La faida di Trapani: veleni e risse social tra il sindaco Tranchida e l’imprenditore Antonini, che si ispira a Fidel Castro
“Mi ispiro a Fidel Castro, a Miguel Díaz-Canel, a Hugo Chávez, a Nicolás Maduro, a Daniel Ortega, a Evo Morales. Li ho conosciuti, mi sono confrontato con loro”. Parla come un rivoluzionario socialista Valerio Antonini, vulcanico imprenditore romano, atterrato nel 2023 a Trapani dopo aver acquistato la squadra di calcio, e trasformatosi in meno di due anni nell’acerrimo nemico politico del sindaco Giacomo Tranchida, tanto da chiederne le dimissioni.
La polveriera social
I panni sporchi di Trapani ormai si lavano nella pubblica piazza dei social. Il patron Antonini usa i suoi account per pubblicare di continuo post, foto, documenti, atti comunali, video e dirette con cui attacca l’amministrazione. Rende noto ai suoi followers di telefonate registrate, screenshot di conversazioni e messaggi ricevuti, definendo il sindaco “eversivo”, “mediocre”, “espressione di un sistema antico” e “clientelare”. Rispolvera vecchie storie di brogli elettorali, e annuncia persino di svelare casi di adulterio, il tutto per “smascherare” il sindaco. Dall’altro lato Tranchida risponde per le rime, parla di “odio mediatico” nei suoi confronti, e denuncia l’hackeraggio dei suoi social e la modifica della pagina Wikipedia a lui dedicata. Una manina, quasi fosse un oracolo, ha corretto la bio dell’enciclopedia pubblica scrivendo che a dicembre 2025 Tranchida sarà “sfiduciato dalla maggioranza del consiglio comunale di Trapani, lasciando la carica della città”, e che al suo posto sarebbe stato eletto proprio Antonini.
Calcio, basket e tv
Ma come si è arrivati fino a questo punto? Alla base dello scontro c’è l’ambizione di Antonini e il desiderio di espandere i suoi interessi economici a Trapani. Dopo aver acquistato nel 2023 la squadra di calcio, l’anno successivo compra il team di basket, il Trapani Shark, e poi l’emittente televisiva TeleSud. Riporta i due club tra i professionisti, il calcio in Lega Pro e il basket nella massima serie dopo 32 anni. Antonini punta a mettere le mani sull’aeroporto di Birgi, progetto poi sfumato, e di realizzare l’ambiziosa “Cittadella dello Sport”, far sorgere un polo sportivo, commerciale e di servizi in un’area di 26 ettari con un investimento stimato sugli 80 milioni di euro. Ma quell’area risulta essere militare e vincolata. L’amministrazione dice di avere la mani legate, e per questo Antonini accusa di false promesse il sindaco, iniziando la sua battaglia personale, tanto da fondare il movimento politico “Futuro”.
Lo scontro per il palazzetto
Lo scontro si sposta quindi sull’utilizzo dell’impianto “Pala Daidone” (ex pala Ilio) dove si giocano le partite di basket. La convenzione stipulata nel 2023 tra il comune e il club, stabilisce la concessione per la riqualificazione e gestione dell’impianto. Ma nel frattempo però, l’assetto societario del “Trapani Shark Società Sportiva Dilettantistica” muta, passando da una “Arl” (associazione di responsabilità limitata) ad una “Srl” (società di responsabilità limitata), e per questo motivo l’amministrazione chiede che venga rivista la concessione, e lamenta il mancato pagamento di bollette arretrate per un valore di 120 mila euro. Il patron replica dicendo di aver investito circa 2 milioni di euro per ristrutturare e ammodernare il palazzetto e che per i suoi legali è tutto in regola. A questo si aggiunge il caso dell’impianto di aria condizionata del “Pala Daidone”, che secondo il comune sarebbe a carico del club di basket, mentre per Antonini a pagare dovrebbe essere l’amministrazione. L’amministrazione chiede un chiarimento e apre la strada per un nuovo bando, affidando un incarico a due legali per avere una valutazione giuridica sulla concessione. Antonini risponde per le rime usando social e il suo canale televisivo. Lo scontro si anima a tal punto, che il 21 agosto i due contendenti si ritrovano seduti al tavolo tecnico insieme al prefetto e le autorità del territorio, proprio per “ristabilire un sereno confronto” e per “individuare una corretta risoluzione alla questione della validità della convenzione”. Tranchida annuncia che lascerà giocare gli Shark nel palazzetto, ma Antonini organizza una manifestazione e insieme alla suocera Antonella Granello, ex sindacalista e oggi segretaria del movimento Futuro, e un migliaio di persone si reca il 13 settembre davanti Palazzo D’Alì, sede dell’amministrazione, per chiedere del dimissioni del sindaco.
