical University of Denmark (DTU). “Sono partito spinto dal desiderio di migliorare l’inglese, conoscere persone da tutto il mondo e mettermi alla prova in un contesto nuovo”, ricorda.
La scelta di Luca è stata anche motivata dal fatto che, in Danimarca, gli studenti europei che lavorano almeno dieci ore a settimana durante il periodo di studi possono beneficiare di un sussidio mensile di circa 880 euro lordi, oltre alla retribuzione oraria del datore di lavoro. “Tutto ciò mi ha permesso di intraprendere un’esperienza lavorativa durante gli studi – racconta Luca – arricchendo il mio curriculum e rendendomi temporaneamente indipendente, a soli 23 anni, in un Paese straniero”.
Oltre a questo, la Danimarca ha garantito equilibrio tra un sistema flessibile, un carico di studio più gestibile, l’opportunità di lavorare mentre si studia (“ho lavorato part-time a Copenaghen in una multinazionale danese del settore dei dispositivi medicali”), la possibilità di imparare il danese gratuitamente (in quanto finanziato dallo Stato). “Un modo per pesare meno sulla famiglia, cosa che – spiega Luca – mi era risultata difficile in Italia durante la triennale”.
I motivi che, dopo un semestre di studio in Svizzera con un programma di scambio e un corso estivo in finanza presso la London School of Economics a Londra, hanno spinto Luca ad andare in Lussemburgo, sono diversi: in primo luogo la retribuzione “competitiva”, che permette di risparmiare una parte significativa dello stipendio ogni mese. Ci sono poi i servizi offerti dal Paese: trasporti pubblici gratuiti, un sistema sanitario efficiente e rapido, una città a misura d’uomo, tranquilla e molto sicura. Il costo degli affitti è certamente elevato rispetto a molte città italiane: “Il costo medio di una stanza in un alloggio condiviso in Lussemburgo varia generalmente tra gli 800 e i 1.200 euro, a seconda della città – spiega Luca –. Tuttavia, con uno stile di vita equilibrato, è possibile coprire tutte le spese essenziali e, al tempo stesso, risparmiare una somma considerevole, persino da stagisti, considerando anche il fatto che gli stipendi medi si attestano sui 66mila euro l’anno”.
Anche come stagista, infatti, basandosi sull’esperienza diretta in Danimarca e, poi, Lussemburgo “mi sono state affidate responsabilità paragonabili a quelle di un dipendente a tempo pieno. Mi sono sentito ascoltato, rispettato e dignitosamente retribuito”. Studiare e lavorare all’estero – continua il giovane barese – “mi ha permesso di integrare il solido impianto teorico ricevuto in Italia con un approccio molto più pratico, orientato al lavoro. La mia triennale mi ha dato un metodo, una forma mentis analitica per affrontare i problemi. Ma sentivo il bisogno di sporcarmi le mani, di mettermi alla prova in un contesto più concreto”.
Al momento non viene presa in considerazione l’idea di tornare in Italia, anzi. L’obiettivo è quello di mettere da parte una bella somma per “realizzare i progetti futuri” in Lussemburgo o in qualsiasi “altro Paese che me lo consenta” – spiega Luca –, valutando un trasferimento solo a partire “dal tenore di vita alto, dal risparmio e dalla qualità della vita”.
Nonostante qualche rara nostalgia, Luca non si è mai pentito di aver lasciato l’Italia. Questi due anni intensi, ricchi di nuove esperienze e incontri, lo hanno esposto al confronto, al cambiamento, al contrasto. “E tutto questo ha contribuito a farmi sentire più maturo, con orizzonti più ampi e una maggiore fiducia in me stesso”. Lasciare l’Italia per andare in un altro Paese, insomma, può davvero cambiarti la vita e metterti alla prova. I giudizi assumono “nuove forme”, il contrasto ti spinge a “osservare le cose da angolazioni differenti”. La contaminazione di idee e opinioni così diverse da quelle della tua nazione d’origine “ti cambia profondamente” e, quando torni, conclude, “non ti senti mai più la stessa persona”.
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L'articolo “In Lussemburgo riesci a mettere via risparmi anche da stagista. E vieni trattato come un dipendente” proviene da Il Fatto Quotidiano.