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Matteo Galassi: “L’Italia resta la più tecnica, ma la scherma si è evoluta: ora chi ha più fisico può vincere”

Matteo Galassi, giovane talento della spada maschile, è stato l’ospite dell’ultima puntata di FOCUS Summer, speciale scherma, in onda sul canale Youtube di OA Sport. Il romagnolo, reduce dagli Europei di Genova e dai Mondiali di Tbilisi, si è raccontato a 360 gradi, tra passato, presente e futuro. Nato a Cesena e cresciuto a Cervia, dopo il diploma al Liceo scientifico Alfredo Oriani di Ravenna, si è trasferito a Torino dove studia informatica all’Università.

Il primo punto dell’intervista è l’Europeo di Genova: “Sicuramente un risultato che è arrivato dopo tanto lavoro, di una stagione intera. Un traguardo bellissimo, soprattutto perchè ottenuto davanti al proprio pubblico con un grande tifo. Una medaglia d’argento un po’ inaspettata anche perchè ero al mio primo Europeo. Non mi aspettavo di arrivare così avanti per cui non posso che essere felice di questo risultato. Puntavo al primo posto, ma anche il secondo non mi dispiace affatto. Davvero un buon risultato. Peccato solo per la finale: me la sono giocata, ma dopo essere passato in svantaggio non sono riuscito a rimontare. Ci saranno altre occasioni per fare meglio”. 

Da Genova ai Mondiali di Tbilisi:Anche in questo caso l’emozione era grande essendo il mio primo Mondiale, ero stranito a guardarmi intorno. Come ho vissuto l’evento? Non avevo troppa pressione perché sapevo di essere all’esordio. Sicuramente nei gironi avevo grande voglia di fare bene, non distrarmi e arrivare al secondo giorno. Nessuno vuole essere eliminato e stare a guardare. Sono stato in grado di piazzare tutte vittorie, saltando gli spareggi per avanzare al giorno successivo. A quel punto sono arrivato fino ai quarti, un turno nel quale ero in vantaggio ma non sono riuscito a chiudere i conti contro l’ucraino Nikita Koshman  per arrivare in semifinale. Lui ha tirato meglio di me. Ho chiuso al settimo posto, per cui non male”.

“Cosa mi è mancato per avanzare ancora? – prosegue Galassi – Anche se sei in vantaggio, sai che sei a quel punto perchè hai capito la strada, ovvero il mondo per superare l’avversario. In quella occasione siamo andati avanti a “botte” un po’ diverse. Penso sia stato un incontro particolare, non c’era la soluzione giusta per avere la meglio. Non sapevo cosa fare esattamente. Cercavo una strada ma, evidentemente, è stato più bravo lui a chiudersi in difesa ed a mettere quelle stoccate per pareggiare e poi andare a vincere”. 

In quella occasione il classe 2005 non è stato l’unico a raggiungere i quarti di finale: “Di Veroli anche lui era arrivato negli ultimi otto, ma ha perso contro il primo del mondo un match molto tirato. Io ho analizzato quanto avvenuto sia con lui sia con i tecnici. Un fattore su cui devo lavorare molto sono i mancini che specialmente in difesa risultano fastidiosi”. 

Lo spadista romagnolo analizza la situazione della scherma a livello generale: “La scherma un tempo era più basata sulla tecnica, ma ora si è evoluta. Prima chi era più tecnico era favorito. Ora gli atleti sono più attenti al fisico, sbilanciando molto gli incontri. Chi ne ha di più può battere chi ha più tecnica. In questo modo sono cresciuti altri Paesi. L’Italia come sappiamo è fortissima sulla tecnica, ma gli altri sono cresciuti e hanno imparato anche dai nostri tecnici. Il Giappone forse è la Nazione più forte, quindi mettiamo ovviamente Ungheria e Francia”. 

La medaglia d’argento individuale e bronzo a squadre agli Europei di Genova 2025, racconta poi il suo allenamento: “Di solito ho una giornata molto semplice con un allenamento costante lungo tutto il corso del pomeriggio. Alla mattina, quando non ci sono gare, vado all’università poi o studio oppure mi alleno 3 ore, 3 ore e mezza anche il sabato e la domenica. A livello fisico ho un lavoro costante ma è a livello mentale che è più difficile. Dopo 2-3 gare è più dura rimanere concentrati. Io penso di essere bravo in questo aspetto, rimanendo tranquillo e cercando di divertirmi anche durante le gare, in questo modo mi stanco di meno a livello mentale”. 

Una caratteristica della spada di Galassi sono i suoi “salti”. “Una cosa che nessuno mi ha insegnato, mi è venuta sin da piccolo. Cerco di farlo con un senso, ma deve arrivare dall’atleta stesso, non si può insegnare. Non penso che qualcuno da grande possa inserire questa caratteristica”. 

Ultima battuta sul futuro della spada e dello stesso Galassi:Spero che riusciremo a livello individuale e di squadra ad arrivare in alto. Cosa manca alla squadra? Forse solo un pizzico di determinazione e il volere dare tutto per arrivare all’obiettivo. A livello personale l’obiettivo, ovviamente, sono le Olimpiadi. Arrivarci e fare risultato. Darò tutto in questi 3 anni e spero che, continuando così, possa arrivare a LA e ben figurare”. 

CLICCA QUI PER VEDERE LA PUNTATA COMPLETA DI FOCUS SUMMER SCHERMA




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