“Non volevo prendere alla leggera l’omicidio di Kirk, sono state le 48 ore più strane della mia vita”: Jimmy Kimmel torna in tv e si commuove
Accolto da minuti di applausi e cori che scandivano il suo nome, Jimmy Kimmel è tornato martedì sera alla conduzione del suo show “Jimmy Kimmel Live!” dopo quasi una settimana di sospensione imposta dalla rete ABC. E lo ha fatto con un monologo potente, che ha unito la commozione di una spiegazione sentita a una difesa senza compromessi della libertà di espressione.
Al suo ingresso in studio, nel teatro sull’Hollywood Boulevard che porta il suo nome, il pubblico lo ha accolto con diversi minuti di applausi e cori che scandivano “Jimmy“. Kimmel ha presentato quattro volte gli Oscar e tre volte gli Emmy, ma forse mai un suo monologo era atteso con tanta trepidazione: “Non so chi abbia avuto 48 ore più strane, io o l’amministratore delegato della Tylenol. È stato travolgente”, ha cominciato, rompendo per la prima volta il silenzio. Il fulcro del suo intervento è stata la controversia però nata da un suo commento sull’omicidio dell’attivista conservatore Charlie Kirk, che ha portato allo stop del programma: “Ho riflettuto molto su cosa dire stasera e la verità è che non credo che le mie parole possano fare molta differenza: se vi piaccio, vi piaccio; se no, non vi piaccio. Non ho la pretesa di cambiare l’opinione di nessuno. Con la voce spezzata dall’emozione, Kimmel ha quindi voluto chiarire la sua posizione: “Non ho alcuna illusione di poter cambiare l’opinione di qualcuno, ma voglio chiarire una cosa, perché è importante per me come essere umano, e cioè che non è mai stata mia intenzione prendere alla leggera l’omicidio di un giovane”, ha detto. “Non credo che ci sia nulla di divertente in questo. Né era mia intenzione incolpare alcun gruppo specifico per le azioni di quello che era ovviamente un individuo profondamente disturbato. Era proprio l’opposto di ciò che volevo dire”. Ha poi mostrato empatia per chi si è sentito offeso: “A chi si è sentito preso di mira dico: capisco la vostra rabbia. Se fosse successo a parti invertite, mi sarei sentito allo stesso modo”.
Ma il monologo non è stato solo una spiegazione. È stato un potente atto d’accusa contro le pressioni ricevute: “Il nostro governo non dovrebbe avere il potere di controllare ciò che diciamo o non diciamo in televisione, e dobbiamo difendere questo principio”, ha affermato, criticando duramente le affiliate della ABC che hanno cancellato il suo show dalla programmazione: “Non è legale. Non è americano. È anti-americano”.
La parte più sorprendente del suo discorso, però, sono stati i ringraziamenti. Dopo aver citato i colleghi dei late show che lo hanno sostenuto, ha voluto omaggiare i suoi avversari politici. “Voglio ringraziare chi non apprezza il mio show né le mie idee, ma ha comunque difeso il mio diritto a esprimerle. Non avrei mai immaginato che Ben Shapiro, Mitch McConnell e perfino il mio vecchio amico Ted Cruz sarebbero stati quelli che avrebbero detto cose così belle su di me. Ci vuole coraggio per parlare contro questa amministrazione. L’hanno fatto e meritano riconoscimento”. La chiosa finale è stata una stoccata diretta al presidente Trump: “Ha provato in tutti i modi a cancellarmi. Invece ha costretto milioni di persone a guardare il mio programma. Ora forse vi tocca pubblicare i file su Epstein per distrarre il pubblico!”.
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