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Billie Jean King Cup, da Charleroi a Shenzen: storia di tutti i successi delle Azzurre

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Confermarsi campioni non è mai facile. Giocare con il peso di dover confermare quanto fatto nell’anno precedente può essere un fardello difficile da sostenere, tanto più in una competizione a squadre. In terra cinese l’Italia replica quanto fatto nel 2024 a Malaga (qui le dichiarazioni delle azzurre), conquistando la sesta Billie Jean King Cup (incluse le edizioni che si disputavano con il precedente nome Fed Cup), diventando la prima nazione a difendere il titolo dalla tripletta effettuata dalla Repubblica Ceca nel triennio 2014-2016. Con questo successo il Bel Paese sale al quarto posto per numero di successi, staccando la Russia, alle spalle di Australia (7), della stessa Repubblica Ceca (11, comprensivi dei titoli vinti dall’estinta Cecoslovacchia) e Stati Uniti (18). Ripercorriamo, quindi, la storia delle sei vittorie italiane.

La prima volta: il trionfo del 2006 a Charleroi

L’edizione che segna l’inizio di questo percorso vincente è quella del 2006. In quella che era la 44^ edizione della Fed Cup, la nazionale italiana approda per la prima volta nella sua storia nella finale della competizione a squadre femminile. La sede della finale è il palazzetto di Charleroi. Si giocava sul cemento indoor e per il Bel Paese era la terza trasferta consecutiva dopo quelle in Francia e Spagna nei turni precedenti. Il Belgio, al contrario di quanto accaduto nei quarti e in semifinale, si trova a non poter contare su Kim Clijsters e gioca con Justine Henin e Kirsten Flipkens come singolariste. Francesca Schiavone si aggiudica nettamente la sfida contro la seconda, poi sale in cattedra la prima che sconfigge sia Flavia Pennetta che la stessa Schiavone.

Nel match fondamentale per rimanere a galla, l’Italia del CT Corrado Barazzutti si gioca la carta Mara Santangelo. La tennista laziale non delude: vittoria in rimonta su Flipkens e sfida che va al doppio decisivo. Un doppio che non vedrà la fine. La coppia belga Flipkens/Henin si aggiudica il primo set, Schiavone e Vinci non si arrendono e vincono di gran carriera il secondo, poi con le azzurre avanti per 2-0 nel set decisivo la coppia belga alza bandiera bianca, dando il via alla grande festa italiana. Un titolo che è frutto di tutte le ragazze della squadra capitanata da Barazzutti: non solo le già citate Schiavone, Pennetta, Santangelo e Vinci, ma anche Romina Oprandi e Tathiana Garbin.

Il secondo trofeo: dominati gli USA davanti al pubblico amico

L’Italia torna in finale l’anno successivo, ma fallisce la riconferma del titolo contro la Russia. Il secondo titolo azzurro arriva stavolta davanti al pubblico amico in un weekend di inizio novembre del 2009. Il palcoscenico della sfida è il Circolo del Tennis di Reggio Calabria per una finale che si rivela una formalità per le azzurre. Gli Stati Uniti, infatti, senza le sorelle Williams si rivelano poca cosa.

Due vittorie per Flavia Pennetta, una di Francesca Schiavone e discorso chiuso dopo i tre singolari, senza lasciare nemmeno un set ad Alexa Glatch e Melanie Oudin. Ad arrotondare il punteggio sul 4-0 ci pensano Sara Errani/Roberta Vinci che si aggiudicano il doppio a punteggio acquisito per concludere la festa. Per il quartetto azzurro un’edizione dominata con la Francia di Amelie Mauresmo ed Alize Cornet sconfitta 5-0 ai quarti e la sola Svetlana Kuznetsova in grado di strappare un punto alle italiane nel match di semifinale vinto 4-1 dalle azzurre.

2010: ancora Italia, USA sconfitti a domicilio

Passano dodici mesi e l’atto conclusivo della Fed Cup vede ancora una volta le stesse protagoniste, Italia e Stati Uniti. Stavolta si gioca in casa delle tenniste a stelle e strisce, ma la situazione non cambia. Francesca Schiavone e Flavia Pennetta regolano in due set, rispettivamente, Coco Vandeweghe e Bethanie Mattek-Sands.

A provare a riaprire la sfida ci pensa Melanie Oudin che sorprende la classe 1980; come già successo l’anno precedente, a portare a casa il punto decisivo è l’attuale moglie di Fabio Fognini che concede solo tre game a Vandeweghe per quello che è il terzo titolo Italia. A festeggiare è ancora il quartetto Schiavone, Pennetta, Errani, Vinci con l’unico brivido per le azzurre la sconfitta della vincitrice del Roland Garros 2010 nel primo match dei quarti di finale contro l’ucraina Alona Bondarenko nella fredda Kharkiv. La sfida poi si chiuse 4-1 per l’Italia, che dominò per 5-0 la Cechia in semifinale.

Il trionfo del 2013 a Cagliari

Nel 2011 e 2012 l’Italia si ferma in semifinale. Nel 2013 arriva ancora un’occasione per il titolo. Dopo le vittorie contro gli USA a Rimini e la Cechia a Palermo, il Bel Paese completa un’edizione giocata interamente davanti al proprio pubblico, ospitando la Russia sulla terra rossa di Cagliari. Rispetto ai trionfi precedenti, la nazionale azzurra vede Sara Errani e Roberta Vinci salire in cattedra. La coppia azzurra decide in doppio la sfida con gli USA nei quarti, con il percorso che si stava complicando a causa delle due vittorie di Varvara Lepchenko. Poi si vola in finale grazie ai successi di Errani e Vinci su Lucie Safarova e a quello della classe 1983 su Petra Kvitova che regolano la Cechia.

