Ti scordi tutto? Dalla tecnica del palazzo al sonno, ecco i trucchi (scientificamente provati) per allenare la memoria
Ho chiuso la macchina? Dove ho messo le chiavi di casa? Come si chiamava la persona che si è appena presentata? La sensazione di non ricordarsi le cose è molto comune, specialmente in alcuni periodi di stanchezza e sovraccarico. Ci sono piccole e grandi strategie che possono aiutare la memoria, specialmente quando si studia per un esame o in vista di una presentazione. Per esempio…dormire.
Partiamo da un presupposto: dimenticare è fisiologico. Il cervello “filtra” i ricordi e le informazioni che riceve, “ripulendo” tutto ciò che è superfluo e farebbe solo confusione. Ci sono però dei modi con cui possiamo imprimere nel cervello alcune informazioni che non usiamo ogni giorno, come le date per un esame di storia, o una lingua straniera, o i nomi di una classe di studenti.
I trucchi per ricordarsi nomi e informazioni
National Geographic ha dedicato un lungo approfondimento alle diverse strategie mnemoniche da mettere in pratica: un conto è ricordarsi una password per pochi minuti, o la lista della spesa al supermercato, un altro è studiare per un corso o per un esame. Secondo gli esperti, uno dei modi più semplici per imprimere una particolare informazione è creare una connessione mentale con cose già note, meglio ancora se con un valore personale. Per fare un esempio: ricorderemo più facilmente il nome di Maria se è anche il nome di nostra mamma, o di un’amica. Dirlo ad alta voce al momento delle presentazioni, poi, aiuta a imprimere questa connessione nella memoria. Oppure si può legare un nome a una caratteristica molto particolare, creando un’immagine visiva: “Maria con i capelli viola”.
Per informazioni astratte – come date, sigle, numeri e così via – invece ci vengono in aiuto le tecniche mnemoniche che si basano su acronimi, allitterazioni o canzoncine. Per quanto infantile possa sembrare, filastrocche e rime aiutano a fissare nel cervello alcune informazioni. Un esempio noto a tutti è la filastrocca – citata anche da Nat Geo – “Ma con gran pena le reca giù” che aiuta a ricordare le catene alpine: Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche e Giulie.
La tecnica del palazzo della memoria
Il cosiddetto “metodo dei loci” è il più usato dai mnemonisti ed è stato citato anche in molti film e serie tv. Pensiamo ad esempio alla serie Sherlock, in cui il celeberrimo investigatore si rifugiava nel suo “palazzo mentale” per attingere a sconfinate conoscenze scientifiche senza aprire libro, né chiedere mai conferma a Google. Nella sua forma più semplice, la tecnica consiste nell’associare un luogo familiare (come casa nostra) ad alcune informazioni, che verranno “distribuite” visivamente in varie stanze. È una tecnica che alcuni esperti trovano utile, per esempio, quando si deve memorizzare un discorso lungo: si possono distribuire i vari passaggi tra mobili e angoli conosciuti, e poi ripercorrerli mentalmente immaginando di fare quel percorso.
Sonno, sport, dieta: le buone abitudini proteggono il cervello
Per chi vuole imparare un’altra lingua o deve preparare un esame, invece, il consiglio degli esperti citati da National Geographic è quello di spezzare le varie sessioni di studio, rivedendo le informazioni a intervalli di tempo crescenti. Questa tecnica, conosciuta come “ripetizione spaziata”, si basa sul presupposto che quando impariamo qualcosa per la prima volta, la collochiamo nella memoria a breve termine. Il passaggio di “consolidamento” delle informazioni nella memoria a lungo termine non è immediato e avviene principalmente nei periodi di riposo. Per questo è fondamentale dormire a sufficienza, soprattutto quando si studia: il cervello utilizza questo tempo per rielaborare ciò che ha imparato e immagazzinarlo nella memoria a lungo termine.
Per tenere la memoria “sveglia” nonostante gli anni che passano, poi, è utile tenerla allenata, esattamente come facciamo con i muscoli: cruciverba, sudoku, enigmistica e giochi di società sono buone strategie, così come coltivare l’abitudine della lettura e della conversazione. A proposito di muscoli: secondo molti studi, praticare regolarmente sport è una delle cose migliori che possiamo fare per salvaguardare la salute del cervello. Così come una dieta sana e variegata: sempre più studi stanno indagano il legame tra microbiota intestinale con malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer, con risultati sorprendenti. Se vi sentite particolarmente stanchi o confusi, chiedetevi: ho bevuto abbastanza acqua oggi? Sembra irrilevante, ma gli esperti confermano che la disidratazione non fa bene né al corpo né al cervello.
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