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“Acquistano attrezzature da ristoratori in difficoltà, ma non pagano”: il caso nel Centro-Nord

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Promesse di acquisti rapidi, contratti firmati, cambiali a 90 giorni. Poi il silenzio. Nel frattempo cucine complete, forni industriali e frigoriferi spariscono su camion guidati da uomini che si presentano a nome di Ristocontact. A perdere migliaia di euro sono ristoratori, baristi e artigiani, già messi in ginocchio dal Covid, da errori d’impresa o persino dall’alluvione. Dalle testimonianze raccolte ricorrono sempre gli stessi nomi come le due persone che si interfacciano con chi lamenta di essere stato truffato: Benedetto Raffio ed Emanuel Bartolomeo. Il primo indicato come presunto ideatore e referente principale dell’operazione – accusa respinte dall’uomo davanti alla polizia – il secondo come “l’esecutore materiale” del recupero dei materiali che non sarebbero mai stati pagati.

“Avevo attrezzature per 120mila euro, ancora in garanzia. Con Benedetto Raffio avevo concordato 30mila euro. Sono venuti lui, Emanuel Bartolomeo e altri con due camion. Hanno smontato e portato via tutto. In cambio mi hanno lasciato una cambiale a tre mesi, mai pagata. Io oggi ho solo protesti e spese legali”, racconta Danilo Zampolini. Virginia Pauri conferma un copione identico: “Avevamo aperto una gastronomia, ma dopo pochi mesi abbiamo chiuso. Le attrezzature erano nuove, semi-nuove. Raffio e Bartolomeo si sono presentati come acquirenti seri: valutazione, contratto in conto vendita, promessa di pagamento entro tre mesi. Dopo 90 giorni non hanno versato nulla. La procura di Ancona ha archiviato, sostenendo che non si configurava la truffa. È come se fossimo noi colpevoli di ingenuità”.

La modalità è sempre la stessa. “Ti agganciano quando sei più fragile. Cercano persone in difficoltà, con urgenza di liberarsi dei beni. Ti fanno credere che sia la soluzione a un problema, poi spariscono”, spiega Pauri. Il modus operandi dei due è sistematico. Zampolini racconta: “Si passano la palla continuamente. Prima è Raffio a trattare, poi Bartolomeo firma cambiali o contratti ‘fasulli’. Nel frattempo le attrezzature spariscono dai locali e vengono rivendute”. Pauri aggiunge: “Non cambiano ragioni sociali: Ristocontact resta sempre aperta. Bartolomeo ha altre attività individuali e in società, e tutta la famiglia Raffio apre locali, bar, gelaterie, food truck. È una questione più grande di loro due, e rende quasi impossibile recuperare i beni. Il contratto che ti lasciano in mano sembra ufficiale, ma è fasullo. Ti illudono che tutto sia regolare: l’elenco delle attrezzature, il prezzo concordato, il termine di pagamento di 90 giorni. Dopo novanta giorni, però, non arriva nulla. È una macchina ben oliata, costruita per ingannare chi è in difficoltà. Alcuni di noi hanno scoperto le proprie attrezzature pubblicate su Facebook o vendute a terzi, mentre la giustizia sembra muoversi a rilento”.

Zampolini racconta poi un dettaglio significativo: “Quando provi a muoverti legalmente, loro ti minacciano di querela, facendo sembrare che il problema sia tuo. Così la maggior parte delle vittime si scoraggia. E intanto le attrezzature, spesso ancora in garanzia, vengono smontate, trasportate e rivendute. Non importa se tu hai emesso fattura o cambiale: il gioco è fatto, il denaro perso e i beni spariti”. Le testimonianze raccolte sono decine. “Ci siamo organizzati in una chat WhatsApp. Siamo almeno una trentina, ma i casi reali sono molti di più: dal Veneto all’Emilia Romagna fino all’Umbria. Nelle scorse settimane, un imprenditore di Venezia ha denunciato una truffa con modalità simili”, racconta Pauri.

Non solo ristorazione. “Un artigiano del fotovoltaico ha lavorato per loro montando pannelli solari. Poi si sono inventati un difetto inesistente e non hanno pagato la fattura. La procura di Venezia sta indagando. Ma intanto Raffio e Bartolomeo sono ancora online, con pagine social che pubblicizzano cataloghi e offerte”, dice Pauri. La sensazione comune è di impotenza. “Io ho speso migliaia di euro in avvocati. Ma le indagini vanno a rilento e loro minacciano anche di querelarti se provi a contattarli. La verità è che chiudono una società, ne aprono un’altra, cambiano intestazioni. Intanto la giustizia archivia, e noi restiamo senza nulla”, spiega Zampolini. Il danno è soprattutto umano. “Dopo il Covid, dopo un’alluvione, dopo un fallimento. Colpiscono chi ha già perso molto. E ogni volta la storia si ripete uguale”. Contattati da ilfattoquotidiano.it per fornire la loro versione, Ristocontact e i signori Raffio e Bartolomeo non hanno mai risposto.

L'articolo “Acquistano attrezzature da ristoratori in difficoltà, ma non pagano”: il caso nel Centro-Nord proviene da Il Fatto Quotidiano.




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