Rugby femminile, Mondiali 2025: le favorite. Corsa a tre tra Nuova Zelanda, Inghilterra e Francia
L’Inghilterra si presenta al via dei Mondiali femminili 2025 di rugby da assoluta favorita per il titolo. Le Red Roses arrivano con un’invidiabile serie di vittorie – 50 successi nelle ultime 51 partite, l’unico’altro turno perso è stata la finale del 2022 – e un’esperienza di squadra consolidata con ben 1 374 caps totali nel gruppo. La formazione è affidata a John Mitchell, il tecnico neozelandese che ne ha elevato ulteriormente il profilo, e la finale sold-out a Twickenham del 27 settembre garantisce un’intensa spinta dal pubblico di casa. Anche i bookmaker confermano il trend: l’Inghilterra domina le quote con un valore di mercato di circa 1,40, davanti alla Nuova Zelanda (3,40) e al Canada (6,50).
Il confronto con la Nuova Zelanda, campione in carica, resta serrato. Le Black Ferns, pur avendo subito sconfitte recenti – tra cui contro l’Irlanda – e affrontando qualche flessione, restano tra le principali candidate al titolo grazie al loro passato e alla forza del collettivo. Pur se messe leggermente indietro nelle quote rispetto all’Inghilterra, le Black Ferns restano una squadra da sempre temuta. La loro storia parla per loro—campionesse iridate e capaci di ribaltare gare al momento giusto. Pur avendo mostrato segni di vulnerabilità, la tradizione, la profondità tattica e l’esperienza internazionale le mantengono nell’élite delle contender.
La Francia è la terza protagonista della corsa al titolo, indicata da molti come outsider di lusso. Gli esperti di scommesse le attribuiscono tra il 15 % e il 20 % di possibilità – un segno di fiducia soprattutto alla luce della crescita mostrata negli ultimi 18 mesi. In più, nel girone D con Francia e Italia, le Bleues puntano a evitare di incrociare subito la Nuova Zelanda, cercando di dominare la fase a gironi. Tuttavia, le prestazioni recenti sono altalenanti – punteggi pesanti subiti contro l’Inghilterra nei test estivi (40-6) – e l’assenza della mediana Pauline Bourdon per questioni disciplinari rappresenta una nota stonata.
Le Azzurre, inserite nel girone D insieme a Francia, Sudafrica e Brasile, partono con l’obiettivo di superare il girone per raggiungere i quarti—impresa tutt’altro che impossibile, vista la crescita mostrata, soprattutto nei confronti diretti con squadre come la Scozia e il Galles durante l’ultimo Sei Nazioni. L’Italia arriva al torneo con una rosa esperta: 11 giocatrici vantano oltre 50 caps, su tutte la capitana Elisa Giordano con 75 presenza, e veterane come Sofia Stefan (a un passo dalle 100 presenze) e Michela Sillari con 92 caps. Il gruppo è un mix solido tra veterane e atlete di club esteri, come Sara Seye, Silvia Turani, Francesca Granzotto e Beatrice Rigoni.
Il Sudafrica si presenta come l’avversario più temibile dopo la Francia, soprattutto dopo aver battuto una selezione delle Black Ferns nella preparazione. Gli ottavi potrebbero dipendere da questo confronto del 31 agosto, considerato decisivo per il passaggio del turno. I bookmaker collocano l’Italia in posizione marginale rispetto al titolo mondiale, con chance stimate tra l’1 % e il 3 %. Tuttavia, il cammino verso i quarti e la possibilità di sorprendere restano concreti, grazie a una difesa robusta, schemi cresciuti sotto la guida del nuovo staff e la capacità di competere sul piano fisico e tattico a buoni livelli.