Sciopero per Gaza, De Palma (Fiom): “Dobbiamo spingere governo e Ue a bloccare intervento militare”
La mobilitazione per Gaza, fissata dalla Cgil per il 19 settembre, ha portato la Fiom a proclamare 4 ore di sciopero perché “quello che sta accadendo al popolo palestinese dovrebbe indignare tutti”. Il segretario generale dei metalmeccanici Michele De Palma, intervenendo alla festa del sindacato a Torino, ha rimarcato come lo stop al lavoro ha un obiettivo chiaro: “Vogliamo spingere il governo e l’Ue a fare le scelte giuste: riconoscere lo Stato di Palestina e bloccare l’intervento militare” di Israele. Il leader della Fiom parteciperà alla manifestazione in programma a Bologna: “Dobbiamo restare umani, oggi la bandiera palestinese è la bandiera dell’umanità”, ha rimarcato.
L’autunno, tuttavia, ha anche altri tavoli aperti per i metalmeccanici a iniziare dal contratto: “Il rinnovo è in ritardo. Gli aumenti li abbiamo avuti a giugno perché per fortuna abbiamo un sistema contrattuale che consente di recuperare almeno il potere d’acquisto, ma noi abbiamo chiesto di andare oltre l’inflazione”. Per “far ripartire la domanda interna e aumentare i salari”, ha sottolineato, è “bisogna rapidamente arrivare a una trattativa” con Federmeccanica che “porti al rinnovo”, dopo 40 ore di sciopero, come già accaduto con cooperative e piccole e medie imprese.
Il tema dell’auto resta centrale, secondo il leader sindacale, con un rilancio che passa necessariamente da Mirafiori, dove al momento si produce solo la 500e ed è in rampa di lancio la versione ibrida con volumi che, in ogni caso, difficilmente azzereranno la cassa integrazione: “Pensare che con un solo modello si salvi lo stabilimento non basta – ha avvisato – La presidente del Consiglio deve occuparsi direttamente dell’automotive, bisogna salvaguardare l’occupazione e anche investire in ricerca e sviluppo. Il prezzo lo stanno pagando i lavoratori diretti e dell’indotto”. Anche perché Stellantis, nel frattempo, sta continuando a disfarsi di pezzi come avvenuto a luglio con Iveco.
“La Fiom – ha rivendicato De Palma – parlava del ‘discorso della margherita’ quindici anni fa. Hanno iniziato a farlo con Fiat Industrial, poi Magneti Marelli, quindi Ferrari e così via. A suon di togliere i petali dal fiore, i risultati sono sotto gli occhi di tutti”. Secondo il leader sindacale, l’idea di Stellantis è “quella di massimizzare i risultati di carattere finanziario, invece di fare scelte di industriali”. E dividere Iveco Defence dal ramo civile va in questo senso: “Ci sarebbe stato bisogno di un intervento del governo: con lo spin-off, invece, avremo un confronto solo con Leonardo, mentre Tata ha le mani libere. Crediamo che dentro l’equity debba esserci una garanzia del Paese, siamo pronti a negoziare quale sia l’elemento di garanzia ma il marchio va salvaguardato”, ha affermato De Palma.
“Dicono che non si sovrappongono le produzioni, ma tanti dimenticano che prima di assemblare un prodotto va pensato e progettato, gli enti centrali nonché la rete commerciale a valle, sono a rischio con la vendita”, ha allertato prima di ricordare: “Quando si va in Cina o India, chi arriva deve confrontarsi con le mosse di garanzie di quel Paese; da noi invece no, nonostante esista il ministero del Made in Italy”.
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