ATP Cincinnati: Alcaraz in finale, la rivincita con Sinner è servita
[2] C. Alcaraz b. [3] A. Zverev 6-4, 6-3
Cincinnati ha vissuto una settimana segnata dal caldo soffocante e dai malesseri che hanno condizionato diversi protagonisti del torneo, tra interruzioni e medical timeout. In questo scenario si è consumata la semifinale tra Carlos Alcaraz e Alexander Zverev, chiusa in due set dallo spagnolo (6-4 6-3) al termine di una partita dai due volti: brillante nella prima frazione, caotica e a tratti surreale nella seconda, con il tedesco provato fisicamente e lo stesso Alcaraz vittima di un improvviso passaggio a vuoto. Con questo successo, lo spagnolo conquista la sua settima finale stagionale e accende la sfida che tutti aspettavano: quella contro Jannik Sinner, dominatore del cemento – 26 vittorie consecutive e 21 set di fila su questa superficie – pronto a difendere il titolo conquistato lo scorso anno e ad aprire un nuovo, atteso, capitolo nella rivalità più avvincente del tennis contemporaneo.
Primo set: Alcaraz chiude in crescendo, Zverev non concretizza
Partenza brillante di Zverev, che inaugura il match tenendo la battuta a 15. Alcaraz risponde senza esitazioni, mantenendo agevolmente il proprio turno di servizio. Nel terzo game il tedesco deve rimontare da 15-30, ma si affida a un servizio incisivo, fondamentale per reggere contro uno dei migliori ribattitori del circuito.
Con movimenti fluidi e grande solidità (purtroppo non durerà a lungo), Zverev mette subito pressione a Alcaraz nel quarto gioco, in cui lo spagnolo finisce sotto 0-30. Il match si interrompe per una decina di minuti a causa di un malore tra il pubblico, dopo che la pioggia aveva già ritardato di mezz’ora l’ingresso in campo. Alla ripresa, Zverev si procura tre palle break consecutive, ma non le sfrutta: Alcaraz completa la rimonta da 0-40 mostrando tutta la varietà del suo repertorio. L’equilibrio regge fino al 3-3, quando Alcaraz trova ritmo in risposta e si costruisce due chance di break. Zverev, che nelle quattro partite precedenti aveva concesso appena un break, stavolta cede il servizio sulla seconda occasione: lo spagnolo, sempre propositivo e pronto ad avanzare, piazza colpi spettacolari e rompe l’equilibrio, 4-3. Nel game successivo Alcaraz rischia qualcosa con il dritto, ma rimedia infilando tre ace consecutivi che lo portano 5-3. Zverev tiene la battuta (5-4), ma nel decimo gioco il numero due del mondo non trema: impeccabile al servizio, archivia il set 6-4 in 53 minuti, grazie anche a una raffica di otto ace negli ultimi tre turni di battuta.
Secondo set: un parziale schizofrenico, il malessere di Zverev e il blackout di Alcaraz
Alcaraz parte subito forte e nel primo gioco si procura due possibilità di break, mostrando ancora una volta la sua efficacia in risposta, inoltre copre tutto il campo con una fisicità straripante e, quando riesce a girarsi sul dritto diventa, lo sappiamo bene, implacabile. Zverev, costretto a giocare al limite, compromette l’avvio di secondo set perdendo immediatamente il servizio, complici anche due discese a rete mal eseguite.
Poi accade l’imprevedibile: il tedesco appare svuotato, in chiara difficoltà fisica e quasi intontito, al punto da sembrare vicino al ritiro. Proprio in quel momento Alcaraz vive un inspiegabile blackout: quattro doppi falli consecutivi, una serie di errori grossolani che gli costano il servizio. Dal possibile 2-0 si torna clamorosamente in parità, 1-1. Nel game successivo Zverev, pur visibilmente provato, riesce a conservare il servizio approfittando dell’incertezza e del nervosismo di Alcaraz, improvvisamente fuori ritmo e quasi condizionato dallo stato dell’avversario. Poco dopo il tedesco richiede un medical timeout, lamentando forti giramenti di testa. Si arriva così sul 3-3, ma Zverev continua a sembrare un’ombra di sé stesso: il suo linguaggio del corpo è quello di un giocatore in grande sofferenza, e la sensazione è che proseguire possa trasformarsi in una vera tortura, oltre che in uno spettacolo mortificante per il pubblico. La partita perde intensità, mentre Alcaraz ritrova il baricentro e chiude la contesa con un netto 6-4, 6-3 in poco meno di due ore. Lo spagnolo conquista così la finale di Cincinnati, dove ad attenderlo ci sarà ancora una volta Jannik Sinner.