La penalizzazione del Trapani Calcio
Ma le grane per il tycoon Antonini non arrivano solo da Trapani. Il 26 settembre infatti, davanti al Collegio di Garanzia del Coni sarà discusso il ricorso presentato dal presidente e dal suo club, dopo la decisione della Figc di penalizzare di 8 punti la squadra di calcio e inibire per sei mesi per il patron e il dirigente Vito Giacalone. Secondo quanto accertato dalla federazione, il Trapani calcio avrebbe usato crediti d’imposta “acquistati” da terze società per compensare debiti Irpef e Inps, per un valore di circa 600 mila euro. Crediti che secondo l’Agenzia delle Entrate sarebbero “inesistenti e frutto di operazioni fraudolente”. Per questo motivo l’Agenzia ha annunciato il recupero delle somme non versate, e la giustizia sportiva ha sanzionato il club perché i versamenti risultano omessi.
Le Iene a Trapani
A parte lo scontro con il sindaco Tranchida, la città vive una situazione surreale, un clima pesante, con continui insulti e denunce. Lo scorso anno ha fatto scalpore lo striscione esposto nella curva granata contro il giornalista Giacomo Di Girolamo, direttore di Tp24, che insieme al collega Nicola Biondo si è occupato di ricostruire la carriera imprenditoriale di Antonini. A maggio invece, è andato in onda il servizio de Le Iene, dal titolo “Presidente Antonini: complotto o debiti da pagare?”, girato da Alessandro Sortino che ha raccolto le testimonianze di sei imprenditori che vanterebbero dei crediti dal patron del Trapani calcio. C’è chi ha realizzato interventi per 200 mila euro dentro lo stadio, chi ha girato un documentario video e deve ricevere 60 mila euro, ci sono i decreti ingiuntivi da oltre 100 mila euro della ditta che ha fornito attrezzature di ristorazione, altri 18 mila euro per l’architetto che avrebbe ristrutturato la casa del patron granata. “Se ci sono dei soldi da dare lo stabilirà un tribunale” è la replica stizzita di Antonini al Le Iene. Il servizio si conclude con la nota del Trapani calcio che informa di aver presentato diverse denunce per truffa e tentata estorsione verso le aziende del territorio.
I soldi da “mamma” Regione
Infine, ma non meno rilevante, la storia dei 300 mila euro che la Regione Siciliana, guidata dal governatore Renato Schifani, ha destinato nel 2024 al Trapani calcio, all’interno della manovra ter da quasi 220 milioni di euro. Secondo quanto denunciato dal deputato regionale Ismaele La Vardera (Controcorrente), i fondi sarebbero dovuti servire per promuovere il turismo grazie al club granata, ma in realtà sarebbero stati usati per pagare i trasferimenti con charter privati, vitto e alloggio in hotel e anche un cartellone pubblicitario, esposto all’aeroporto di Trapani con il volto di Antonini, per la campagna abbonamenti 2024/25. Il Trapani calcio è stato l’unico a ricevere i fondi regionali, e in tanti hanno attribuito il finanziamento al legame tra Antonini e il governatore, visto che il figlio Roberto Schifani, avvocato e titolare dello noto studio legale Pinelli-Schifani, è general counsel del club granata.
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