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Mercalli venerdì a Horti Aperti: «Il clima cambia e la colpa è degli uomini». Il programma del festival

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PAVIA. Da “Che tempo che fa” a “Horti Aperti”. Domani il climatologo Luca Mercalli, spesso ospite alla trasmissione televisiva di Fabio Fazio, sarà a Pavia per il Festival del verde agli Horti del collegio Borromeo. Il presidente della Società meteorologica italiana parlerà del clima del passato e di come è cambiato il paesaggio negli anni. Sono gli argomenti trattati nel suo libro “Breve storia del clima in Italia”, pubblicato lo scorso aprile.

Dottor Mercalli, ci fa un punto della situazione climatica in Italia?

«Siamo alla fine della quarta estate più calda degli ultimi 225 anni. Lo dicono i dati del Centro nazionale di ricerca di Bologna. E questo è un trend che prosegue da almeno trent'anni, infatti anche le tre estati più calde sono tutte del nuovo millennio. I cambiamenti climatici sono parte della storia in ogni sua fase, ma questo caso è diverso».

In che modo è diverso?

«Il clima è sempre cambiato, ma bisogna vedere quali erano le ragioni dei cambiamenti del passato e quali sono quelle di oggi. Lo racconto anche nel libro, le variazioni del passato quasi sempre erano più sul freddo che sul caldo e ognuna aveva una causa ben precisa, come eruzioni vulcaniche o attività del sole, che si chiamano "fattori forzanti climatici". Nei cambiamenti di oggi l'unico fattore che opera è quello umano. Siamo noi i responsabili con l'uso delle risorse fossili, la deforestazione, certi tipi di agricoltura intensiva e tutte le attività che producono gas serra. Ma questa è una buona notizia, perché se il riscaldamento a cui stiamo andando incontro fosse naturale, saremmo spacciati. Invece, dato che siamo noi la causa, possiamo anche essere noi la cura».

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Eppure in tanti non sono convinti della responsabilità dell’uomo.

«A queste persone rispondo che la climatologia è una scienza e in quanto tale si basa su dati reali. E infatti gli studiosi avevano previsto questo cambiamento già dalla metà dell'Ottocento. Un'ipotesi che era stata verificata anche negli anni settanta e che poi si è verificata. La scienza è questa e non ci sono spiegazioni alternative che reggano. Poi, se neanche questo bastasse, una prova evidente sono i ghiacciai che ci stanno scomparendo sotto ai piedi e gli eventi estremi in continua crescita».

Siamo ancora in tempo per rimediare?

«Siamo in tempo per fermare il riscaldamento, ma non per tornare indietro. Il grado e mezzo in più rispetto a un clima normale che abbiamo raggiunto ce lo terremo probabilmente per secoli, perchè le guarigioni dei sistemi naturali sono processi lenti. L'unica cosa che possiamo fare è evitare di peggiorare applicando le politiche verdi di cui si parla da anni ma che oggi sono oscurate dalla corsa alle armi. Se perdiamo tempo nei prossimi anni, la temperatura continuerà ad aumentare. Se invece mettessimo in atto l'accordo di Parigi, potremmo ancora fermare a circa due gradi in più la temperatura. Abbiamo bisogno di una visione convinta, almeno a livello nazionale, poi anche europea e tutto questo c'è sulla carta. Poi c'è il tema delle risorse, l'Italia deve puntare sulle energie rinnovabili. Siamo un paese che importa gas e petrolio, non sarebbe meglio diventare un po’ più indipendenti?».




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