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Dai gruppi come ‘Mia moglie’ ai muri di San Luca a Bologna: quest’ondata escrementizia ha origini lontane

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L’ultima vergogna è bolognese, gli storici portici di San Luca sono tempestati di scritte omofobe e sessiste. E questi insulti oltretutto forniscono nome e cognome, a volte indirizzo e numero di telefono. Liste di proscrizione che non sono su muri di quartieri disagiati ma in un lungo simbolo della città: i portici di San Luca.

La tua collega è più brava di te? La tua concorrente ti mangia i cappelletti in testa? Sfoga il tuo odio, promulga la sua condanna. Ti basta un bel pennarello indelebile e le fai male! La fai sentire braccata! Esposta all’odio degli uomini veri. Le fai paura.

Intanto infuriano le puntate del penultimo scandalo: il club degli odiatori familiari che si chiamava “Mia moglie” dove gli uomini veri agivano nell’ombra digitale. Fai una foto a tua moglie, la pubblichi e poi ti diverti a ridacchiare leggendo gli insulti sessisti che i tuoi amichetti riescono a inventarsi. Che spasso! Che delizia avere 30mila compagni di merende che stanno dalla tua parte e ti aiutano a vendicarti, in segreto, di tua moglie! Ma quanto ti senti forte, ragazzaccio!!!

Poi ci sono altre decine di migliaia di maschi al 100% che si ritrovano sul web e nei boschi per sfogare il loro disprezzo per le femmine. È bello sapere che non sei solo, vedere che il popolo degli uomini veri è forte e numeroso! Ok, una manica di derelitti, disperati, imbecilli… Ma ne vogliamo parlare? Ma parlare veramente. Ho letto fiumi di condanne e di corrette diagnosi psicologiche. Ma da dove viene questa ondata escrementizia? Certamente non è una novità.

Da quando i padri guerrieri hanno iniziato a farsi valere in casa impugnando l’ascia, succede che poi si ritrovano tra loro, alle terme o al tempio degli uomini, per insultare le donne. Oggi questi mostri si mostrano, lasciano tracce puzzolenti. Non c’è niente di nuovo. Il fenomeno oggi è visibile ma una volta era peggio. Mi dispiace dirlo perché so di deludere chi coltiva il pessimismo, ma una volta questi maschietti avevano non solo il diritto di insulto pubblico: se gli girava potevano anche sgozzare la moglie senza tanti problemi. La donna era un oggetto di proprietà del maschio…

E quei tempi non sono poi così lontani: ancora nel 1981 in Italia il codice penale prevedeva il delitto d’onore. Mica vorrai mandare in galera un onesto lavoratore che ha lavato le sue corna nel sangue?!? È quindi essenziale guardare dentro il problema e accorgersi che quel che vediamo è l’esplosione mediatica di un bubbone purulento che si nutre di cinque millenni di orrore patriarcale.

Siamo di fronte a milioni di maschi che hanno subito una lobotomizzazione emotiva. Riformulo: il primo comandamento del patriarcato è: non ascoltare le emozioni. Un comandamento che riguarda anche le femmine ma in misura minore. I maschi non piangono, non hanno paura, sanno combattere, soffrire in silenzio ed essere cattivi. Questo mito maschile è il centro del problema. Se gli antichi guerrieri avessero saputo dell’esistenza dei neuroni specchio, il primo comandamento di tutte le religioni sarebbe stato: “Brucia i tuoi neuroni specchio!”. E non è un caso che la scoperta dei neuroni specchio, di Rizzolati (1992), una delle più importanti della storia, è anche tra le scoperte meno note. I neuroni specchio sono la sostanza fisica della nostra empatia. Quando vedi una persona sorridere entrano in gioco i muscoli e le sensazioni che tu vivi quando sorridi. Lo stesso accade quando vedi una persona piangere. Tu senti il suo dolore, fisicamente!!!

L’umano è fisiologicamente solidale e la natura lo fa soffrire di fronte al dolore altrui. Per infliggere dolore devi quindi aver “bruciato” la tua sensibilità, non sentire le sensazioni che i neuroni specchio provocano. Questi uomini che insultano, che odiano, che violentano sono persone dimezzate, che hanno distrutto la loro empatia. La nostra cultura censura le sensazioni del corpo, perché sentiamo le emozioni grazie alle sensazioni.

La censura è talmente sottile e radicata che solo da pochi decenni gli scienziati si sono accorti che i sensi umani non sono 5 come si insegna ancora oggi a scuola. Esiste un altro fondamentale senso: la propriocezione, cioè la percezione di se stessi. Questo sesto senso, non mistico ma estremamente concreto, “contiene” la sensazione del piacere e del dolore, dell’equilibrio, della contrazione muscolare e molto altro. Che dire di una cultura che non aveva un nome per le sensazioni dentro di noi?

Un’altra realtà censurata è la possibilità della mancanza di orgasmo nel maschio, c’è l’eiaculazione ma non si sente nessun piacere. Gli antichi romani parlavano di tristezza post coito… Lo vogliamo dire che lo stupratore non è capace di percepire l’orgasmo? Lo stupratore è il perdente assoluto. Quando vediamo questi omuncoli è importante sapere che la loro insensibilità, la loro mancanza di romanticismo e di rispetto è figlia dell’insensibilità emotiva?

Vogliamo parlare del collasso esistenziale connesso con la morte dell’empatia?
Vogliamo portare nelle scuole e nelle strade la coscienza che la violenza è contro natura?
Vogliamo parlare di educazione emotiva? In Finlandia la insegnano nelle scuole…

L'articolo Dai gruppi come ‘Mia moglie’ ai muri di San Luca a Bologna: quest’ondata escrementizia ha origini lontane proviene da Il Fatto Quotidiano.




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