Lo spot di Marotta a “reti unificate” sulla vendita di San Siro a Inter e Milan. Poi la minaccia: “Se non si risolve, andremo via da Milano”
“C’è il rischio di lasciare Milano, assolutamente sì”. Con questa minaccia il presidente dell’Inter Beppe Marotta ha chiuso il suo appello per la vendita di San Siro ai privati, ovvero ai due club. Proprio nella settimana in cui il Consiglio Comunale di Milano è chiamato a votare la delibera confezionata dalla Giunta Sala per la vendita del Meazza e delle aree circostanti a Inter e Milan, ecco che Marotta ha deciso di presentarsi davanti ai microfoni di Rai, Dazn e Sky. Praticamente, uno spot “a reti unificate” (anche se in momenti diversi, prima e dopo la partita tra i nerazzurri e il Sassuolo) per promuovere le ragioni del sì alla demolizione del Maezza per costruire un nuovo stadio in mano ai privati, con intorno una marea di metri cubi di cemento, tra centro commerciale, hotel e uffici. Il tutto, ovviamente, senza contradditorio: senza che ci fosse qualcuno a controbattere o comunque a esporre le ragioni di chi è contrario alla vendita a privati e per quale motivo.
“Sono un po’ preoccupato sia come presidente dell’Inter sia come uomo di calcio per la situazione dello stadio. La città di Milano rischia di avere un ruolo marginale in uno scenario europeo e mondiale, perché San Siro non è più in grado di ospitare le finali di Champions e non è più in grado di partecipare come città italiana agli Europei del 2032″, ha dichiarato il presidente nerazzurro. Strano, visto che pochi mesi fa lo stesso Meazza ha ospitato una storica semifinale di Champions (Inter-Barcellona 4 a 3) e avrebbe dovuto ospitare la finale della massima competizione europea nel 2027, salvo retromarcia dell’Uefa proprio per l’incertezza rispetto al futuro dello stadio, ma non per questioni strutturali o di requisiti mancanti.
Il discorso di Marotta è stato praticamente identico: prima a Dazn nel pre-partita, poi in apertura della Domenica Sportiva su Rai 1. Le stesse parole usate anche ai microfoni di Sky. Si è esposto in maniera chiara e netta sulla questione: “Le due realtà cittadine di Milan e Inter, che sono secondo me delle eccellenze, che rappresentano Milano a tutto tondo, hanno bisogno soprattutto per esigenze di club di avere uno stadio funzionale, moderno. Purtroppo il dibattito si è aperto a livello politico e tanti politici di 30 anni fa dimostrano di non capire invece le richieste che fanno le due società, tra l’altro con investimenti privati e quindi tutto è nelle mani del Consiglio comunale che ci sarà nelle prossime settimane”.
Il documento approderà nell’aula del Consiglio comunale già questa settimana. Il prezzo di vendita dello stadio e delle aree limitrofe ai club è di 197 milioni di euro, di cui 73 saranno versati contestualmente alla sottoscrizione del contratto, la restante parte sarà rateizzata. “Spero e auspico che la città di Milano capisca che sia Milan sia Inter, ma soprattutto la città di Milano, hanno bisogno di una struttura moderna, nuova, al pari coi tempi e con quelle che sono le strutture esistenti in tutta Europa”: ha proseguito Marotta, dimenticandosi che i dubbi dei contrari riguardano le speculazioni immobiliari sugli edifici intorno al nuovo impianto. Senza tralasciare il fatto che non è mai stata dibattuta seriamente la possibilità di una ristrutturazione del Meazza, come fatto a Madrid con il Bernabeu o a Barcellona con il Camp Nou.
Nella parte finale del suo discorso, Marotta ha invece continuato ad attaccare: “Assisto a uno scenario un po’ imbarazzante, ritengo che il calcio e lo sport in generale a Milano sia messo un po’ da parte”. E il finale contiene la solita minaccia: Inter e Milan potrebbero lasciare Milano. Marotta ha spiegato: “C’è il rischio di lasciare Milano, assolutamente sì. Noi dobbiamo risolvere il problema dello stadio, oggi la priorità è sicuramente essere nel Comune di Milano perché Milan e Inter sono del Comune di Milano, se così non fosse sicuramente dovremmo pensare a una soluzione alternativa e quindi chiaramente che dovremo trovarla altrove”.
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