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Iacchetti: “La mia furia è umana, era l’unico modo per tornare alla realtà. Mi sono sentito in dovere di fare una supplenza morale per chi sa e non dice”

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“La mia furia non è stata diplomatica e nemmeno misurata, ma è una furia profondamente umana. Allora io mi sono sentito in dovere di fare una supplenza morale per chi sa delle cose e non le dice”. Enzo Iacchetti, reduce da una settimana di vortice mediatico dopo l’ultima puntata di E’ sempre Cartabianca in cui ha perso le staffe contro il presidente della Federazione amici di Israele, è stato ospite di Accordi&Disaccordi da Luca Sommi e ha spiegato il motivo di tanta “furia”, come lui stesso l’ha chiamata. “Sono felice di essere stato in un frullatore, ma devo dire che la cosa più bella sono stati gli abbracci della gente normale, per strada, e i tanti messaggi di solidarietà. – ha detto l’artista in collegamento insieme ad Andrea Scanzi, ospite fisso della trasmissione e primo giornalista a difendere Iacchetti dopo la puntata di martedì scorso – Io ho reagito in quel modo perché era l’unico modo per tornare alla realtà perché il contesto era troppo distorto, quindi secondo me era impossibile non reagire in questo modo, ma come pensano tutti coloro che sono contrari, che pensano che nessun bambino è stato ucciso in Palestina, che non è vero che i Palestinesi sono sempre stati massacrati dai sionisti, quelli che dicono queste cose non hanno evidentemente nemmeno un momento di pietà per ciò che accade e riescono anche a smentire ciò che hanno davanti agli occhi. Allora io cosa ho fatto? Ho rotto il palco, ho rotto la “quarta parete” perché ci sono delle regole etiche”. Tra l’altro, ha raccontato lo storico conduttore di Striscia la notiziaEyal Mizrahi ha usato un modo abbastanza vigliacco per farsi inviare al programma di Bianca Berlinguer “perché lui si era proposto come nemico acerrimo di Netanyahu”, cosa che si è rivelata poi non vera. “Io non volevo contradditori perché non sono un esperto opinionista, – ha detto ancora Iacchetti – sono un attore che però pensa come un uomo normale e parla come parla un uomo. Allora io mi sono sentito in dovere di fare una supplenza morale per chi sa delle cose e non le dice, per chi fa delle cose e non le fa”.

Dopo Iacchetti è intervenuto Andrea Scanzi che oltretutto, sempre martedì, era ospite del programma E’ sempre Cartabianca proprio dopo lo scontro tra l’attore e Mizrahi. “Io penso tutto il bene possibile di Enzo Iacchetti e di quello che ha fatto martedì sera Enzo ed Enzo lo sa perché ho visto l’evento in diretta, mentre stava per finire ho scritto un post su Facebook scrivendo quello che ripeto qui e che Enzo sa – ha spiegato il giornalista – Intanto Enzo Iacchetti ha detto martedì sera quello che dice da anni. Quindi coloro che dicono ‘cosa fa adesso Enzo Iacchetti, si improvvisa esperto di Palestina?’ Vivono su Marte e non sanno niente di Enzo Iacchetti. – ha proseguito – Dopodiché i due meriti ulteriori che io riconosco a Enzo adesso anche pubblicamente in tv sono innanzitutto quello di aver tolto il tappo dell’indignazione popolare che era dentro milioni di italiani. – ha proseguito Scanzi – Enzo Iacchetti ha detto quello che milioni di italiani su Gaza pensano e lo ha detto nel modo che milioni di italiani avrebbero utilizzato perché quando, scusate la parola, ma ormai è tardi ci si incazza per motivi seri è giusto utilizzare anche qualche parolaccia perché questo è un tema tragico e di fronte ai temi tragici ci si scalda, ci si scalda. È legittimo e per questo ha avuto successo Enzo, perché ha detto il re nudo a nome di milioni di italiani. L’altra cosa che secondo me è meritoria ed è molto coraggiosa averla detta è che lui ha focalizzato un tema molto importante della televisione che è il concetto di contraddittorio perché lui a un certo punto di fronte a uno che gli diceva ‘definisci bambino’, ‘sei fascista’ giustamente ha detto ‘il contraddittorio io qui non lo voglio’ che non vuol dire essere antidemocratici perché è chiaro che se si fosse parlato di riforma della giustizia o di riforma elettorale Giachetti l’avrebbe accettato. Ma quando si parla di un male assoluto, quando si parla di un genocidio non può esistere contraddittorio“. Quindi, “quelli che criticano Iacchetti perché dicono ‘non vuole contraddittorio’, ma cosa pretendono che in tempo di Seconda guerra mondiale, durante l’Olocausto avremmo dovuto chiamare un ebreo da una parte e dall’altra Goebbels? Ma siamo tutti rincoglioniti? Quindi su certi temi non si può avere il contraddittorio perché esiste un’unica verità e la verità è il dolore, è lo sterminio, è il genocidio di un popolo”, ha concluso Scanzi.

L'articolo Iacchetti: “La mia furia è umana, era l’unico modo per tornare alla realtà. Mi sono sentito in dovere di fare una supplenza morale per chi sa e non dice” proviene da Il Fatto Quotidiano.




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