Le russe arrivano in Italia senza Marija Kirilenko, Elena Vesnina ed Ekaterina Makarova, tra le altre, protagoniste dei turni precedenti. Nessuna top 100 per la nazionale dell’Est Europa ma le avversarie dimostrano di avere carattere, come dimostra il primo match. Roberta Vinci conquista il primo punto in un match infinito chiuso 8-6 al terzo contro Aleksandra Panova, salvando 4 match point lungo la via. Nel secondo incontro Sara Errani domina 6-1 6-4 Iryna Khromacheva. Nel terzo match, la Russia cambia e punta su Alisa Kleybanova. Per iSarita’ cambia poco: un doppio 6-1 e festa Italia. A punteggio acquisito Karin Knapp e Flavia Pennetta si aggiudicano il doppio per un trofeo che è di tutta la squadra, compresa Francesca Schiavone che dalla panchina non ha mai fatto mancare il supporto alle compagne.

La chiusura del ciclo: la retrocessione e la ripartenza

Un percorso iniziato nel 2006 e concluso nel 2013 con cinque finali e quattro titoli. Poi iniziano le difficoltà. Nel 2015 l’Italia si salva dalla retrocessione battendo gli USA nei playoff. Passo indietro che arriva l’anno successivo con la Spagna che domina per 4-0 le azzurre nella sfida per rimanere nel World Group. Il Bel Paese lotta per un paio di anni nel World Group II per poi collezionare nel 2019 due sconfitte consecutive che valgono la discesa in quello che è il terzo gradino della piramide, il gruppo I della zona Europa/Africa.

Arriva il Covid, cambia il format e il nome della competizione che diventa Billie Jean King Cup. Toccato il punto più basso, riparte la risalita. L’Italia vince il suo gruppo a Tallinn poi, battendo la Francia ad Alghero nel febbraio 2022, apre le porte alla prima partecipazione alle Finals nel nuovo format della Billie Jean King Cup. Un anno di ambientamento, poi nel 2023 arriva la finale. Il Canada ferma le azzurre a Siviglia ma nel 2024 la musica cambia.

Festa Italia nelle Finals di Malaga

Siamo a Malaga alla Martin Carpena Arena, la stessa che ospiterà qualche giorno dopo la Coppa Davis (sebbene in un’area diversa). Sono dodici le squadre al via delle Finals, con l’Italia finalista della passata edizione che beneficia di un bye che la esenta dagli ottavi di finale. La squadra azzurra capitanata da Tathiana Garbin si presenta con la numero 4 al mondo Jasmine Paolini, con lei Cocciaretto, Bronzetti, Errani e Trevisan. Nei quarti la più giovane delle nostre si arrende a sorpresa alla giapponese Ena Shibahara, che vince in rimonta 3-6 6-4 6-4. La tocana invece batte 6-3 6-4 Moyuka Uchijima e poi chiude la pratica in coppia con Sara Errani regolando 6-3 6-4 Shuko Aoyama/Eri Hozumi.

In semifinale c’è l’ostacolo Polonia della numero 2 al mondo Iga Swiatek. Garbin cambia e schiera Lucia Bronzetti. La romagnola ripaga la fiducia concessa regolando 6-4 7-6(3) la polacca Magda Linette. Nella sfida tra numero 1, Jasime Paolini vende cara la pelle. L’italiana si aggiudica il primo set 6-3 ma poi deve cedere il passo alla rimonta dell’avversaria che chiude con un doppio 6-4.

Le due protagoniste scendono di nuovo in campo per il doppio decisivo. Paolini al fianco di Errani, Swiatek in coppia con Kawa. La sfida è equilibrata ma nei momenti dove la palla scotta il maggiore affiatamento delle azzurre si fa sentire che chiudono la sfida con un doppio 6-4. In finale c’è la sorpresa Slovacchia capace di battere Usa, Australia e Cechia lungo il tragitto. Tathiana Garbin punta ancora su LuciaBronzetti e la scelta paga: 6-4 6-2 su Viktoria Hruncakova e per Jasmine Paolini una grande chance di chiudere la contesa. La seconda sfida si rivela senza storia: l’azzurra gioca su una nuvola, Rebecca Sramkova è l’ombra di sé stessa. 6-2 6-1 per la toscana con l’Italia che ritorna al titolo dopo anni difficili e la sconfitta dell’anno precedente contro il Canada.

2025: la festa di Shenzhen

Un anno dopo ecco ancora l’Italia. Cambia il format da 12 a 8 squadre, cambia il luogo da Malaga a Shenzhen, in Cina, ma non varia il risultato. Finale vinta senza perdere un set come lo scorso anno: Elisabetta Cocciaretto mette la strada in discesa sorprendendo Emma Navarro con un doppio 6-4, Jasmine Paolini trova per la prima volta le chiavi per scardinare il gioco di Jessica Pegula battuta nettamente 6-4 6-2. Un successo netto ma difficile da immaginare se si pensa al quarto di finale contro la Cina.

Elisabetta Cocciaretto ha dovuto buttare il quale oltre l’ostacolo per avere la meglio di Yuan Yue e anche Jasmine Paolini ha rischiato seriamente di perdere contro Wang Xinyu, con la cinese in grande spolvero (qui la cronaca). A fare da trait d’union in questo lungo percorso ricco di successi c’è Sara Errani che ha lasciato il segno anche in Cina nel doppio contro Lyudmyla Kichenok e Marta Kostyuk che ha deciso la semifinale contro l’Ucraina. Da ricordare che in Cina a festeggiare c’è anche la giovane Tyra Caterina Grant con l’augurio che possa diventare anche lei la tennista che faccia da ponte per altri cicli da aprire da parte della nazionale italiana.




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