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Chi era Matteo Franzoso, lo sciatore italiano morto in Cile. Una vita spezzata e una carriera tutta da scrivere

Matteo Franzoso avrebbe oggi compiuto 26 anni. Purtroppo, come sappiamo, lo sciatore italiano è morto a Santiago del Cile in seguito alle conseguenze di una caduta dalla dinamica agghiacciante, verificatasi sabato 13 settembre durante una sessione di allenamento a La Parva.

Nato a Genova e cresciuto agonisticamente sulle nevi del Sestriere, ottiene i primi risultati di rilievo a livello nazionale nel marzo 2019, quando si laurea campione nazionale junior di slalom. Sono tuttavia le discipline veloci quelle in cui si esprime al meglio, come testimoniato dal risultato conseguito un anno dopo e dal proseguo della sua carriera.

Il 7 marzo 2020 a Narvik (dove si disputeranno i Mondiali del 2029), sfiora una medaglia nella discesa dei Mondiali junior. L’azzurro si attesta al quarto posto, a soli 2 centesimi dal bronzo e a 25 centesimi dal vincitore Alexis Monney. Proprio quell’Alexis Monney che è stato una delle rivelazioni dell’inverno 2024-25, durante il quale ha vinto la libera di Bormio e si è fregiato della medaglia di bronzo iridata a Saalbach.

Nel novembre 2021, il ligure di scuola piemontese consegue il primo successo in Coppa Europa in un Supergigante a Zinal, precedendo l’austriaco Lukas Feurestein, altro sciatore prepotentemente esploso nell’annata agonistica 2024-25, durante la quale ha primeggiato nel circuito maggiore.

Franzoso esordisce in Coppa del Mondo poche settimane dopo quell’affermazione cadetta, prendendo parte al Super-G della Val Gardena. Nel gennaio 2023 concretizza il primo ingresso in zona punti in Coppa del Mondo, grazie al 28° posto nel supergigante di Cortina d’Ampezzo. Anche quest’anno aveva fatto breccia nella top-30.

Non aveva ancora raggiunto il livello di avversari con i quali si era confrontato alla pari nei livelli inferiori, ma nello sport le parabole agonistiche non sono uguali per tutti. C’è chi ha bisogno di effettuare percorsi più lunghi e articolati rispetto ad altri per esprimere appieno le proprie qualità, soprattutto in un ambito come quello delle prove veloci dello sci alpino.

Un settore dove non sono peregrine le esplosioni improvvise anche a ridosso della trentina e il cosiddetto prime, il picco della propria carriera, si raggiunge tra i 30 e i 35 anni. Una carriera ad altissimo livello che, nel caso di Franzoso, avrebbe dovuto essere ancora scritta.




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