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Chiara Ferragni a processo: due Associazioni dei consumatori contro, una anziana tratta. Rinviata al 4 novembre la decisione sulle parti civili

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Ieri 23 settembre si è aperta davanti alla terza sezione penale presieduta dal giudice Ilio Mannucci Pacini, l’udienza pre dibattimentale che vede imputata l’influencer Chiara Ferragni per la vicenda del “Pandoro Gate“, un caso affrontato da Selvaggia Lucarelli su Il Fatto Quotidiano, e delle uova di Pasqua.

L’imprenditrice non era presente in aula ed è accusata di truffa continuata e aggravata. Con lei sono a processo l’ex braccio destro Fabio Damato, la manager Alessandra Balocco, da poco scomparsa e per questo è stata formalizzata l’estinzione del reato, e l’imprenditore Francesco Cannillo patron di Cerealitalia-ID.

È stata rinviata al prossimo 4 novembre l’udienza pre dibattimentale. Il giudice Ilio Mannucci Pacini, deciderà se accettare la costituzione come parti civili di due associazioni di consumatori (non il Codacons che aveva ritirato la sua denuncia dopo un accordo con la Ferragni) mentre una signora campana settantenne sta trattando per il risarcimento. È dunque probabile che la donna, l’unica consumatrice ad entrare come parte offesa, non parteciperà poi al procedimento come parte civile per gli eventuali danni.

Come riporta l’agenzia Ansa, il presunto danno sarebbe stato quantificato dalla persona offesa in circa 500 euro. “Voleva fare beneficenza – ha spiegato l’avvocata Cenciarelli – è una fervente cattolica, ci teneva e solo lo scorso aprile si è resa conto di quello che era successo, che la sua beneficienza non era andata a buon fine”.

Ferragni, come i coimputati, deve rispondere di truffa aggravata: per i pm e stando alle indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, tra il 2021 e il 2022 avrebbe ingannato follower e consumatori facendo credere loro che il ricavato delle vendite a un prezzo più alto di quello di mercato del pandoro natalizio e delle uova di Pasqua, con la sua griffe e con la sua sponsorizzazione, sarebbe servito par aiutare bimbi malati di tumore o ragazzi disabili.

Con presunti ingiusti profitti per circa 2,2 milioni di euro. “Credevo sinceramente che non servisse un processo per dimostrare di non aver truffato nessuno”, aveva spiegato l’imprenditrice, aggiungendo: “Farò tutto ciò che è in mio potere per far valere le mie ragioni e dimostrare la mia innocenza”.

Per i suoi difensori non ha commesso alcun reato e ha già chiuso il fronte amministrativo ed effettuato donazioni per un totale complessivo di 3,4 milioni. A dicembre 2024, poi, ha raggiunto un accordo con il Codacons che, dopo aver ottenuto 150 euro di ristoro per ciascun consumatore tutelato e un assegno di 200mila euro per un progetto a favore delle donne vittime di violenza, ha ritirato la querela. Cosa che per i legali costituisce un difetto di procedibilità sulla truffa per assenza di denunce, che i pm hanno superato contestando l’aggravante della “minorata difesa” per via dei presunti raggiri commessi su piattaforme online.

La difesa potrebbe puntare a far cadere quell’aggravante ed ottenere un proscioglimento o già in fase pre-dibattimentale o scegliendo l’abbreviato.

L'articolo Chiara Ferragni a processo: due Associazioni dei consumatori contro, una anziana tratta. Rinviata al 4 novembre la decisione sulle parti civili proviene da Il Fatto Quotidiano.




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