L’Europa del pensiero libero ora censura le voci critiche su Israele: un evidente declino
di Davide Trotta*
Questi ultimi anni stanno offrendo, sia pur in prospettiva rovesciata, una riproposizione di fatti e situazioni avvenuti in passato. Giambattista Vico con la sua riflessione sui “corsi e ricorsi storici” sembra aver colto di nuovo nel segno. Il temporeggiamento delle principali potenze europee nel secolo scorso, che non volevano apparire troppo dure nei confronti della Germania nazista e volevano altresì evitare un altro rovinoso conflitto mondiale, legittimò Hitler a straripare in Europa: la speranza era che la sua vena espansionistica si arrestasse prima o poi. Quando si decise di intervenire, era ormai troppo tardi: era la Seconda Guerra Mondiale.
Per converso oggi le principali potenze europee si scagliano, vento in poppa, contro il nemico russo, consegnato all’opinione pubblica come incombente sulla sicurezza europea e deciso a conquistarci tutti. Come se le pagine di storia fossero intrise di tentavi russi di estendere fino a noi la loro egemonia. Insomma all’attendismo del secolo scorso fa da contraltare oggi un energico dispiego di fanfare pronte ad additarci il sicuro nemico da abbattere: la Russia. Altro rovesciamento storico: gli Ebrei, vittime nel secolo scorso di una persecuzione folle per mano del crucco più criminale della storia, oggi perpetrano uno sterminio di massa contro Palestinesi inermi, di cui non sembrano intenzionati a lasciare traccia a futura memoria.
Ma in questo mundus inversus il grande protagonista che pare abdicare al suo ruolo è proprio l’Europa, vecchio continente rantolante, che sta esalando gli ultimi respiri a detrimento delle sorti sue e di quelle mondiali. E proprio dall’Europa, in un angolo delle coste italiche mediterranee (Magna Grecia), fece comparsa migliaia di anni fa una disciplina che col proprio pensiero libero e autonomo permetteva di mettere in dubbio la parola di qualsivoglia maestro. Favorita da contesti politici dove si ammetteva al rango decisionale una più ampia platea di cittadini, nasceva la filosofia. E da subito si apriva una frattura netta con le altre culture orientali, arroccate su dogmi religiosi che, tramandati inalterati nel tempo, non ammettevano diritto di replica.
Pertanto è stato il pensiero libero, pur con gli intoppi e gli inciampi prevedibili nel corso di una storia di lunghissima lena, a fare dell’Europa il centro e il riferimento del mondo per molto tempo; e proprio attorno a tale pensiero libero si è coagulata un’identità ben precisa e definita.
Non a caso è qui che si è concentrato e si concentra il maggior numero di democrazie, oggi in evidente stato di declino. Altro triste ribaltamento storico: il vecchio cirrotico continente non riesce nemmeno più a garantire libertà di pensiero a chi osi levare una voce dissenziente per esempio nei confronti delle atrocità commesse da Israele.
Un esempio su tutti: di recente il sempreverde Adinolfi ha attaccato pesantemente Iacchetti, mai divenuto così popolare da quando ha osato condannare il massacro di bambini palestinesi per mano di Israele. Ma la definitiva (s)consacrazione di Iacchetti arriva con gli insulti rivolti al presidente dell’associazione “Amici di Israele” che, riscopertosi improvvisamente purista della lingua, gli chiede “mi dia la definizione di bambino”. Emblematica la chiosa sui social di Adinolfi che in fin dei conti può esemplificare il pensiero delle élite egemoni in Europa: “Non si fa da nessuna parte, e meno che mai in televisione in prima serata, un’aggressione a un ebreo”. Il che se da un lato presuppone la liceità di aggressioni verso altre genti, estirpa a priori qualsiasi possibilità dialettica e di confronto: emerge che ci sono argomenti di cui è meglio tacere, in aperta violazione di quella parresia inaugurata dai Greci e divenuta tratto distintivo della civiltà occidentale. L’impossibilità di revocare in dubbio determinate realtà, che trova il proprio culmine nell’informazione perlopiù schierata e nelle classi dirigenti asservite alla stessa causa, ci sta pericolosamente avvicinando sempre più a quelle dittature che si vorrebbe combattere.
Del resto imputare a interferenze dell’intelligence russa il ritardo di nove minuti dell’aereo di Von der Leyen o di nuovo alla Russia il bombardamento di un gasdotto colpito invece dagli ucraini e tante altre fake news messe a fondamento della crociata occidentale contro Mosca non ci rendono tanto dissimili da certi regimi, in cui la parola di stato diventa sacro sigillo ufficiale. Un pensiero libero per esempio non impedirebbe di registrare il doppiopesismo con cui viene valutato l’operato di Putin e Netanyahu, entrambi criminali, ma il secondo assolto in nome di un non meglio precisato giudizio di valore che lo rende più giusto di Putin. Che comunque combatte contro un regolare esercito armato dalle potenze occidentali, non già contro una popolazione inerme.
In questo senso a fronte dei deliri persistenti delle nostre classi dirigenti, i collaudati “corsi e ricorsi storici” di Vico sembrano cedere tristemente il passo ai nuovi e più preoccupanti… pronto soccorsi storici.
*insegnante
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